“Io credo che tutte le forma di vita, anche quelle non umane, sprigionino erotismo e sessualità lungo tutto il corso della loro vita. Tutte le cose più semplici sono basate su questo concetto”. Aizawa Yoshikazu

Da tanti anni abbiamo la passione per i fotografi orientali. Tanti sono quelli che ammiriamo, sia passati che attuali. Uno dei nostri preferiti in assoluto è senza dubbio Aizawa Yoshikazu, fotografo giapponese, classe ’71, vive a Tokyo dove, da quando aveva 29 anni, lavora come fotografo commerciale freelance per brand e imprese. Questo per sua e nostra fortuna non gli impedisce di ritagliare dello spazio importante per le sue foto artistiche. Se Aizawa parla solo giapponese, la sua arte invece esprime un linguaggio universale. Il suo immaginario comprende animali e piante, città e donne, e tutto ciò che ruota intorno la sua quotidianità. Qualsiasi cosa decida di esplorare, riesce a catturarne l’essenza attraverso il suo obbiettivo. Il suo lavoro personale dedicato alle donne consiste principalmente nel catturare momenti intimi senza tempo e la bellezza femminile senza filtri, scatti “rubati”, sinceri e spontanei. Aizawa non cerca modelle e basta, cerca persone, donne che possano raccontarsi durante gli scatti. Ricerca una sintonia che possa mettere le ragazze a proprio agio, a non preoccuparsi dell’obbiettivo, anzi, a dimenticarsi che esso esiste. L’effetto finale è fantastico: uno scatto amatoriale con la competenza, la sapienza e il punto di vista di un artista. E poi c’è quell’erotica innocenza nelle sue modelle, negli sguardi che riesce a catturare. Dolcezza nei volti e nelle azioni, dolcezza del corpo. Il risultato delle sue opere è visibile non solo sul web e sui social, ma anche in cartaceo grazie alla sua fanzine “Proof of Life”, una zine che è un diario fotografico delle sue storie erotico-amorose con le sue amanti. Abbiamo avuto il grande piacere di intervistare Aizawa Yoshikazu, di seguito il risultato del nostro “incontro epistolare”. Ci teniamo a ricordarvi che l’account di Aizawa, dopo essere stato chiuso una seconda volta, è rinato. Per regalare ai vostri occhi un po’ di cose belle, seguitelo, questo il suo account @aizawa.yoshikazu.
D.Che piacere per noi intervistarti Aizawa, è da tanto tempo che ti seguiamo e che amiamo le tue foto. Quando hai iniziato a scattare le tue prime foto e quali sono i tuoi primi soggetti?
R.Anche per me è un piacere. Il mio Instagram è stato rimosso più volte di recente e questa cosa mi ha un po’ stordito. Sono contento che voi ragazzi vi siete interessati a me e che questa intervista capiti proprio adesso. Ho iniziato a fotografare quando ero alle medie. Ricordo di aver fotografato ragazze della scuola con la fotocamera della mia famiglia. Ero troppo giovane per capire che la fotografia sarebbe potuta essere un mezzo per esprimermi. Volevo solo fotografare ragazze attraenti. Non pensavo che avrei fotografato per vivere in futuro.
D.Gran parte della tua vita hai realizzato foto commerciali, quando invece hai iniziato a scattare nudo erotico?
R.Ho 46 anni ora. Sono free-lance da quando avevo 29 anni. Non te lo aspetteresti ma principalmente scatto per prodotti e progetti relativi alle imprese . Per lavoro difficilmente scatto foto alle donne, lo faccio durante il mio tempo libero. Sono state uno dei miei soggetti da quando ho iniziato a fotografare, ma non ho condiviso le foto fino a prima dei miei 30. Gli altri temi fotografici su cui ho lavorato sono piante, animali (specialmente rettili), scatti in città e diario fotografico della vita di tutti i giorni. E puoi vedere l’esistenza delle donne in ogni tema.
D.Quello che caratterizza i tuoi scatti è l’equilibrio tra l’intimità e un estrema carica erotica. Come ci riesci?
R.Prima di tutto, ammiro e rispetto le donne. Ho davvero bisogno di enfatizzare questo sentimento; le mie modelle possono sembrare aperte sulla sessualità, ma questo non ha nulla a che vedere con quanta pelle esse mostrano nelle foto. Le donne che fotografo sono tutte intelligenti, sensibili, perspicaci e molto dolci. Hanno fiducia in me e sanno quanto sono attraenti ma cercano di esserlo sempre di più e di migliorare se stesse anche come persone. Mi piace essere sincero e collaborativo per aiutarle a crescere offrendo il mio punto di vista come persona. Quando vengono fotografate, prestano attenzione ai miei gesti, espressioni facciali e parole, e poi provano a percepire ciò che voglio per la mia fotografia. È così che comunichiamo e mentre costruiamo la nostra comunicazione, immortalo le loro personalità inaspettate e movimenti naturali. Premo il pulsante mentre le osservo e parlo con loro per non perdere nessun momento. Può essere difficile ma tengo a mente che non lascerò al mio ego di fotografo di controllare le riprese perché voglio sempre proteggere la dignità della mio modella. Cerco anche di non essere tecnico, a differenza del mio lavoro commerciale, perché vorrei che le mie foto sembrassero semplici scatti che chiunque può fare. Credo che questo sia il motivo per cui gli spettatori pensano che il mio lavoro sia familiare, intimo. Quando scatto un primo piano del corpo di una modella, le comunico chiaramente che sono attratto dalla quella specifica parte del suo corpo. Io, comunque, non ricerco la carica erotica da tutte le mie modelle. Ogni modella ha un valore diverso.
D.Prima dei tuoi scatti c’è una preparazione della location, delle luci o lasci tutto all’istinto? Come scegli le modelle protagoniste dei tuoi scatti?
R.Fondamentalmente vado a scattare senza pianificare nulla in anticipo perché potrebbero esserci delle possibilità che la modella si ritrovi davanti ad aspettative diverse rispetto a quelle che lei ha, non voglio rovinare e distrarre le sue sensazioni naturali. La sua personalità inizia a manifestarsi quando comunico con lei con un occhio nuovo. Naturalmente preparo alcune cose, come le luci, ma tutto ciò di cui ho bisogno è una piccola borsa fotografica e basta. Decido come scattare a seconda di come ci sentiamo durante il giorno. Potrei documentare la giornata con lei come un diario fotografico o potrei scegliere solo un’immagine forte e renderla un eroina. Quando seleziono le foto alla fine della giornata, ignoro lo stereotipo delle “buone foto” e cerco di trovare qualcosa di nuovo e affascinante. Condivido sempre il lavoro con le mie modelle e chiedo il permesso per pubblicare le foto. Succede raramente, ma se non vogliono, non le pubblico. Questa è una regola molto importante per me.
D.Erotismo, corpo, sessualità. Ti dai un tuo punto di vista su queste tre parole magiche?
R.Io credo che tutte le forma di vita, anche quelle non umane, sprigionino erotismo e sessualità lungo tutto il corso della loro vita. Tutte le cose più semplici sono basate su questo concetto. Queste tre parole si nascondono sotto la prosperità umana e si svelano ogni volta che si fotografa un soggetto
D.Da quando ci siamo avvicinati all’arte erotica abbiamo sempre amato i fotografi asiateci. Da Nobuyoshi Araki a Daikichi Amano, da Daido Moriyama a Yoshihiro Tatsuki e ovviamente il compianto Reng Hang, una tragedia la sua scomparsa. Ci fermiamo qui perhè la lista sarebbe molto lunga. Credi che esistano differenze tra la fotografia orientale e quella occidentale?
R.Penso che la cultura e l’ambiente in cui cresci spesso possano influire sulla propria sessualità. Potrebbe non essere per tutti così ma credo che certe persone nella cultura occidentale siano d’accordo; in Giappone troviamo l’infinita arte nella vita, nella morte e nella sessualità legate all’essenza umana. E penso che si applichi a qualsiasi espressione artistica, stile di vita e cultura non limitata alla fotografia.
Non ho mai studiato nessun fotografo oltre ad Araki e Moriyama ma almeno questi due fotografi catturano una parte essenziale della natura umana e della fotografia quando documentano gli eventi della vita che accadono nella società, e lo fanno con una punto di vista ampio anche se il lavoro di Araki e Moriyama sembra spesso focalizzato su solo erotismo. Il loro lavoro sembrerebbe di poco valore e volgare senza i loro riferimenti alla società. D’altra parte, il lavoro del fotografo occidentale è audace, brillante e diretto e vedo la forza e la grandezza degli esseri umani in esso. Ho ammirato il loro lavoro e ho cercato di emulare il loro stile, ma ho capito che non era il mio, quindi il mio lavoro non sarebbe andato mai oltre l’imitazione.
Dalla mia esperienza di cui sopra, credo che da dove proviene un fotografo influenzi il suo stesso lavoro. Pertanto, mi sento in contatto, affine e in sintonia con i fotografi di strada.
D.Dopo aver citato tanti nomi siamo curiosi di sapere le tue preferenze. Chi sono i tuoi fotografi, asiateci e non, preferiti?
R.Sono stato influenzato dalla filosofia di Araki e Moriyama che non ha nulla a che fare con la loro tecnica come fotografi commerciali. Araki riflette la sua enorme energia sul suo lavoro e non riuscirò mai a scattare come fa lui. D’altra parte, Moriyama si dedica a documentare gli eventi della vita senza mostrare troppo i propri desideri. Al momento osservo persone che non sono fotografi per ampliare il mio punto di vista. Cerco di incontrare e studiare persone diverse tra loro, senza pormi limiti, per essere ispirato. Mi aiuta a fotografare le cose con una visione più ampia. Tra l’altro il mio fotografo occidentale preferito è Richard Kern. Nelle sue foto, le donne sembrano rilassate e libere. Sono felice di aver scoperto il suo lavoro.
D.La foto ai tempi dei social. Il tuo profilo Instagram è stato bloccato ripetutamente, ma appena lo ricrei non ci vuole molto tempo per ritornare ad avere numeri importanti. Com’è il tuo rapporto con i social e perché credi che le tue foto piacciono così tanto?
R.I social media sono un ottimo posto per avvicinarsi al grande pubblico. Prima di avere il profilo bloccato avevo raggiunto gli oltre 100 mila followers. Mi hai trovato anche attraverso i social media e li ringrazio per questo. Ero solito esibire il mio lavoro solo su una piattaforma limitata prima che i social media iniziassero ad essere popolari. Apprezzo molto che Instagram mi abbia dato l’opportunità di raggiungere un pubblico molto più vasto. So che i social media hanno delle regole ed è importante seguirle perché sono accessibili a una vasta varietà di utenti. Ci sono naturalmente alcune persone a cui non piaccio né io né il mio lavoro e Instagram a volte sembra supportare le loro opinioni. Tuttavia, man mano che le regole diventano più rigide, sono incoraggiato a trovare un nuovo modo per scattare e ampliare la mia visione. Mi piacerebbe pubblicare il lavoro con una nuova visione e promuovere me stesso al di fuori dei social media. Credo che molti dei miei fan siano attratti dalle donne che fotografo, non da me. Ed è così che mi piace. Mi sento onorato che alcuni di loro apprezzino l’arte nel mio lavoro.
D.Aizawa, grazie mille per la tua disponibilità, ci salutiamo con l’augurio di poterti un giorno incontrare, magari a Tokio. Un ultima domanda, hai in programma mostre con i tuoi lavori? Cosa ti auguri per il tuo futuro personale e professionale?
R.Grazie mille a voi, vi aspetto in Giappone allora. L’anno scorso ho fatto parte di collettive fotografiche in Italia e in Germania. All’inizio di quest’anno ho avuto una mostra sulle foto della mia rivista “Proof Of Life” in Francia. Non espongo frequentemente il mio lavoro, ma mi piacerebbe pianificare il maggior numero possibile di mostre in futuro. Di solito non ho piani futuri, ma pubblicherò le zines non solo sulle donne ma anche su altri temi. Spero che in futuro le persone accetteranno nuovi stili di arte e si divertiranno, senza avere la necessità di criticare subito.
Contatti
Sito: aizawayoshikazu.com
Instagram: @aizawa.yoshikazu
Facebook: Yoshikazu Aizawa

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