“Mi interessa l’idea di provocare. Amo ridescrivere la realtà al fine di ironizzare usi e costumi, provando a fornire una diversa chiave di lettura”. Luigi Argiuolo
Luigi Argiuolo è un designer di prodotti e illustratore, nato a Napoli dove si è laureato in Industrial Design. Dopo numerose esperienze lavorative in Italia la sua curiosità e la sua voglia di nuove sfide lo portano a trasferirsi ad Anversa, Belgio, dove tuttora risiede e lavora come designer di prodotti freelance. Proprio questo trasferimento in una nuova città, in una nuova nazione, spinge Luigi a dedicarsi all’illustrazione. Come lui stesso ci confida disegnare per lui “è stato come dare vita a qualcosa di familiare che faceva da sostituto alle cose che si perdono quando si va via”. I suoi lavori nascono da riflessioni personali, conversazioni con amici, scene quotidiane e dalla realtà sociale ma anche politica che ci circonda. Luigi Argiulo ama provocare con i suoi disegni e lo fa usando l’arma sottile ma tagliente dell’ironia e della satira. Spettacolare e parsimonioso, a nostro parere, l’uso dei colori. Ogni disegno è caratterizzato infatti da pochi colori che riescono a dare all’immagine un aspetto austero e allo stesso tempo iconografico e di forte impatto visivo.
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Domanda.Ciao Luigi e grazie per aver scelto di rispondere alle nostre domande. Nasci e lavori come Industrial Design, come nasce questa passione?
Risposta.Credo sia nata un po’ di istinto. Quando ho scelto di studiare industrial design mi sentivo stimolato dall’idea di un estetica applicata. Sono sempre stato affascinato dall’idea di poter progettare un oggetto che possa essere non solo bello e funzionale, ma anche capace di definire i toni e l’identità di uno spazio.
D.Abbiamo letto su di te che ti sei dedicato all’illustrazione dopo esserti trasferito in Belgio. Un caso oppure c’è un motivazione particolare per cui nella tua nuova città hai sentito l’esigenza di esprimerti anche tramite il disegno?
R.L’illustrazione non è nata per niente in maniera casuale. Disegnare è stato come dare vita a qualcosa di familiare che faceva da sostituto alle cose che si perdono quando si va via. Nonostante gli stimoli provenienti da una nuova realtà sentivo il bisogno di aprire una conversazione con me stesso. Un po’ come se dovessi ricordarmi di chi fossi. E’ stato da subito uno strumento per metabolizzare tale cambiamento. Passare da un nucleo familiare dinamico e rumoroso ad un appartamento spesso silenzioso è stato una sorta di shock.
D.Quando ti metti seduto a disegnare hai già idea di cosa vuoi realizzare o il tuo processo creativo si alimenta man mano che il disegno prende forma? Dove prendi ispirazione per i tuoi lavori?
R.L’ispirazione mi viene da momenti casuali. Riflessioni personali, conversazioni con amici, scene quotidiane. Le immagini prendono forma nella mia testa; quando mi siedo a disegnare so già a quale risultato sto ambendo. Sono pochi i dettagli che devo perfezionare durante il processo creativo(come ad esempio i colori). Una volta finito provo un senso di liberazione, l’idea è finalmente sul foglio.
D.Molto divertente il progetto jogaMaster. Sia perchè fa rivivere personaggi storici alle prese con lo joga sia perchè stigmatizza un po’ questa pratica che sembra “risolutrice” di ogni problema. Come mai questa scelta di unire le due cose? Come nasce il progetto?
R.Nasce da un periodo. Vivevo forse il mio primo winter blue ad Anversa, il più delle volte, nei miei momenti down mi veniva consigliato dagli amici di provare lo yoga, che pareva di essere il nuovo trend. L’idea nasce proprio dall’immaginare personaggi noti praticare yoga. Li conosceremmo per gli stessi motivi? La serie non vuole dare una risposta, è solo un “what if..”? Dal punto di vista più tecnico mi ha divertito mostrare le forme del corpo umano in posizioni così bizzarre.
D.Oltre che ironici molti dei tuoi disegni sono una satira verso i potenti di oggi e verso alcune loro scelte. Pensiamo al tuo disegno su Putin per esempio. Quanto importante credi sia la satira oggi, e quanto è importante per te realizzarla?
R.Mi interessa l’idea di provocare. Amo ridescrivere la realtà al fine di ironizzare usi e costumi, provando a fornire una diversa chiave di lettura.
Penso sia importante stabilire la propria posizione artistica, soprattutto quando ci si focalizza su temi che toccano tutti noi.
In questo senso, trovo che la satira o l’arte in forma di protesta sia efficace nello scrollare le coscienze individuali, portando alla luce temi che passano spesso inosservati, come la realtà della comunità LGBTQI in Russia:
ecco Putin.
D.Una domanda che facciamo a tutti gli artisti che intervistiamo riguarda il loro rapporto con i social. Credi ci siano solo punti a favore per un artista nell’utilizzo di questi potenti mezzi di comunicazione o credi che ci sia anche qualche punto grigio?
R.Io non condanno i social. Io sono affascinato dal loro potere e trovo sia molto interessante il ruolo che oggi hanno nel definire trends e veicolare informazioni.
Personalmente credo che, proprio grazie ai social, oggi si avverte un cambiamento nel panorama artistico.
Molti più giovani hanno la possibilità di esporre le loro creazioni, lontani dalle macchine curatori/gallerie/mercato, creandosi un’ampia e più accessibile vetrina.
C’è forse il rischio che si vengano a creare artisti di serie A e artisti di serie B?
Possibile; ma la già sola possibilità che più gente sia spronata a creare, ispirare e darsi da fare a livello artistico mi rende felice.
D.Parliamo un po’ di te. Da Napoli ti sei trasferito in Belgio, ad Anversa, già da da un po’ di anni. Che aria si respira? Il belgio ha dato i natali a molti artisti importanti, soprattutto nel fumetto, si avverte tutto ciò? Ti manca Napoli e l’Italia?
R.Penso si respiri un’aria molto stimolante. Io credo ci sia un’alta predisposizione all’arte. Quando la gente è meno preoccupata a guadagnare da vivere si può permettere di includere nella propria quotidianità il fare o apprezzare arte.
Certo, mi manca Napoli perché ci sono i miei affetti, mi mancano i giri in centro per un caffè e una chiacchiera. C’è sempre un po’ di nostalgia per l’Italia, ma non mi mancano le cose che odiavo della condizione di giovane precario.
D.Luigi, noi speriamo di incontrarti ad Anversa così da dare vita ad un altra intervista, magari davanti una delle tante buone birre belghe. Per ora ti ringraziamo e ti salutiamo chiedendoti cosa ti aspetti dal futuro? Sogni e progetti.
R.Spero di sentirmi continuamente ispirato.
Contatti
Sito: argiuolo.com
Instagram: @argiuolo_
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Lui è mio cugino