“oh sì!” è un’espressione universale.
È diretta, semplice. A prescindere da contesto, orientamento sessuale eccetera, ognuno di noi godendo lo ha detto o pensato.
Mi sembrava il nome giusto per una fanzine per niente patinata, ecco. Una roba schietta, non laterale o sofisticata”. Alice Scornajeghi
Serata di fine agosto. Un temporale estivo, di quelli improvvisi e violenti, ha saturato l’aria di elettricità. Un brivido, dopo mesi di caldo e afa, percorre il mio corpo, stimolando la mia mente alla ricerca di un qualcosa che possa assecondare questo risveglio fisico. “Avrei voglia di una lettura forte, porno” penso. L’idea mi entusiasma, ma navigando su internet non è facile trovare versi “stimolanti” e autentici. Ma ecco che la provvidenza mi viene in soccorso. Apro la valigia e afferro con incontrollabile curiosità il primo numero di una fanzine appena nata. Oh si. Proprio quello che ci voleva. Oh si, è semplicemente fantastica. Ossì, ecco, questo è il suo nome. Di seguito siamo ben felici di ospitare sia la descrizione della fanzine che un’intervista , realizzata da noi, ad Alice Scornajenchi, ideatrice del progetto. Vi annunciamo inoltre che Ossì è acquistabile anche sul nostro sito ( CLICCA QUI )
“Ossì è autoprodotta, è tutta al femminile (per ora), è esplicita e curata.
La spinta a crearla è nata dalla constatazione che non c’è molto spazio per la narrativa erotica che voglia avere anche una dimensione di invenzione letteraria, che porti avanti una sua idea di scrittura, trama e personaggi, pur risultando volutamente eccitante, a prescindere dai temi e dal tipo di sessualità trattate.
Il concept della rivista è molto semplice, come recita la description: “in ogni numero, un
racconto zozzo da mondi che speriamo esistano davvero e le foto sexy scattate da qualcuno che vorresti ti conoscesse.”
Per quanto riguarda il mood, la voglia è di creare un giornaletto un po’ porno, pop e fresco.
Anche il nome della testata nasce in questa ottica, è di fatto semplice una trascrizione
onomatopeica di oh sì!, classica espressione da sesso; facile e diretto.
Il progetto è piccolo ma curato, Ossì verrà infatti stampata in un numero limitato di copie, 250 in tutto, ognuna numerata a mano.
Tutto il progetto grafico è di Francesca Pignataro, recentemente premiata con due ori e un
argento alla 53esima edizione degli SPD Awards di New York (il contest che premia le
eccellenze della grafica editoriale nel mondo), Francesca ha ideato anche la sexy playlist del numero.
Le foto del primo numero sono di Elena Atzori, autrice del libro fotografico Tette, i cui lavori
sono stati pubblicati su riviste come Nakid, FNGmagazine, FrizziFrizzi, Inside Art, Fluffer
erotic magazine, ANORMALMAG e molte altre.
Il racconto del primo numero si muove nell’area della speculative fiction e lo potremmo definire una distopia erotica.
È stato scritto da Emilia Vittoria, si tratta di uno pseudonimo e non possiamo dire di più,
mentre l’editing è stato curato da Marzia Grillo, redattrice presso Elliot edizioni.”
Domanda.Grazie Alice per averci dato la possibilità di intervistarti, siamo curiosissimi di sfogliare il primo numero di Ossì e di scoprire attraverso le tue parole come nasce questo progetto. Ecco, appunto, quando nasce in te l’idea di realizzare una fanzine pop-porno?
Risposta.Ma grazie a voi! Ossì è nata da una passione per la narrativa erotica. Non mi sembrava ci fosse uno spazio per quella scritta bene, per una narrativa erotica che avesse anche l’ambizione di essere buona narrativa, oltre che esplicitamente eccitante. Con invenzioni letterarie, verità, un tono di voce. In libreria trovi solo certi “Harmony” spinti pieni di stereotipi, illeggibili, a quel punto meglio guardarsi un porno. Su internet invece è un marasma, qualche perla ogni tanto la scovi, ma in genere si perde in una selva di finte “store vere” sciatte, del tipo di racconti del gente che scopato con la cugina, per capirci.
E quindi Ossì in modo libero e pop, nasce per essere questo spazio.
D.Il nome si rifà al alla trascrizione onomatopeica di oh si! Espressione di piacere che unisce un po’ tutti e tutte nel momento culminante dell’atto sessuale, in compagnia o in solitaria che sia. Perchè hai scelto questo nome?
R.Un po’ come hai detto tu, “oh sì!” è un’espressione universale.
È diretta, semplice. A prescindere da contesto, orientamento sessuale eccetera, ognuno di noi godendo lo ha detto o pensato.
Mi sembrava il nome giusto per una fanzine per niente patinata, ecco. Una roba schietta, non laterale o sofisticata.
D.Quali sono i contenuti che danno vita e corpo alla fanzine?
R.Foto e fiction per ora. Magari più in là anche un mix dei due, mi pacerebbe pubblicare dei fotoromanzi, o illustrazioni. In generale solo contenuti creativi ed eccitanti.
Non siamo un magazine, non vogliamo insegnare niente a nessuno per cui non metteremo rubriche informative, né tantomeno educative.
D.Come vengono scelti i racconti della fanzine?
R.Intanto dobbiamo trovarli eccitanti, e poi devono essere creativi, letterari, onesti. Per quanto riguarda il sesso vale tutto, etero, gay, in gruppo o soli, vale qualsiasi fantasia. L’importante è che questi racconti provino a spingere il genere oltre se stesso. Il racconto del primo numero ad esempio è una speculative fiction alla “Black Mirror”, una distopia erotica con punte anche di ironia.
D.All’interno della fanzine, leggiamo dalla descrizione di Ossì su facebook, ci sono anche le “foto sexy scattate da qualcuno che vorresti ti conoscesse”. Puoi spiegarci di cosa si tratta?
R.Mi capita guardando alcune foto online di pensare “wow, vorrei che qualcuno vedesse in me tutta questa sensualità, la riconoscesse e la tirasse fuori proprio in questo modo, vorrei esser vista con gli occhi di questo/a fotografo/a.”
Le foto di Elena Atzori che si trovano nel primo numero mi fanno questo effetto, e questo è il criterio con cui continueremo a scegliere i fotografi per la fanzine.
Occhi capaci di cogliere una sensualità vera, non patinata, a volte anche sporca, molto umana.
D.Tante le collaboratrici del primo numero, com’è lavorare e collaborare con artiste, donne, diverse tra loro e cosa vi unisce? E’ stata una scelta l’essere tutte donne o una casualità?
R.Non è stata premeditata tutta questa combriccola al femminile (e non posso garantire che Ossì rimarrà per sempre tutta al femminile, nello spirito un po’ anarchico della fanzine non vogliamo metterci paletti), ma il fatto che sia successo mi ha stupita e resa felice.
Sembra che ci sia oggi da parte delle donne una maggiore voglia, rispetto agli uomini, di raccontare il loro desiderio, di parlare di sesso, di condividere, di vedere cosa succede.
Sul lavorare insieme, è stato bello. Parliamo di superprofessioniste. Francesca Pignataro, l’art director della fanzine, è incredibile. Con lei ci siamo trovate subito, volevamo lavorare sullo stesso tipo di erotismo e con lo stesso spirito. Poi penso sia anche una questione di fiducia reciproca, di stima. Io ne ho tantissima in tutte le persone con cui ho collaborato, in questi casi la stima è come l’olio nel motore, fa filare tutto liscio.
Più guardo Ossì e più penso che senza questa alchimia non sarebbe mai stata così.
D.L’erotismo e la pornografia oggi. Fenomeni sdoganati o argomenti ancora tabù?
R.Per assurdo in giro c’è ancora gente che pensa pornografia= il male, erotismo = buono.
Penso sia una forma di bigottismo mascherato.
Sono stata indecisa fino all’ultimo se chiamare Ossì fanzine erotica o fanzine porno. Salvo poi realizzare che nei fatti è quasi impossibile che vivano a lungo l’una senza l’altra.
Insomma, l’erotismo senza pornografia trova il tempo che trova, è un pensiero passeggero, un’impressione fugace che muore lì, che non si trasforma necessariamente in eccitazione. D’altro canto la pornografia è piena di erotismo, per fortuna. Tutte le categorie di “Pornhub” rappresentano delle leve erotiche erotiche in fondo, a ognuno la sua. La pornografia senza erotismo può essere un po’ noiosa.
D.L’individuo è ciò che vive ma anche ciò che legge, che studia, che osserva. Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
R.È vero. E per questo è difficile rispondere. Siamo ispirati da tutto quello che ci sorprende. Potrei facilmente elencarti gli autori erotici che mi piacciono, ma non credo siano solo loro la sola fonte d’ispirazione di Ossì. Tra le varie ispirazioni ci sono anche le fanzine anni ‘90, i giornaletti porno italiani degli anni 70 (su tutti: “Supersex”), Francesca mi diceva che tra le sue fonti d’ispirazione c’era anche il Giappone, per dire..
D.Tra pochi giorni riceverò la mia copia di Ossì. Nonostante abbia visto una preview per realizzare questa intervista non ti nascondo che essendo un feticista, tra le altre cose, anche della carta stampata sono eccitato all’idea di tenerla in mano, la fanzine dico. Credi che il cartaceo, nell’era del digitale, possa avere ancora un futuro?
R.Decisamente sì. Intanto credo che la carta sia oggi lo spazio più libero che abbiamo. Internet è piena di censura. Pensiamo solo ai capezzoli femminili sui social network.
Ma non è solo questo. Quando si stampa c’è pure la sensazione di qualcosa di durevole, il feticismo per un oggetto fisico, la cura che ci si mette. E poi ci piaceva l’idea di creare un giornaletto porno, sin da ragazzina ho sempre desiderato averne uno, ma non ho mai avuto il coraggio di andare in edicola a comprarlo.
D.Il primo mese dall’uscita di Ossì è passato. Molte le recensioni positive e siamo certi che il progetto non possa che crescere e avere sempre più affecionados. Ma quali sono i tuoi obbiettivi e cosa ti auguri per Ossì?
R.Mi auguro che continui a portare divertimento ed eccitazione.
E anche che porti a dare maggiore spazio in generale all’argomento “desiderio”, anche nelle normali chiacchiere, perché se ne parla troppo poco, ci censuriamo tutti tantissimo e forse più per una questione di timore del giudizio che di senso del pudore.
Contatti
Facebook: @ossi.fanzine
Instagram: @ossi.fanzine
Condivisione Rumorosa di arte erotica ricercata e sconosciuta, di sontuosa volgarità e raffinata pornografia.