“Il progetto “Be a Woman” affonda le radici nel vissuto autobiografico ed è prettamente frutto di un’esigenza personale. La mia giovane età è caratterizzata da un processo di metamorfosi psicologico e fisico in cui viene a crearsi una frattura fra la dimensione infantile e inconsapevole della giovinezza, contrapposta all’entrata e alla presa di coscienza della vita adulta. Per questo motivo la serie si articola fra una differenziazione ed identificazione nei ruoli femminili riconosciuti universalmente, come – figlia, madre, moglie, vedova – in cui il cambiamento fisico è complementare e strettamente interconnesso a quello psicologico. I processi di differenziazione si sono tradotti in immagini simboliche e metaforiche di alcuni stati mentali come la disillusione e l’amore, la ricerca di sé, il tema della fertilità che vede la donna come entità potenzialmente generatrice di vita – ciò che più la contraddistingue dal sesso maschile – e i doveri che porta sulle proprie spalle.
Visivamente, gran parte del progetto è composta da autoritratti e da still-life in cui il corpo si rende protagonista dell’analisi; l’intenzione non è autoreferenziale, ma cerca di estendersi a un’espressione che vuol essere il più generale ed universale possibile. Nel complesso sono presenti meccanismi di sublimazione di alcuni avvenimenti/stati d’animo vissuti – come la separazione dei miei genitori, la morte di mio nonno, l’arrivo del ciclo mestruale che coincide con l’inizio dell’età fertile, l’amore adolescenziale con tutte le parole non dette e rappresentate dalle lettere “cieche’’, il peso dell’infanzia e questa condizione binomiale dell’esistenza dove ci si sente doppi e divisi in un unico corpo.
La scelta di includere e ritrarre i membri femminili della mia famiglia è stata determinante e necessaria, poiché ha prodotto una prima consapevolezza di quelle fasi mentali e fisiche che ancora non ho vissuto realmente – come l’arrivo della menopausa, i doveri che avrò un domani sulle mie spalle, la consapevolezza del decadimento del corpo, la ricerca infinita di me stessa. Tutte cose che fanno già parte della mia esperienza in modo indiretto, dal momento che sono state sperimentate ed assimilate attraverso le donne che mi circondano.
Come per i significati, anche dal punto di vista estetico coesistono forme eterogenee. L’utilizzo del corpo assume due principali declinazioni; la prima è un essere corpo in sé per sé, senza modificazioni esterne. La seconda, e più complessa, è una declinazione performativa dove il corpo diviene tela e strumento proprio per esprimere un qualcosa che è prettamente emotivo, mentale, psicologico e simbolico. Da qui la scelta della scrittura o del disegno sulla pelle, i tagli, i riferimenti al sangue come fluido vitale, sacro e necessario, e le pose costruite e assunte per meglio veicolare i messaggi simbolici.
I soggetti a disposizione della fotografia desiderano coincidere strettamente con i concetti. Per tale ragione si predilige un’estetica scarna e asettica dal punto di vista ambientale. Tutto il bianco che vediamo intorno ai soggetti o agli oggetti permette allo sguardo di concentrarsi soltanto sulle uniche parti vive dell’immagine. Quest’impostazione vuole essere incisiva e descrittiva nel senso più ampio del termine; desidera mostrare l’ambiguità del concetto senza fornire risposte specifiche, ossia sottoporre dei problemi e delle domande che possono essere facilmente riconosciute”.
Chiara Cordeschi è nata in Sardegna nel 1996 e si è appena laureata in Nuove Tecnologie dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Inizia a fotografare all’età di quattordici anni e sin da subito coglie le potenzialità del mezzo fotografico come strumento per esplorare se stessa e il suo corpo.
Integra la pratica dell’autoritratto con quella di still-life scegliendo accuratamente oggetti che divengono simboli o estensioni di sé.
La tematica predominante all’interno del suo lavoro è il corpo e l’identità femminile, entrambi visti e analizzati in una chiave di naturale nudità e verità.
La serie completa è disponibile sul sito della fotografa Chiara Cordeschi.
Contatti
Sito: chiaracordeschi.com
Instagram: @chiara.cordeschi

Condivisione Rumorosa di arte erotica ricercata e sconosciuta, di sontuosa volgarità e raffinata pornografia.