“Tutto parte comunque dalla voglia di ritrarre le persone, in un modo differente, cercare di far vedere qualcosa che altri non hanno ancora visto”. C.D.
Corrado Dalcò, per gli amanti della fotografia erotica, ma non solo, è tanta, tanta roba. Ha lavorato per marchi come Guru, Sisley Kid’s, Nose, Levi’s, Coca Cola, Everlast, e tantissimi altri ancora. Come è naturale che sia, prima di porre le domande a Dalcò ho riletto alcune sue interviste e soprattutto chiacchierato in maniera informale con lui. Andando avanti nei discorsi mi rendevo sempre più conto che ogni sua parola aveva un peso specifico importante, uno studio o un ragionamento ricercato su ogni cosa.
La naturalezza con cui ti parla di nudo, sesso ed erotismo è coinvolgente e noi certamente non vogliamo essere pregati su questo punto. Le interviste dello stesso già rilasciate e da noi lette, non hanno fatto che renderci il quadro ancora più completo e nitido. Un fotografo unico, uno sguardo verso il nudo spontaneo,penetrante, profondo e anche chiaro, pulito, preciso.
D’altronde Dalcò stesso, pone l’accento su questo, ovvero su come sia importante conoscere la storia che c’è dietro ogni singola modella, su come farla sentire a proprio agio, in modo da immortalarla nella maniera più sincera possibile. Questa ricercatezza traspare in ogni suo singolo scatto, in ogni suo progetto.
Finita l’intervista avremmo voluto iniziare da capo per chiedergli tante altre cose ancora e forse un giorno lo rifaremo, per il momento lo ringraziamo per la disponibilità, l’estrema gentilezza ,ma soprattutto per i suoi scatti spettacolari ma ora, spazio alle sue parole.
Domanda: Ho letto in una tua intervista che hai iniziato a fotografare all’età di 8 anni, precoce, chi è che ti ha fatto conoscere la fotografia e cosa ti piaceva fotografare?
R.Bene, da buon figlio che si rispetti quello che mi ha fatto scoprire la fotografia è stato mio padre. Ovviamente ho sempre fotografato qualsiasi cosa, persone, animali, paesaggi. Ma è stato alla fine dell’Istituto d’Arte che ho cominciato a capire che la fotografia poteva significare qualcosa per me. Prima era una cosa che facevo per divertimento, documentavo le feste con gli amici, i viaggi, le avventure strane. Poi, passando prima dal fumetto poi dall’illustrazione ho pensato che la fotografia potesse aiutarmi a comunicare quello che con le altre Arti non riuscivo ad esprimere.
D. Da Parma a Berlino, Londra e tante altre città ancora, oltre la tua città natale dov’è che ti senti a casa?
R.Questa è una domanda difficile. Sto ancora cercando la mia casa. Anche se amo Londra, amo la mia città natale anche se non condivido alcune scelte di varia natura, non la sento come casa, infatti torno solo per motivi familiari e non culturali. Mi sento molto Ulisse in questo. Londra mi piace molto, ma credo che per un periodo ci starò lontano, giusto per cambiare aria.
D. Nel corso degli anni hai lavorato con brand molto famosi e con modelle bellissime,cosa ti da più soddisfazione nel tuo lavoro? Scattare per questi marchi famosi o poter immortalare donne notevoli?
R.Beh, se sono fortunato scatto donne notevoli per brand importanti! Ma soprattutto scatto come voglio, che è quello che più m’importa in questo lavoro.
D. Le tue foto sono pulite, precise e cariche di personalità, come definiresti il tuo stile fotografico e ci sono fotografi o fotografe a cui ti sei ispirato o che semplicemente ammiri?
R.Definire il mio stile credo sia impossibile, almeno io non riesco ad autodefinirmi.Trovo difficile riconoscermi in un solo specifico genere fotografico perché quando l’approccio alla fotografia é creativo, credo sia riduttivo farlo; solo perché il materiale prodotto è quantitativamente tipico di un certo genere più che di un altro o, più ancora perché il mercato, che ha bisogno di schemi prestabiliti per “capire” o “accettare”, preferisce riferire un lavoro di un fotografo ad un genere in particolare”. Forse, se proprio non posso fare a meno di autodefinirmi, direi che il mio stile è “sex-fashion”. (ahahahahahah) Posso però raccontarti un aneddoto che mi fece sorridere: un giorno mi scrive una modella che venne contattata da un fotografo, che giusto per far capire alla modella che tipo di foto volesse fare con lei, le disse “ vorrei fare delle foto alla Dalcò”. Ricordo che risi moltissimo.
D.Una tua frase recita “una persona nuda è più vera che mai» “ quando avviene in te il desiderio di scattare foto erotiche e di nudo e , mettendoti per una volta dalla parte opposta dell’obbiettivo com’è il rapporto con il tuo corpo e con la nudità?
R.Il rapporto con il nudo c’è sempre stato, ma quello che tutti hanno visto e la maggior parte delle persone credono che sia la mia sola ed unica attività è solo un progetto, una ricerca che ho fatto nel corso di questi ultimi anni, e che sto ancora facendo, anche se in maniera diversa.Tutto parte comunque dalla voglia di ritrarre le persone, in un modo differente, cercare di far vedere qualcosa che altri non hanno ancora visto. Poi si è affiancata la ricerca con il corpo, che come tutti sanno usiamo per comunicare. Ho cercato di sintetizzare le due cose nel mio modo, mettendo anche qualcosa di mio. Per quanto riguarda il rapporto con il mio corpo, non è che mi interessi molto a dire la verità. Sono più quello che faccio che quello che sono.
D.Chiaccherando prima dell’intervista mi hai parlato di un tuo progetto di 15 anni fa, “BDC” (buco di culo), sono rimasto affascinato da tale progetto, puoi spiegarmi del perché fotografare orifizi anali?
R.Tutto parte dal fatto che volevo mettere in risalto come il nostro corpo si dedica alla trasformazione. Credo che anche Lavoisier pensava all’ano. All’inizio erano due gli orifizi, messi a dittico; bocca e ano, che in un certo senso si assomigliano. Da uno entra e dall’altro esce la materia trasformata. Poi le cose sono cambiate, ho pensato che volevo ritrarre le persone in un modo che nessuno ( o quasi nessuno) aveva mai visto prima, nel modo più intimo possibile. In ogni caso a quei tempi non era così facile farsi fotografare l’ano in macro. Così è nato “BDC”.
D.Quali sono i progetti fotografici a cui sei più legato e quali invece sogni di realizzare?
R.Per principio sono legato ai progetti che nessuno ha mai visto, e anche quelli a cui sto lavorando. Sogno sempre di realizzare un progetto a lungo termine sulla chiesa cattolica, ma non ancora trovato lo sponsor (ahahahaah)
D.Nell’intervista fatta a FrizziFrizzi alla domanda con quale film o libro indentifichersti la tua vita hai risposto con Choke di Chuck Palahniuk , analogie con il protagonista?
R.Direi di si, ma me lo fece notare la tipa con cui mi vedevo in quel periodo. Diceva che sono un sessodipendente. E in ogni caso il libro è molto bello.
D.In una tua intervista alla domanda su quanti anni avessi non hai risposto, così anche quanto noi ti abbiamo fatto questa domanda, per dirla alla Lubrano la domanda sorge spontanea, qual è il tuo rapporto con gli anni che passano?
R….
D.Prima di salutarti vorrei chiederti se c’è una domanda che non ti hanno mai fatto e a cui invece avresti voluto rispondere.
R.E’ nato prima l’uovo o la gallina? Tua madre.
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