“Provo tutta la sfera delle emozioni. La macchina fotografica è il mio pensiero, la mia mente e la mia vista”.
Emi Anrakuji nasce nel 1963 a Tokyo, città dove attualmente vive e lavora e dove, da ragazza, ha studiato pittura ad olio presso la Musashino University of Art and Music . Poco dopo la laurea, all’età di 20 anni, le è stata diagnosticata un tumore cerebrale che ha profondamente influenzato la sua vista e la sua attività artistica per circa un decennio. Durante la sua graduale ripresa ha iniziato a fotografare, prima ciò che le stava intorno, poi se stessa. Chiusa in una stanza, la malattia, la solitudine, la noia, la voglia di esplorare, di esplolarsi e di vivere, così Emi in un intervista rilasciata nel 2015 :
“Non sono fotografie erotiche, ma immagini nate come microcosmi nella mia visuale durante la malattia. Ho iniziato a intravedere il merletto del cuscino, le macchie sulle lenzuola e li ho catturati. Sono stati momenti cruciali, la macchina fotografica è diventata un nuovo paio d’occhi.Ero sola, ovunque. Il mio volto non lo rivelo mai“.
I suoi scatti non passano inosservati tantè che viene ritenuta una delle fotografe emergenti più interessanti del Giappone tantè che viene notata anche da Daido Moriyama
Nel 2006 ha ottenuto il 22 ° premio Higashikawa New Photographer, presentato dall’Higashikawa International Photo Festival.
I lavori di Anrakuji sono autoscatti, intimi, personali per questo a volte l’osservatore può sentirsi un po’ come uno spione che guarda dal buco della serratura una donna nuda, inconsapevole di essere spiata.
Si perchè le foto esprimono anche un senso di naturalezza, sono armoniose nonostante siano introspettive. Emi gioca con la macchina fotografica, sua fedele compagna.
Noi l’abbiamo conosciuta grazie al suo lavoro “1800 millimeters is the size of my bed”, la serie di foto scattate nei dieci anni di isolamento forzato . Quel 1800 millimetri si riferiscono allo spazio del letto in cui è stata costretta a stare.
Successivamente ci siamo imbattuti in un altro suo lavoro, Ipy .
Qui Emi si autodefinisce “Un alchimista di immagini” e un “catalizzatore di sogni e desideri”. Umorismo, erotismo, crudeltà, paura. Ammirando gli scatti di questo progetto sono molteplici i sentimenti che si possono provare, e proprio questo è l’aspetto caratterizzante nelle foto di Emi Anrakuji.
In questo mese di Giugno è in uscita il suo libro “1800” interamente dedicato, da come si evince dal titolo, al suo progetto “1800 millimeters is the size of my bed”. Edito da una casa editrice portoghese il libro è una chicca per gli amanti della fotografia, ma ora diamo voce a Emi e alle sue splendide fotografie.
Domanda. Emi, ci siamo innamorati di te prima di conoscere la tua storia, dalle tue foto traspare una forte carica emotiva. Quali sono i sentimenti che provi quando scatti? Cos’è per te la macchina fotografica?
Risposta.Provo tutta la sfera delle emozioni. La macchina fotografica è il mio pensiero, la mia mente e la mia vista.
D.Nei tuoi scatti non mostri mai il viso, in alcune foto del progetto “1800mm” addirittura sembra che prima ti metti in posa, ma poi metti le mani davanti all’obbiettivo, come proteggerti, altre volte sembra semplicemente che lo nascondi. Perché questa scelta?
R.La serie 1800 millimetri è la più importante e profonda della mia vita. Non vorrei rispondere a questa domanda, sentitevi liberi di interpretare quello che faccio.
D.I tuoi autoscatti mostrano quasi sempre l’intimità del tuo corpo, elegante e sofisticato, slanciato, che rapporto hai con esso?
R.Grazie per i complimenti e per la domanda. Semplicemente, il mio corpo è la mia vita. Tutto qui.
D.Nelle tue foto traspare una forte carica erotica unita a un senso di sofferenza. Erotismo e sofferenza, in che rapporti sei con entrambi?
R.Dolore e sofferenza. Credo che siano i due aspetti fondamentali delle nostre vite.
D.Molte tue foto sembrano voler “sbattere in faccia” all’osservatore tutto il tuo dolore. Scatti solo per te stessa o ti capita di pensare anche a chi le possa guardare?
R.Mi dispiace, non saprei. Ma non sono interessata alle reazioni del pubblico.
D.In una tua vecchia intervista parli della morte come “l’unica cosa meravigliosa”. Cos’è per te la morte ? Credi in una rinascita dopo la morte?
R.La “Vita” e la “Morte” sono due opposti che si completano a vicenda, come “Eros” e “Thanatos”. È questo che intendevo dire.
D.Ti definisci una “Alchimista di immagini”, “catalizzatore di sogni e desideri”, perchè queste definizioni?
R.È stata un’intuizione. Me l’ha suggerita il mio istinto.
D.Stai lavorando a nuovi progetti e come vedi il futuro per Emi Anrakuji?
R.In autunno terrò mostre personali delle mie nuove serie a New York.
D. Ti ringrazio di cuore per il tempo che ci hai dedicato e per gli scatti che hai regalato in questi anni e che sicuramente ci regalerai in futuro.
R.Grazie a voi, sono onorata di essere stata contattata da T-Squirt.
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