Alberto Turturici, conosciuto più semplicemente come Albo, è un illustratore, fumettista palermitano classe 1980. Il suo approccio al disegno avviene già in tenera età, così come è precoce anche la sua produzioni di fumetti pubblicati già nel 1998 sul suo primo sito. Laureato in Giurisprudenza nel 2008 non frequenterà le aule dei tribunali ma si dedicherà nel tempo esclusivamente alla nona arte. Come Freelance si occupa a tempo pieno alla realizzazione di webcomics personali e collettivi e gestisce blog di fumetti. I suoi strumenti sono quelli tradizionali, carta, matite, penne, inchiostro, pastelli e altro, ma utilizza anche le tecniche digitali, dal bitmap al vettoriale.
Ma non vogliamo dilungarci troppo, sarà lo stesso Alberto “Albo” Turturici a raccontarsi e a raccontarci i suoi inizi, la fonte della sua ispirazione, i problemi con la censura, i suoi progetti futuri e tanto tanto altro.
Ciao Alberto e grazie per il tempo che ci hai dedicato. Iniziamo dalla tua passione per il disegno. Sappiamo che hai iniziato a disegnare già da bimbo. Quali sono i tuoi primi disegni? Cosa ti piaceva scarabocchiare?
Non voglio deludere nessuno, ma ahimè si trattava di innocentissimi disegni da bambino. A parte quelli fatti per i compiti, ho cominciato presto a disegnare paperi, ovviamente innamorato dei fumetti Disney che sfogliavo da prima di imparare a leggere. Ogni tanto mi mettevo in testa di disegnare intere storie a fumetti, senza sapere che dietro i disegni c’è una sceneggiatura, senza la quale è difficile arrivare a una conclusione; infatti dopo un paio di pagine le abbandonavo per passare a un’idea più bella.
Con il tempo, crescendo, ti sei diplomato al Liceo Classico e ti sei laureato in Giurisprudenza. Un percorso scolastico lontano dalla tua passione per il disegno. Cosa ti ha indirizzato in questa scelta? Se tornassi indietro rifaresti lo stesso percorso?
Per quanto riguarda la mia formazione, ho seguito senza particolare iniziativa la tradizione di famiglia, non tanto perché sia stato costretto, ma semplicemente perché ero poco informato, specie riguardo all’università: i test di orientamento universitario sono serviti a dirmi che ero portato sia per le discipline scientifiche che per quelle umanistiche (che grande aiuto!) e a parte l’Accademia di Belle Arti e Architettura non conoscevo altro che avesse a che fare col disegno e le arti visive. Le scuole di fumetto erano ancora una roba che esisteva solo a Milano e quindi mi sono dato agli studi giuridici, tenendomi la mia passione per il disegno come hobby e valvola di sfogo. Nel frattempo con internet sempre più diffuso ho cominciato a pubblicare i miei lavori online su un mio sito prima e poi su un blog e così sono entrato in contatto con il mondo del fumetto professionistico.
Se potessi tornare indietro forse probabilmente oggi farei tutt’altro tipo di studi, a cominciare dal liceo artistico per poi continuare con qualche scuola di design, senza dubbio.
Come nasce il tuo stile? Ci sono illustratori/ fumettisti che ti hanno ispirato?
Questa è una delle domande che più temo ogni volta e a cui probabilmente rispondo sempre in modo diverso, perché, come si vede dal mio feed su instagram, ho uno stile molto eterogeneo; sicuramente per la parte cartoon i miei punti di riferimento sono autori Disney come Giorgio Cavazzano su tutti; poi sicuramente Leo Ortolani, Jacovitti, passando poi ad autori stranieri, cito i miei due mangaka preferiti in assoluto, Akira Toriyama (soprattutto nella fase di “Dr Slump e Arale” e la prima parte di “Dragonball” con Goku bambino). Poi, passando all’erotismo, di sicuro Magnus, Bruce Timm, Robert Crumb. Senza citare nessuno degli artisti digitali che seguo sui social perché rischierei di fare una lista infinita.
Come scegli cosa disegnare? In cosa trovi maggiori stimoli o cosa ti fa scattare nella testa il meccanismo creativo che anticipa quello che poi diventerà una striscia/un fumetto o un illustrazione?
Nonostante sia da questo punto di vista abbastanza ossessivo-compulsivo, cerco di non lasciarmi prendere dall’ansia di non sapere cosa disegnerò domani, anche perché spesso le idee migliori sono quelle che ti scoppiano in testa all’improvviso mentre stai cercando di acchiapparne un’altra che non si lascia prendere. La mia ispirazione è molto visiva, ho una nutrita cartella di foto trovate in giro per internet. Altre volte vado a rivedere i miei like su twitter che sono una specie di promemoria da cui ritrovare immagini che mi servono da spunto. Altre volte il percorso è quello inverso, ho un’intuizione, un doppio senso o un gioco di parole e incredibilmente trovo nella mia cartella delle reference qualcosa che si adatta all’occorrenza (altre volte non serve e procedo autonomamente, senza dover cercare documentazione).
A parte questo, ogni tanto mi piace anche ritrarre persone che conosco sui social, che si espongono e amano mostrarsi e farsi disegnare. Si crea qualcosa di molto interessante, specie quando poi confronti il risultato del tuo lavoro con quello che hanno fatto altri colleghi. Ognuno pone in risalto nella persona ritratta qualcosa di originale che magari non si ritrova negli altri lavori.
Ti seguiamo da tempo su Instagram e purtroppo sappiamo che ti è stato chiuso il profilo. Sei ripartito da zero e rapidamente stai riconquistato il pubblico che meriti. Qual è stato il tuo stato d’animo dopo la chiusura del profilo? Cosa pensi della censura molto pensante sui social? Il futuro prossimo è Twitter per contenuti liberi da censura?
Anche se ero consapevole che la spada di Damocle prima o poi mi sarebbe piombata addosso, è stato comunque un bel colpo. Per fortuna ero in vacanza ed ero abbastanza distratto per incacchiarmi come si doveva! A parte gli scherzi mi sono stupito per come l’ho presa bene e sono rimasto calmo. Avevo già un account backup e quindi il mio zoccolo duro di follower l’avevo già al mio fianco; anzi, devo ringraziare tantissimo queste persone, è grazie a loro se sono ripartito velocemente. La censura è il nemico che forse non mi sarei mai aspettato fino a qualche anno fa su internet e poi è anche un bel problema per tutti coloro che usano i social per pubblicizzare il loro lavoro e per promuoversi, se vanno un po’ oltre i limiti della cosiddetta decenza. Purtroppo i social non sono organizzazioni di beneficienza, ma il loro scopo è fare profitti e la ricchezza deriva dalla pubblicità. Le maggiori aziende non amano essere associate a contenuti “problematici” come quelli per adulti e di conseguenza i social cercano di azzerarli per non perdere clienti importanti. Inoltre ci sono legislazioni abbastanza miopi che con lo scopo di ridurre gli abusi sessuali, lo sfruttamento della prostituzione e pratiche come il revenge porn addossano ai provider o ai social media la responsabilità per i contenuti da loro veicolati. Quindi qualunque cosa non rientri nella sfera del consentito, viene eliminato. È triste perché un modo semplice per ridurre i reati a sfondo sessuale, gli abusi e le violenze sarebbe proprio dare la voce a tutti quei bravi divulgatori che vorrebbero parlare di sesso e sessualità in modo aperto e candido a tutti i ragazzi e ragazze che frequentano i social network senza dover stare attenti ad autocensurarsi, perché se scrivi “dildo” magari l’IA del social network flagga quel contenuto e ti mette in shadow ban, rendendo praticamente invisibile te e i tuoi post.
Così si impedisce di aumentare la consapevolezza dei più giovani (e non solo) sul loro corpo. Non si può parlare di sessualità se non rivolgendoci a piattaforme come Pornhub, che vendono intrattenimento, buono appunto a intrattenere, ma lungi dall’educare a una sessualità sana. È un po’ come se pretendessimo di saper guidare solo per aver visto la saga di Fast and Furious!
Infine, Twitter per ora è un’isola felice, ma dipende sempre dal loro business plan e da quanto le cose vanno bene. Anche Tumblr era un paradiso per i contenuti NSFW fino a quando Yahoo non ha deciso di venderlo e per renderlo appetibile ha bandito tutti i contenuti per adulti.
Per visionare i tuoi fumetti è possibile abbonarsi al tuo Patreon. Conosciamo poco questa piattaforma (ahinoi), qual è la tua esperienza? Credi possa essere una soluzione ottimale per chi vuole utilizzarla per pubblicare in maniera esclusiva i propri lavori? Il cartaceo resisterà all’internet?
Patreon è stato per me una manna dal cielo in questi mesi di lockdown e pandemia. Ero già in decisa crescita prima che il Coronavirus irrompesse nelle nostre vite e sorprendentemente la tendenza non si è invertita nei mesi successivi Prima di pensare che Patreon sia la soluzione per tutti bisogna dire che richiede molto tempo e assiduità e bisogna avere un nutrito gruppo di followers come base di partenza. Ho aperto il mio Patreon nel 2015 e i primi risultati li sto vedendo da poco più di un anno. Sicuramente è un ottimo modo per arrotondare e non credo che si sostituirà al cartaceo. Si tratta di due mondi differenti; i contenuti esclusivi che pubblico (illustrazioni e fumetti nsfw) hanno senso online e difficilmente avrebbero un mercato nell’editoria tradizionale. Non nascondo che vorrei ci fosse una comunicazione tra i due mondi, infatti nei miei fumetti per adulti sto cercando di coinvolgere alcuni fra i colleghi fumettisti che più stimo per proporre storie “d’autore” che siano qualcosa di più dell’equivalente a fumetti di un video che si può trovare su PornHub. Sto cercando di fare storie in cui il sesso sia centrale ma sia comunque funzionale a una storia. Comunque una prova con Patreon la consiglio, con la raccomandazione di non pensare di avere successo subito, di essere assidui e di non farlo diventare l’unica fonte di reddito, perché su internet le cose sono sempre piuttosto precarie, un giorno ci sono e l’altro -PUF!- non ci sono più!
Erotismo e sessualità sono temi presenti dei tuoi disegni e sono caratterizzanti in alcuni tuoi personaggi. Il tutto con una buone dose di ironia. Pensiamo a Jucika ad esempio. Cos’è per te l’erotismo e come nasce il tuo immaginario ironico-erotico?
Sarà che da quando ho cominciato a leggere fumetti ho amato l’umorismo e ho divorato tante strisce italiane e straniere, sarà che sono rimasto fulminato a 8-9 anni dalla visione di Lamù, per questo per me sono cose che sono sempre andate di pari passo. Nel panorama dei manga e degli anime è una caratteristica più marcata, l’erotismo e la commedia sono molto spesso legati strettamente. Un po’ meno da noi in cui l’erotismo, a meno che non provenga da mani come quelle di Manara, è relegato a qualcosa di inferiore o da nascondere. Ci sono però delle eccezioni in cui il connubio tra umorismo e sesso ritorna, come Mordillo, anche questa una scoperta della mia prima adolescenza. Ricordo ancora le prime volte che vidi quei personaggi coi nasoni che si abbandonavano ad attività decisamente licenziose e la cosa mi eccitava e divertiva allo stesso tempo. È stato naturale provare a coniugare le due cose, dunque, e a questo proposito, la scoperta di Jucika è stata la proverbiale ciliegina sulla torta. Questo meraviglioso personaggio nelle sue strisce originali è spesso alle prese con situazioni un po’ osé; mi è bastato poco per capire che potevo portarlo ai nostri giorni e renderlo protagonista di storie in cui sesso e umorismo sono inscindibilmente legati.
Parlando di social, erotismo, sessualità. Hai mai ricevuto critiche riguardo i tuoi disegni? Anche Albo ha i suoi haters?
Conosco perfettamente le conseguenze di quello che sto per dire, però fino ad ora non ho avuto mai hater che facessero di me la loro ragione di vita. Le critiche ci sono e vanno ascoltate, se non fatte proprie se hanno un valido fondamento. Mi è successo fino a qualche giorno fa e credo che sia fondamentale se si vuole migliorare e crescere, personalmente e professionalmente.
Poi come tanti altri, ricevo attacchi se vado a toccare argomenti sensibili (specie se in mezzo ci si mette la politica e l’attualità). Ma in quel caso il bersaglio non è tanto la mia arte quanto il messaggio che c’è dietro. Messaggio che c’è sempre, solo che in alcuni casi è più evidente e non va cercato tra le righe.
In ogni caso penso che sia meglio anche avere commenti e critiche negative che non averne proprio. Per noi creatori di contenuti l’indifferenza è persino peggio di un commento negativo.
Chi ha iniziato a seguirti sui social si è avvicinato ai tuoi fumetti grazie a MoStrip. Correva l’anno 2005. In cosa sei cambiato tu e il tuo modo di disegnare? Se dovessi fare un bilancio di questi sedici anni, come li giudichi?
In breve posso dire che in sedici anni di attività c’è stato un rovesciamento delle parti: se all’inizio la mia identità pubblica era quella del disegnatore umoristico e la mia identità segreta era quella che provava a fare contenuti per adulti, oggi è viceversa: molti mi conoscono per i miei contenuti NSFW e pochi sanno che lavoro anche a fumetti per tutti!
Per il resto sono consapevole che sono cresciuto, mi sono evoluto… Forse ho perso anche qualcosa, come l’abilità e la velocità nel creare delle storie da zero. Negli ultimi anni ho lavorato come disegnatore o colorista a storie altrui e ho perso un po’ di smalto da questo punto di vista. Non si è esaurita la fantasia, ho solo una enorme difficoltà a passare dallo spunto a costruire una storia fino a trasporla in pagine disegnate. Quest’estate ho vinto parzialmente questo blocco disegnando una storia NSFW che ho appena finito di pubblicare su Patreon e adesso si tratta di continuare su questo sentiero.
Il bilancio sul passato lo abbiamo fatto, “di mangiare abbiamo mangiato, di bere abbiamo bevuto”, ora concludiamo (così ti lasciamo ai tuoi disegni) con un ultima domanda riguardo il tuo futuro. Quali sono i tuoi prossimi progetti e quali sono i tuoi sogni da fumettista che vorresti si realizzassero?
Nell’immediato futuro ho in cantiere una storia breve per Patreon scritta da Delacroix che si chiama Space Brothel e che spero di pubblicare tra poche settimane. Ho già qualche nuova sceneggiatura da disegnare nei mesi successivi e poi proverò di nuovo a sceneggiare anch’io un sequel a Blind Date (la storia di cui parlavo nella domanda precedente), visti gli incoraggiamenti a proseguirla da parte dei miei sostenitori.
Per il resto, vorrei anche continuare a lavorare e collaborare con i miei colleghi fumettisti come ho fatto fin ora. Ho un fumetto in uscita nei prossimi mesi con Shockdom, per la prima volta anche in Francia e Spagna, oltre che in Italia. E infine, spero che vincendo le mie difficoltà riesca anche a proporre a qualche editore un fumetto di cui sia autore completo, dai testi ai disegni.
Contatti
Instagram: @albogr.am
Facebook: albogallery
Twitter: @albo
Patreon: alboart

Condivisione Rumorosa di arte erotica ricercata e sconosciuta, di sontuosa volgarità e raffinata pornografia.