Abbiamo il piacere di presentarvi “BIBLE: for when I Will Die“, il libro di Marcel Swann.
Edito da King Koala Press lo potete trovare sul sito dell’autore (marcelswann.it CLICCA QUI).
Per farlo abbiamo scelto di affidarci alle parole di Domenico De Chirico che ha scritto il testo critico del libro e del quale è stato il curatore.
Buona lettura e buona visione.
La vita è una danza nel cratere di un vulcano:
erutterà, ma non sappiamo quando.”
“Lezioni spirituali per giovani Samurai” (Incipit)
Libro di Yukio Mishima scritto tra il 1968 e il 1970 e
pubblicato per la prima volta in Italia nel 1988
Tutt’altro che mendace e di vocazione incontrovertibilmente tranchant, Marcel Swann nasce nel 1986 in Brasile per poi spostarsi già poco dopo in Toscana. Sin dalla fanciullesca età di dodici anni inizia ad esprimere la sua vena creativa mediante i graffiti, prediligendo categoricamente lo stile old school. In concomitanza, inizia dapprima a fotografare il lavoro di altri street artist per poi successivamente archiviarlo e studiarlo, così da poter finalmente appurare che la fotografia e senza alcun dubbio il medium a lui più congeniale. All’età di ventitré anni si trasferisce per un anno a Birmingham in Inghilterra e successivamente per sei mesi a Los Angeles in California: da questo momento in poi egli inizia a delineare la sua personalissima concezione di fotografia. Ab illo tempore, affidandosi ad un punto di vista che si presenta sovente come avvedutamente odeporico e fortemente empirico, ogni suo progetto nasce, in prima istanza, dallo studio approfondito di testi di filosofia, psicanalisi e letteratura, con il fine ultimo di poter profondamente stimolare una ponderazione, perpetua e scrupolosa, sui tempi che corrono, ponendo sovente l’accento sui segni sensibili che li caratterizzano.
Sulla basi di tali premesse, nasce “BIBLE // for when I will die // ”, secondo capitolo di una trilogia nata del 2017 con “Tears // NAH”, pubblicazione edita da Iemme Edizioni in cui, mediante l’utilizzo armonico di fotografia e scrittura, egli crea un personale percorso di ricerca utilizzando malinconiche reminiscenze e nuove e sempre piu sorprendenti scoperte che, all’unisono, finiscono col razionalizzare vivacemente il suo passato. Attualmente, con la pubblicazione in questione “ BIBLE // for when I will die // ”, per l’appunto, Swann decide di affrontare quella grande sfida che prevede la granitica volontà di imparare a sentire il proprio corpo così da poter finalmente riconoscere le proprie vocazioni sessuali, tra dinieghi e predilezioni, concentrandosi sulla complessa e probabilmente ancora poco chiara questione delle parafilie. Il termine in questione deriva dal greco para παρά = “presso”, “accanto”, “oltre” e filia φιλία = “amore”, “affinità” e in ambito psichiatrico, psicologico e sessuologico si riferisce a qualsiasi intenso e persistente interesse sessuale diverso da quello per la stimolazione genitale, o i preliminari sessuali, con partner umani fenotipicamente “normali”, fisicamente maturi e consenzienti.
A differenza dei disturbi parafilici, ed e bene sottolinearlo, le parafilie sono preferenze sessuali non patologiche, fortemente connotate da un impetuoso canale sensoriale. Ed e proprio qui che nasce la riflessione di Marcel Swann, il quale, lavorando sulla realtà del racconto autentico di tutte le persone da egli ritratte, giocando, peraltro, con diverse tecniche fotografiche, offre uno studio sul valore imprescindibile della libertà di espressione, talvolta manifestata talaltra soffocata, stimolando e invitando il fruitore a diventare protagonista indiscusso del proprio sentire in relazione ad una percezione assai personale dell’altro, nel mondo. Questo processo creativo, che mai prescinde da esperienze di vita e di confronto leali, si contrappone, in maniera impavida e irremovibile, ad ogni sforzo di oggettivazione e a tutti quegli atteggiamenti stereotipati, tipici dei ruoli limitati, sfidando ogni tentativo lussante di apparente valorizzazione di corpi e volti affinché risultino essere paradossalmente identici e, quindi, spogliati delle loro identità.
A tal proposito, in accordo con il pensiero dello scrittore, filosofo, esoterista e intellettuale francese René Guénon, secondo cui l’uomo occidentale si e staccato dai cieli con la scusa di conquistare la terra, volto all’esposizione di alcuni aspetti delle cosiddette «forme tradizionali», con “BIBLE // for when I will die //” egli ha cercato, riuscendoci, di ricreare un singolare linguaggio simbolico in grado di condurre l’astante a porsi delle domande, preferibilmente in uno stato meditativo in cui l’arte funge da supporto per una comprensione piu profonda di un qualsiasi frammento del reale, considerando che, per dirla con Guénon stesso, ogni parte che lo costituisce risulta intimamente correlata alle altre, in modo da non poter esserne piu separabile se non artificiosamente.
Pertanto, considerando che la pars destruens dell’opera di René Guénon e riconducibile, in sintesi, alla condanna intellettuale di tutto ciò che si pone come ostacolo alla piena
realizzazione spirituale, Swann concepisce sapientemente questa dolce ma al contempo cruda sinfonia fotografica, composta di quella famigerata teoria dualista di Eros e Thanatos, le due pulsioni che, secondo l’omonimo mito, hanno dato origine alla vita e che da sempre dominano, in maniera dogmatica, l’essere umano. Marcel Swann non ha timore alcuno della suddetta dicotomia, essendone particolarmente affascinato: ed e così che tra ammiccamenti, oggetti del piacere, libido imperversante, voyeurismo, condivisione e protagonismo, gli spasmodici corpi nudi e bramosi, vulnerabili e sinceri sono finalmente pronti a condividere desiderio profondo e percezioni convergenti, esibendosi in un turbinio di sfumature compartecipanti tra realtà e fantasia, nel tentativo di provare a dare libero sfogo a tutte quelle pulsioni sottostanti, tipiche dell’ambiente culturale contemporaneo, con il nobile auspicio di riuscire a coinvolgere lo spettatore affinché entri in contatto diretto con l’opera, questa volta non piu da intendersi come oggetto da contemplare passivamente poiché questa stessa e aperta ad una condivisione, non più distillata ma totalizzante.
Si assiste, così, al coronamento di quel punto di incidenza in cui la pulsione verso il piacere e il principio di realtà dell’Io, ovvero tra una tendenza a soddisfare
immediatamente i bisogni della libido e una a procrastinarli adattandoli al mondo reale, si scontrano con i limiti imposti dalla natura e dalla società che solitamente ci impediscono di raggiungere quella meta così tanto anelata: la felicità.
E allora, cosa può liberarci da un possibile stadio, tutt’altro che ameno, in cui quella bieca accidia così tanto minacciosa prende il sopravvento se non la salvifica conoscenza? Solo così può radicarsi quel pensiero rizomatico, tanto caro al filosofo francese Gilles Deleuze, secondo cui, seguendo tutti i cicli cosmici, tutte le sfumature che caratterizzano la pullulante e feconda linfa vitale possono e devono originarsi in un unico punto per poi dispiegarsi apertamente in molteplici direzioni, poiché, come egli stesso sosteneva: «un po’ di possibile, sennò soffoco». « (…) Aspettati perciò particolari osceni, e scusami se non li taccio. Ignoro l’arte di dipingere senza colori (…)»*.
Pertanto, una concitata tensione erotica tormenta tutto ciò che liturgicamente tace.
Infine, sempre in riferimento alle impavide, intense, crude e inconfondibili fotografie di Marcel Swann, per dirla con lo scrittore e giornalista italiano Fausto Gianfranceschi, in riferimento all’operato dello scrittore controverso giapponese Yukio Mishima: «e impossibile sopportare la realtà quando un’idea violenta (di bellezza o di grandezza) invade l’uomo, provocando una lancinante lacerazione. (Nel libro) la soluzione e letteraria, ma l’autore l’ha personalmente realizzata rovesciando le parti: ha distrutto se stesso per dare piu forza alla sua idea di grandezza». Sarà forse questa, in ultima istanza, l’ardente e irrefrenabile aspirazione di Marcel Swann?
* Frase tratta da: Marchese de Sade “Aline e Valcour”, 1793
Biografia Marcel Swann
Marcel Swann nasce nel 1986 in Brasile per poi spostarsi, ancora in tenera età, in Toscana. Presto ossessionato dalle arti visive, all’età di dodici anni inizia la sua attività come graffiti writer, preferendo lo stile old school. Inizia a fotografare il lavoro di altri street artist per poterlo archiviare e studiare rendendosi presto conto che la fotografia è il medium a lui più congeniale per fare ricerca sulle varie materie di suo interesse. All’età di ventitre anni si trasferisce a Birmingham -Inghilterra- per un anno e successivamente sei mesi a Los Angeles -California-: in questo periodo inizia ad affrontare professionalmente il mondo della fotografia su diversi fronti ed inizia ad esporre in Italia ed all’estero. Ogni suo progetto nasce in prima istanza dallo studio approfondito su testi inerenti filosofia, psicoanalisi e letteratura per poi aprire una riflessione che verte sul mezzo usato, su se stesso e sul tempo in cui stiamo vivendo ponendo l’attenzione sui segni sensibili che questo offre. Uno dei temi principali su cui gravitano i suoi lavori riguarda l’assenza di desiderio -in termini lacaniani- nel nostro tempo. Il progetto sul tema, che l’artista ha denominato “Kill Jouissance”, si sviluppa in tre fasi. Nel 2017 esce il primo libro ad esso collegato “Tears // NAH” edito da Iemmedizioni dove, sfruttando fotografia e scrittura, crea un personale percorso di ricerca utilizzando reminiscenze e scoperte che vanno a razionalizzare – con l’accezione cara a Gilles Deleuze- il suo passato. Il 2023 è l’anno in cui si chiude la seconda fase del progetto “ BIBLE // for when I will die // ”. Questo libro affronta il riconoscere le proprie vocazioni sessuali, con particolare attenzione alle parafilie. Un individuo frustrato dal non vivere liberamente la propria sessualità, a causa dall’elemento vergogna indotto da una società che lo vuole solo come consumatore, è più facilmente manovrabile e ne paga le conseguenze a livello sociale e politico. L’autore lavorando sulla realtà del racconto delle persone ritratte e giocando con diverse tecniche fotografiche offre una riflessione sul valore della libertà nel nostro tempo e stimola il fruitore di questo percorso artistico a farsi protagonista del proprio sentire. La terza fase “Catarsi”che unisce foto e pittura dovrebbe vedere la luce nel 2025.
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Condivisione Rumorosa di arte erotica ricercata e sconosciuta, di sontuosa volgarità e raffinata pornografia.