“Il corpo mi aiuta ad esprimere quel che sento, quel che provo. D’altronde il corpo è sede di tutto ciò che sentiamo, proviamo, pensiamo, percepiamo. In esso si sparge l’eco di quanto il nostro cervello elabora.”
Clotilde Petrosino è sicuramente una delle più interessanti e particolari fotografe che ci sono in circolazione. Tra natura e corpi nudi, le sue immagini sono delicatamente manipolate creando un effetto davvero unico per delicatezza e precisione. Il risultato sono immagini surreali che spaziano tra tematiche incentrate sull’identità, le emozioni e la natura. Il suo lavoro è sia sull’innovazione che sulla tradizione, giocando con forme, colori e luci, inoltre da come è facilmente intuibili dai suoi scatti è una vera maniaca della precisione, della tecnica e di tutte le operazioni preliminari che rendono una foto perfetta già prima dello scatto. Ama usare il self-portraits per esplorare le sue emozioni. Alcune delle sue opere sono state premiate e riconosciute a gare internazionali. Ma ora diamo spazio alle sue parole, e alle sue splendide foto.
Domanda.Clotilde siamo onorati e felici di poterti intervistare, siamo rimasti folgorati dai tuoi scatti dal primo istante in cui i nostri occhi hanno avuto la fortuna di incrociarli nel marasma di immagini che il web ci offre.
Iniziamo con il chiederti la cosa più ovvia, ovvero, quando e come nasce la tua passione per la fotografia?
Risposta.La mia passione per la fotografia è nata con me. Sin da piccola (5-6 anni) mi divertivo a giocare con le macchine fotografiche di mio nonno. La prima cosa che ricordo di aver fotografato, in preda ad un impeto inspiegabile è il televisore. C’era l’immagine di una donna. La ricordo vagamente. Purtroppo una volta sviluppato il rullino, scoprii che l’immagine non era stata stampata dal laboratorio. Mi è capitato spesso anche negli anni successivi, alle elementari, al liceo. Più che altro perché i laboratori non pensavano che le foto che io scegliessi di scattare fossero volute. Le ritenevano casuali o degli errori.
D.Il tuo progetto “Anonimo” è semplicemente stupendo, sia per il concept che per come lo hai realizzato. Gli scatti sono raffinati e i corpi sono così in armonia con la natura che non fanno nemmeno pensare ad un collage.
Com’è il tuo rapporto con la natura e con il corpo?
R.La natura mi restituisce sempre un senso di pace e di armonia. Sono sempre alla ricerca, nelle mie passeggiate, nelle mie gite, di luoghi naturali. Credo fortemente che sia un bisogno primordiale, quello di tornare alla natura. D’altronde è nelle nostre origini, è in noi e noi siamo in essa.
Amo profondamente le forme del corpo. Il corpo nudo, in ogni sua forma. E nella mia ricerca personale e artistica è sempre stato un punto di partenza, di arrivo, un passaggio necessario. Il corpo mi aiuta ad esprimere quel che sento, quel che provo. D’altronde il corpo è sede di tutto ciò che sentiamo, proviamo, pensiamo, percepiamo. In esso si sparge l’eco di quanto il nostro cervello elabora.
D.Anche il progetto “Bodies” ha come concetto il rapporto tra corpo-natura, pero’ qui il verde accesso delle foglie e l’azzurro cielo lasciano il posto ad un paesaggio arido. Perchè questa scelta?
R.“Bodies” E’ uno studio di forme e colori. Volutamente autunnale. Ho scelto una palette di colori tipicamente autunnali, da qui anche la scelta della modella, Nina Orlandi, che ha una pelle chiarissima e capelli rossissimi. In questo caso, rispetto alla serie “Anonimo”, ho sentito la necessità di mettere in risalto aspetti più selvatici della natura, e un legame più profondo con essa. E’ un tipo di tema che influenza molto la mia ricerca stilistica e che mi accompagna, insieme a quello dell’identità in molti dei progetti che realizzo.
D.”Whirling Thoughts” è forse il tuo progetto più intimo. Qui affronti temi più personali dell’animo umano come ansia, paura, ossessione. Com’è nata la necessità di realizzare questo progetto e qual’è stato il processo creativo che ha permesso di essere realizzato con queste modalità?
R.“Whirling Thoughts” nasce dal mio interesse per la Psicologia. In particolare, si concentra su un sintomo tipico della depressione e del disturbo d’ansia: quello della “ruminazione”. Nella mente del soggetto si generano cicli di pensieri continui, negativi che alimentano stati d’ansia e di depressione favorendo un senso di profonda impotenza.
Il processo creativo è stato molto spontaneo, dopo accurate ricerche sul tipo di disturbo, ho cercato di creare un contesto romantico, con dettagli floreali, introducendo elementi di disturbo e di contrasto quali le posizioni della modella, il viso coperto dai capelli e l’utilizzo dei fili.
D.Il tuo stile è preciso, limpido, pulito e tecnicamente impeccabile, come nascono i tuoi progetti e quanto tempo dedichi a ciascuno di esso?
R.La mia mente è in costante creazione, ho un’idea al secondo. Di solito scrivo molto, cerco di riordinare le immagini che affiorano nella mia mente e attendo molto tempo, prima di passare all’azione. Facendo ricerche perlopiù. Leggendo molto sui temi che voglio affrontare, guardando documentari o film, andando alle mostre. Quando scatto, di solito dedico molto tempo alla preparazione del set, e alla disposizione delle luci. Ho bisogno che tutto sia come l’ho immaginato o che almeno si avvicini all’idea di immagine che voglio realizzare. Sono molto attenta ai dettagli e amo risolvere tutti i problemi sul set, piuttosto che dovermene preoccupare dopo lo scatto, in fase di post-produzione. E’ un approccio che sicuramente devo alla mia passione per la fotografia analogica.
D.Hai avuto riconoscimenti a livello internazionale per le tue foto. Quando hai iniziato a fotografare ti sei subito resa conto del tuo talento o sono stati gli altri a dirti: “Cara Clotilde, tu hai talento, la fotografia è il tuo mondo, il tuo habitat naturale”? Quando hai ricevuto i primi premi cosa hai pensato?
R.Quando ho iniziato a fotografare anche se volevo che fosse la mia carriera, non avrei mai immaginato di vincere dei premi per le mie foto.
Sento la fotografia come habitat naturale perché non riesco a farne a meno. Anche quando vado in vacanza, ho sempre con me la mia compatta a pellicola o uso il cellulare per fare foto ad alta risoluzione. Quando ho ricevuto i primi premi ho gioito. Sono stati uno stimolo e uno sprone a fare di meglio. Ad impegnarmi ancora di più.
D.Nel panorama artistico attuale, ci sono fotografi e fotografe che ammiri o che segui particolarmente?
R.Joanne Leah è una fonte costante di ispirazione. Ha un modo di fotografare il corpo che è molto libero, sporco e pulito al contempo. A tratti estremo. Ho avuto anche il piacere di conversarci, purtroppo solo telematicamente data la distanza che ci separa.
Un’altra fotografa che ammiro e che è anche una mia cara amica è Dayana Montesano. Una delle sue opere che più amo è Analisi. Dayana lavora molto con il corpo, con la nudità, e ha uno stile molto pittorico. Trovo le sue opere bellissime e il nostro rapporto molto bello e stimolante.
Angela Buron è un’altra fotografa che seguo con passione e che ha un modo di lavorare con il corpo umano che è affascinante e perturbante al contempo.
D.Clotilde noi ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato e ti salutiamo con un ultima domanda riguardante il tuo futuro. Stai lavorando a nuovi progetti? Nel campo fotografico qual è un tuo sogno che vorresti si realizzasse?.
R.E’ un periodo davvero molto intenso, sto lavorando a dei nuovi progetti personali, oltre poi a lavorare come fotografa professionista. Vorrei creare uno studio fotografico in un luogo circondato dalla natura, possibilmente all’estero e ospitare artisti e fotografi provenienti da tutte le parti del mondo.
Contatti
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