Francesco Berti è un fotografo autodidatta nato a Roma nel 1968 ma cresciuto in un piccolo paese vicino a Venezia. Per Queef Magazine si racconta e ci racconta il suo immaginario e il suo progetto “Berliners”. Ecco le sue parole.
“Ho iniziato a fotografare quasi per caso quando ricevetti in regalo una vecchia reflex analogica. Da allora sono passato al digitale e il mio interesse primario è il ritratto e la relazione che si crea tra modello e fotografo, ma sono anche interessato ai fiori e alle architetture.
Le immagini fanno parte di un progetto “Berliners”. Un lavoro di ricerca su giovani uomini che vivono a Berlino pur non essendo tedeschi. Giovani che arrivano da ogni parte del mondo alla ricerca di un futuro migliore o di un esperienza o semplicemente perché vogliono vivere in un paese dove forse è più facile vivere la loro identità di genere. In quest’epoca in cui l’identità delle persone è strettamente legata all’immagine che vogliono dare di loro stesse tramite l’abbigliamento, gli accessori e i profili sui social network, è raro riuscire a metterle a nudo.
Etichette come hipster, normcore, geek., etc.. Tutti tentativi di definizione dell’identità personale basati sull’adesione del proprio look e del proprio stile di vita a modelli preesistenti.
La fotografia di nudo, e il rapporto tra fotografo e modello che presuppone, sembra allora riaffermarsi come l’unico sguardo scevro da sovrastrutture nel tentare di conoscere l’altro, superando l’immagine che tenta di dare di sè.
Il nudo spesso viene associato alla sessualità ma quello che ricerco nei miei scatti è un momento di intimità, di malinconia, una ricerca della fragilità nei corpi di giovani uomini che si stanno liberando di una mascolinità tossica che ci imponeva di essere forti, senza debolezze.
Negli ultimi anni mi sono via via sempre più interessato alle situazioni limiti, alle zone marginali ma anche alla bellezza, negli ultimi anni la mia ossessione sono i corpi e gli addii”.
Contatti:
Sito: francescoberti.com
Instagram: @francesco_berti_photos
YouPic: Francesco Berti
Parliamo di arte omoerotica e di favolosità. A cura di Paconazim.