T-Squirt incontra – Intervista a Eugenia Carraro

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Eugenia Carraro è un’illustratrice nata a Bologna nel 1996. Dopo la triennale in Psicologia decide di dedicarsi all’illustrazione. Da autodidatta comincia a lavorare in digitale. Sposa presto i temi kinky come principale focus del proprio lavoro e li racconta in chiave pop, cercando di sollevare i veli di solennità che spesso li fanno sembrare estranei e lontani.

Nel 2022 illustra “Be Kinky!” di Andrea Farolfi, edito da Giunti. Eugenia ha realizzato per noi uno splendido disegno per la nostra rubrica T-Squirt incontra e grazie a questa abbiamo avuto il piacere di conoscerla un po’ meglio. Tra le sue passioni e i suoi sogni per il futuro.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
Eugenia Carraro

 

Ciao Eugenia e grazie per aver scelto di partecipare al nostro T-Squirt incontra. Quando ti avvicini al mondo del disegno? Quando nasce in te questa passione?
Ciao e grazie a voi! Ho cominciato a disegnare da bambina e non ho mai smesso, non ho ricordi di un momento in cui questo non mi abbia accompagnata. È sempre stato un supporto a livello comunicativo, è servito a colmare gap linguistici, a creare giochi, a consolidare conoscenze. È anche stato un modo per staccare, e per ritagliarmi uno spazio in situazioni dove non ero certa di come muovermi.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro- T-Shirt Sexting by T-Squirt

La triennale in psicologia può in qualche modo averti aiutato a scavare più a fondo rispetto ai personaggi che illustri?
Penso che la risposta sia sì, ma in senso più indiretto di quanto si possa immaginare. L’infarinatura in Psicologia mi ha aiutata ad avere più rispetto e consapevolezza del mondo interiore altrui, a sentire più forte il concetto di sonder, a sapere che ci sono tanti modi di pensare quante sono le persone. Aver avuto qualche strumento in più per conoscere gli altri e le loro storie ha sicuramente influenzato il mio lavoro. Fantastico spesso su che tipo di persona potrebbe esserci dietro a una faccia, ma raramente faccio un profiling dei personaggi che disegno. Probabilmente i commenti del tipo “hai illustrato esattamente la sensazione che vivo” sono tra quelli che mi danno più soddisfazione. Trovare quel qualcosa di te negli altri scalda il cuore, fa sentire meno soli. A volte è agrodolce, perché alcune cose che senti non le augureresti a nessuno, ma dare un nome a ciò che viviamo a volte salva la vita.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Il tuo stile è pop, colorato e utilizzi la tecnica del digitale. Ma “sfogliando” il tuo account notiamo come in realtà le tecniche da te usate sono anche altre. Come nasce il tuo modo di disegnare?
Il modo che ho di disegnare nasce da ciò che mi sono trovata a disposizione durante la mia formazione, è rimasto ciò che ho trovato parlasse di più. Mi sono avvicinata al digitale tardi rispetto a quando avrei potuto. Avevo 21 anni e non è stato facile. Ho dovuto bisticciare con alcuni dogmi rimasti dai tempi del liceo, dove ad essere elevati erano l’approccio tradizionale, i grandi maestri, la copia dal vero. In parte sono davvero felice di aver ricevuto questi insegnamenti come base: ho avuto modo di sporcarmi le mani, sperimentare tante tecniche con i loro punti forti e i loro limiti, vedere come si piegavano al mio modo di tenerli in mano. Lo stile pop e i colori sono venuti col digitale, prima disegnavo principalmente a penna, in bianco e nero. Disegnare senza poter cancellare ti insegna a lavorare attorno ai tuoi errori. Poter duplicare i file, portarli avanti in più direzioni, tornare indietro senza rovinare il supporto, poter avere il disegno già pronto ad essere condiviso senza bisogno di foto o scannerizzazioni… sono tutti grossi vantaggi che però forse mi hanno restituito un po’ di paura di sbagliare. Noto anche quanto il mezzo influenzi i soggetti e il mood di ciò che si realizza, e riconosco di aver lasciato da parte un gusto un po’ macabro che a volte fa capolino nei lavori nuovi, ma a fatica. Spero di riuscire presto a tornare a includerlo. Non nascondo quindi di aver mantenuto una preferenza per il disegno a penna, che uso spesso in fase progettuale. Sto ancora cercando di tradurre fedelmente il mio tratto dalla carta al digitale. Detto ciò, qualunque cosa lasci un tratto, la faccio funzionare. A volte bene, a volte no, trial and error.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Come ci scrivi nella tua bio sposi temi kinky nei tuoi lavori. Cosa ti ispira a disegnare di sesso e sessualità?
Ci sono due motivi alla base: uno estetico, e uno più umano. A livello di estetica è cominciato tutto come una sfida. Qual è la cosa più difficile da disegnare? I visi? Le anatomie? Ok. Volevo dimostrarmi di poter affrontare tutto. Disegnare temi legati alla sessualità non lascia scampo – devi avere un’idea di dove sono le ossa, di come si piega la pelle, di quali sono i limiti del corpo. Inoltre mi sono sempre piaciuti certi dettagli dell’estetica fetish come latex, collari, harness, maschere (parte della responsabilità la do a Catwoman, 2004). A livello umano ho sempre avuto l’impressione che chiacchierando, una volta toccato il tema sessualità, tutto il resto sia in discesa, diventi possibile parlare di tutto. Se qualcuno si sente a suo agio a parlare di sessualità, sarà probabilmente tranquillo anche a parlare di altro. Inoltre penso funga spesso da cartina tornasole, si può capire molto di una persona da come si approccia al tema: che senso dell’umorismo ha, il rispetto verso il prossimo, l’apertura mentale, la delicatezza che ha nel toccare discorsi più delicati.

 

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Credi che riguardo alcune pratiche ci siano anche tabù in Italia o in generale nel mondo estraneo alle pratiche sessuali non “convenzionali”?
Bella domanda. Difficile puntare il dito verso delle pratiche specifiche. Penso ai tabù come all’umorismo: non si trasportano efficacemente nello spazio e nel tempo, in alcuni contesti la linea è molto più marcata. In Italia ad esempio non credo esistano più i tabù in senso stretto, in quanto cose innominabili. Si può parlare di tutto, nel bene o nel male – ma non puoi dire che lo fai. Ne parlavo di recente con Manuela (@m.anuelaschiano), una mia amica che sono convinta abbia colto nel segno rispetto a questo discorso. La sua osservazione è stata che “…tutto è stato sdoganato a livello estetico”. Ed è vero. Lo spanking, il choking, le fruste, le manette: sono tutte immagini che ormai sono diffuse, magari per stimolare una risata, magari vengono messe alla gogna in qualche angolo particolarmente bigotto e con tanto tempo libero – ma non sono innominabili. La questione tabù salta fuori con più rigidità a livello istituzionale, dove si usa la sessualità come deterrente per la discussione. Si gestisce malissimo il tema del sex work, si sessualizzano e feticizzano temi non intrinsecamente sessuali come la tematica del gender, o dell’educazione sessuale.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Rapporto con i social. Instagram, il canale che ci ha dato la fortuna di conoscerti, è molto rigida nelle sue linee guida. Mai avuto problemi di censura? Cosa ne pensi della censura sui social?
Non negherò che questi limiti a volte sono frustranti, ma possono anche rivelarsi stimolanti. Per come piace lavorare a me, che gioco con i limiti e con le allusioni, aggirare le linee guida fa parte del divertimento. Non si possono mostrare rapporti sessuali, genitali, fondoschiena nudi. Ah, ed i temutissimi capezzoli. Detto ciò, lo spazio di azione è ampio e sull’illustrazione pare ci sia un trattamento più morbido rispetto che per le foto. È più facile incontrare problemi se si hanno profili grandi, ma solo perché raggiungendo più persone a volte capita di incontrare piccole masse che si mobilitano con l’intenzione di far cancellare i profili di alcuni artisti, spesso con nessuna motivazione al di là dell’antipatia. È di solito un problema personale di chi segnala, piuttosto che della piattaforma. Per il momento mi sento abbastanza tranquilla, riconosco che molti dei profili che mi seguono fanno parte dei miei stessi ambienti o che comunque si tratta di persone veramente interessate da quello che faccio. Le piattaforme comunque sembrano non facilitare la diffusione di contenuti artistici in generale, quindi per noi la community è tutto. Se qualcosa viene colto, amato, condiviso, discusso, è tutto merito di chi ci segue.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Oltre alla censura i social permettono anche una visibilità che forse prima era difficile avere. Una visibilità “molto veloce”. Quali sono per te i pro e i contro di chi fa arte ai tempi dei social?
Questa cosa della velocità in generale è un capitolo di cui potremmo parlare per ore. Da creator potrei dire che l’algoritmo non ci sposa, e quindi si vive per lo più la pressione dell’eventualità di avere una visibilità veloce, che è una carota che ci viene messa davanti come stimolo rispetto al creare sempre e in fretta, a farci correre per stare al passo con i trend. E questa velocità è deleteria, spesso impedisce di dedicare il giusto tempo a quello che creiamo, di capire con calma cosa vogliamo creare e per che tipo di pubblico, perché l’algoritmo ci dice che “generico è meglio”. Da consumatrice noto che avere sempre tutta questa abbondanza a disposizione ci porta a dare per scontato il valore del lavoro che c’è dietro le quinte. La doccia continua di intrattenimento con ricompense veloci ci lascia una sete implacabile. Mi sto avvicinando molto alla tematica dello slow living. Ed è molto faticoso perché vivo nella FOMO e vorrei fare un po’ qualunque cosa, ma mi sto rendendo conto che la strada per far sgonfiare stress e paure non stia nel fare di tutto in modo superficiale, ma nel fare meno con una consapevolezza più profonda. Al momento lo vedo come un lusso, spero che un giorno sia trattato come diritto.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Ci cono illustratori/illustratrici che ti hanno particolarmente ispirata o che ami? Ci sono invece giovani illustratori/trici poco conosciuti che ti piacerebbe citare così fa farli conoscere anche a chi ci sta leggendo ora?
Per le persone a cui mi ispiro si parla davvero di un mondo di voci. Questi sono momenti in cui vorrei parlare di TUTTI e fornire elenchi infiniti. Coglierò questa occasione anche per ricordarmi di colmare questa mancanza ripromettendomi di condividere ancora più spesso sui social il lavoro di chi stimo. Posso dirvi che un giorno spero di poter guardare il mio lavoro con gli stessi occhi a cuore che ho quando vedo lavori di Loputyn, Malice Ghoul, Quasirosso, Alexander Rubzow, Sara Fasolin, Anastasia Stefurak, Luxje, le tavole di Dylan Dog disegnate da Corrado Roy, e tanti altri. Ci terrei anche a far conoscere alcune persone splendide con cui negli ultimi tempi si sono create delle dolcissime sorellanze – ve le cito in ordine alfabetico di nickname: Elena (@ananpoptosi), Michelle (@ecchi_mosi), Aurora (@dihyajam), Yiwen (@jiangbrulant), Marta (@marta.zaccarini), Manuela (@m.anuelaschiano), Nicole (@wallflower_93). Sono persone piene di talento e iniziativa. Spero un giorno di poter realizzare qualcosa assieme a loro, ma già il solo trovarci per disegnare assieme ha rivoluzionato il mio modo di lavorare.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Nel 2022 hai illustrato Be Kinky di Andrea Farolfi, edito da Giunti. Com’è stata questa esperienza?
Illuminante. La verità è che non mi ero mai resa conto di quanto bisogno ci fosse di trattare questi temi. Non è necessario praticare BDSM estremo per trarre beneficio dalla normalizzazione di concetti come consenso, negoziazione, SSC… Eppure certe volte c’è qualcosa che blocca le persone dal prendere in mano il discorso, c’è un che di compromettente, come se ci si sentisse automaticamente iscritti in una gara a chi si spinge più in là, in dovere di dimostrare qualcosa. Sdoganare questi temi, e quindi aprire il dialogo, ci tutela tutti e rende più facile chiedere aiuto quando serve. È stato presto chiaro che per raggiungere le persone in maniera efficace sarebbe stato necessario lavorare a un’estetica che rendesse il tutto accogliente anche al primo impatto visivo. L’intenzione era di creare personaggi amichevoli, persone con cui avresti voglia di chiacchierare nella realtà, con cui ti sentiresti a tuo agio a intavolare la conversazione. Andrea è una persona poliedrica e ho adorato questa collaborazione. Ha fatto un gran lavoro e gli sono molto grata per aver creduto in me.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Ti piacerebbe illustrare un tuo art book? Che tematiche affronteresti?
Mi piacerebbe moltissimo, è uno dei miei principali obiettivi a breve termine. Ho tanti temi in mente, e già mi immagino a liberare un ripiano della libreria per lasciare spazio a tutti gli artbook che vorrei realizzare. Uno kinky sarebbe il primo della lista. Sicuramente andrebbero a finirci cose che non posterei su Instagram. Resto una fan del vedo-non vedo, mi piace che il clou dell’immagine sia suggerito dal contesto – punterei però a qualcosa di più intenso rispetto al solito, più “bagnato”. Vorrei mettere un focus sull’estetica del dolore. La tocco sempre con i guanti ma merita il suo spazio. E più tentacoli. Ci sarebbero più tentacoli.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Quali altri temi ti piace affrontare nelle tue opere? In alcune notiamo una certa introspezione, in altre temi riguardanti i problemi del mondo, altre ancora sono disegni di ritrattistica. Il tuo mondo possiamo dire che è davvero vario e interessante.
Ci sono tante spinte dietro ai vari disegni. La ritrattistica per me è un gesto delicato, di puro affetto, è un dire “mi sono messa lì, ho preso le tue misure, ho cercato di cogliere i dettagli di te che noto quando parliamo, ho dedicato del tempo a farti vedere come ti vedo”. Farlo per le persone amate è emotivamente drenante, lo faccio sempre più di rado. Ho timore che una persona possa non riconoscersi, e di non avere il tempo per fare tutti i ritratti che meriterebbero di essere realizzati in contemporanea. Spesso disegno per annotare idee, per consolidare un tema che mi sta a cuore. Mi piacerebbe riuscire a parlare più spesso di crisi climatica. Alcune cose sono giochi di parole, altre sono frecciatine ai miei ex. Siamo abituati a collegare ogni artista a una cosa specifica, a riconoscere un pezzo su tutti per ogni vita. Il modo in cui nei libri di Storia dell’Arte si cerca di sintetizzare gli artisti ci porta a trovare difficile riconoscere opere nate al di fuori della produzione più iconica. Mi fa piacere avere una produzione varia e vorrei lo fosse anche di più, sarà interessante alla fine del mio percorso scoprire cosa risulterà più di spicco. Per il momento sono contenta che non sia automatico puntare il dito su una singola cosa e dire “lei è questo”. Spero di restare più aperta possibile. Voglio fare di tutto e vedere cosa resta.

Illustrazione realizzata dall'artista Eugenia Carraro
© Eugenia Carraro

Eugenia, ci congediamo da te con la classica ultima domanda. Cosa ti auguri come artista, qual è il tuo sogno e cosa ti auguri invece a livello personale?
Molto banalmente mi auguro di essere felice, di godermi le cose mentre le vivo, di arrivare a un punto in cui potrò raccontare le cose fatte con affetto e senza rimpianti. Spero di avere abbastanza tempo per fare tutto quello che ho in mente di fare – collaborare con tanti artisti e realtà possibilmente molto diversi da me, possibilmente viaggiando. Vorrei realizzare graphic novel, coloring book, stationary, locandine di film… un altro grande sogno sarebbe partecipare alla realizzazione di un film d’animazione, magari un musical. In ogni caso penso ci sarà da divertirsi.

Contatti
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