Tsquirt incontra, intervista a Fausto Serafini

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© Fausto Serafini
Modella Alyssa Sabry
IG: @alyssasabry
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Se volessimo spogliare l’arte di tutta la masturbazione tecnicistica che l’uomo ha creato su di essa, se volessimo mettere al centro della fotografia la speciale connessione che, proprio attraverso l’arte, si viene a creare tra esseri umani o se addirittura volessimo ascoltare una track – o un intero album! – senza avere alcun sottofondo musicale, allora ecco che avremmo davanti ai nostri occhi l’intera produzione di Fausto Serafini.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Sicuramente non scevra di una mirata cura nei dettagli, la fotografia di Fausto, pone al centro della sua vera essenza la Persona in quanto tale. La Persona intesa come osservatore e come soggetto ritratto. La Persona nella sua sfrontatezza o nella sua più nuda quotidianità, senza fronzoli o artifici alcuni. Ed ecco, allora, che un semplice gesto come spazzolarsi i denti al mattino o fare il bucato può trasformarsi in uno scenario punk e rivoluzionario. Proprio alla luce di tale ricerca, nel suo ormai più che decennale operato iniziato da autodidatta, la scelta del fotografo ha sempre virato sulla peculiarità dell’analogico (che si tratti di 35mm, istantanea o stenopeica) come strumento che conferisce all’immagine l’impareggiabile senso di autenticità e realismo.
Avvalorata da un bagaglio culturale cinematografico e soprattutto musicale non trascurabile, l’appassionata dedizione di Fausto Serafini lo ha visto protagonista in diverse pubblicazioni.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

La sua inconfondibile firma stilistica – tra l’erotico e il provocatorio – si è fatta spazio nel tempo fino ad approdare in esposizioni estere oltre che italiane. Ma è soprattutto la sua più Umana esperienza di vita che ha consentito al suo occhio attento di porre attenzione a quei dettagli che oggi, ai più, risultano tristemente irrilevanti.
Ringraziamo Fausto Serafini per aver partecipato al nostro tsquirt incontra e per gli splendidi scatti che ci ha donato. Ora vi lascio alle sue parole e alla visione dei suoi scatti. Buona lettura.

Fausto Serafini fotografo italiano erotico punk
Fausto Serafini fotografato da Anna Voig

Ciao Fausto e grazie per avermi dedicato del tempo sia per realizzare gli scatti con una t-shirt tsquirt che, soprattutto, per aver risposto alle mie domande. Partiamo dai tuoi inizi, quando ti avvicini alla fotografia?
In realtà per come sono andate le cose direi che la fotografia si è avvicinata a me e non finirò mai di ringraziarla per avermi concesso di sfogarmi così. Esattamente nel 2009.

Uno foto di Fausto Serafini con una modella che indossa la t-shirt The Creampie by tsquirt
© Fausto Serafini – T-shirt The Creampie by tsquirt

Parliamo del tuo stile. Sai che ti apprezzo e seguo da tempo e mi piace definirti uno dei fotografi più punk del panorama. Punk inteso senza fronzoli, almeno apparenti. Perché poi il punk ha in realtà una sua estetica. Come nasce il tuo stile e come definiresti tu la tua fotografia?
Toglierei “uno dei più”. Sono il più punk! (Mi conosci Enrico, si scherza [forse]).
Sul punk si potrebbe aprire un trattato. Ogni movimento ha la sua estetica ma la vera essenza del punk è proprio che esula dall’estetica stessa. Inoltre nel momento in cui questa diventa comune a mio avviso si crea un paradosso, ci si riempie dunque di fronzoli e si perde a livello ideologico. Bisognerebbe partire dal concetto e poi arrivare all’estetica, oggi invece il procedimento è inverso e in questo non trovo nulla di punk, semmai il contrario. È un qualcosa in continuo mutamento, non statico, in quanto devi essere un po’ un Re Mida usando i parametri sociali (merda) per esserne al di fuori (oro). Essendo in primo luogo un atto di grande liberazione, questo concetto (o ideologia, come più preferisci) contestualizzato al periodo che stiamo vivendo necessita un cambio di paradigma, uno switch e mi fa affermare con certezza che punk oggi è la gentilezza, è il romanticismo, punk sono la vulnerabilità e l’umiltà o come cantano i “Silver mt. Zion” punk è “please believe in gentle dreams”. Rimani comunque testa calda visti i tempi che corrono, ma con stile: un po’ come la fine di Trainspotting, che a 15 anni mi deluse…ora comprendo quanto fosse punk Renton scegliendo la vita. Viceversa risulti un ribelle, ma come in “sono un ribelle mamma” degli skiantos.
Ho creato il mio stile semplicemente traducendo in pellicola la mia visione del mondo, vomitando letteralmente tutto ciò che mi porto dentro da sempre e fortemente spronato dal mio ampio background musicale e cinematografico (ma anche dai videoclip musicali) dei quali mi sono nutrito e mi nutro abbondantemente. Non saprei e non mi piace definirlo perché nel momento in cui lo definisci lo circoscrivi anche, e a me piace spaziare. Il fotografo fotografa sempre se stesso, lo si sa, il mio stile dunque sta nel rimanere me stesso, sempre e senza compromessi.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

I tuoi scatti sono realizzati in analogico, perché questa scelta?
La motivazione principale è che mi piace di più la resa e poi non vedendo l’anteprima degli scatti diventa un lavoro più viscerale e autentico perché nel momento in cui puoi vedere l’anteprima, se non ti piace e di conseguenza ripeti lo stesso scatto quest’ultimo perde ogni tipo di spontaneità e cessa di trasmettere. In automatico è una foto posata, nulla contro, ma non mi rappresenta. Il fascino del mirino per me sta proprio nel catturare l’emozione insieme al momento. Nulla di costruito. Inoltre la pellicola è calda, possiede lo stesso fascino che contraddistingue il vinile rispetto ad un cd.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Di sovente è presente una carica erotica nelle tue fotografie, ma cos’è per te l’erotismo?
L’erotismo io lo reputo un’energia (non a caso mi parli di “carica”, e mi trovi in pieno accordo) che, in quanto tale, è sempre presente e per scatenarsi ci devono essere dei fattori. É come parlare dell’elettricità di Lynch. Qualcosa di impalpabile, inafferrabile ma che ti pervade. Scatenata da fattori che potrei elencarti all’infinito: una parola detta con un tono, uno sguardo, un semplice gesto quotidiano. Inoltre considero la cultura una componente altamente erotica e fondamentale. L’erotismo, quando spiattellato in faccia senza naturalezza, quando stucchevole, riempie di una carica farlocca, diversa da quella elettrica che può trasmetterti un atto naturale e inconsapevole, qualsiasi esso sia, dal cucinare la parmigiana, al lavarsi i denti sino alla più estrema perversione, quella che non racconteresti mai a nessuno, ad ampissimo spettro purché sia appunto naturale, spontanea e vera. È la natura umana ad essere erotica.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Nei tuoi scatti è chiara un empatia senza filtri che si crea con il soggetto fotografato. Come riesci a creare questa alchimia e quanto è importante per te la sua presenza?
Essendo empatia, è insita in me. Non la creo, la trasmetto, onestamente non so dirti come, ma divento “canale”, per questo è “senza filtri”. Dipende dalla comunione dei soggetti in quel momento. Sicuramente mi aiuto passando del tempo insieme prima degli scatti. Questo fa tanto ma è molto sottovalutato, talvolta da alcuni soggetti persino male interpretato, ma che ben venga perché così si auto eliminano persone con vibrazioni differenti con le quali per esperienza sarebbe impossibile creare un flusso.
L’alchimia è il presupposto numero uno affinché venga fuori un risultato che possa definirsi soddisfacente. Diversamente diventa mero lavoro. L’estetica senza alchimia non ha ragione di esistere, almeno per la mia ricerca.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Oltre all’empatia con il soggetto fotografato si nota nei tuoi scatti una spontaneità che suggerisce come le tue foto siano realizzate con istinto. É una lettura sbagliata? Hai già in testa i tuoi scatti o ti lasci guidare dalle emozioni del momento?
Mi preme precisare che, per quanto apparentemente simile, vi è distinzione tra istinto ed intuito. In questo caso prevale l’intuito. Sono concetti apparentemente simili ma diametralmente opposti. Non ho e non voglio avere prima in mente gli scatti perché mi devo sorprendere di quel momento per poi innamorarmici. Diversamente crollerebbe l’alchimia di cui prima.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Riguardo a ciò c’è una frase iniziale della tua biografia mi ha colpito e in parte condivido, ovvero questa: “ masturbazione tecnicistica che l’uomo ha creato su di essa”. Credi che la tecnica sia totalmente superabile, nel caso delle foto, dalla connessione tra soggetto che viene fotografato e fotografo? Se la risposta è si, ciò riguarda tutte le arti?
“Masturbazione tecnicistica” non mi appartiene ma mi rappresenta benissimo. Nel senso che è un’espressione che ha usato una persona con la quale ho molto conversato in questi ultimi tempi, Valeria, e che ha avuto modo di osservare il mio lavoro in maniera non cronologica, pertanto più obiettiva.
Assolutamente sì, la tecnica bisogna conoscerla non si può prescindere da essa ma te ne devi staccare, crearne una personale per non perdere la spontaneità e la connessione con il soggetto e trovare un tuo linguaggio, quel fattore che fa si che una tua foto, buttata in mezzo ad altre mille e senza il tuo nome venga ugualmente riconosciuta. Per avere uno stile si necessita dunque di una propria tecnica. Superando la tecnica si raggiunge l’Altrove, quel luogo abitato dall’emozione. Dall’anima di chi crea. Per citare i CCCP “fanculo qualsiasi tecnica la cosa che mi interessa è l’anima di chi lo suona e non la qualità dello strumento”.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Facciamo un passo indietro e parliamo ancora dei tuoi scatti. In questo caso le location. Spesso sono location casalinghe, poche volte in esterno. Come scegli dove scattare? Come scegli in che luogo specifico di un appartamento, casa, realizzare i tuoi scatti?
Non le scelgo, la disponibilità dei luoghi capita casualmente e questo aiuta la spontaneità e l’intuito. Sono contento di non sapere in anticipo il posto, è uno stimolo, perché appena entro lo osservo e mi vengono le idee. Unito a quanto detto finora, questo fa sì che resti sempre al centro l’anima della Persona (che inquadra e che è inquadrata). La preferenza per gli ambienti interni nasce “solo” dall’intimità che da essi ne deriva, il cosiddetto “home feeling”. Tuttavia non ho alcuna idiosincrasia per i luoghi esterni, appunto, perché sono sempre io ad adeguarmi al luogo. É solo uno strumento che contribuisce alla spinta che ne deriva.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Ritornando invece al lato erotico delle tue foto, questo sappiamo che in passato ti ha creato problemi di censura sui social. Ad oggi, problema superato e ci convivi? Che ne pensi della censura sui social?
La censura mi è stata utile per curare l’ansia di perdere il profilo. Superato questo attaccamento, perdendo appunto il profilo, è stata una liberazione. Ora ci convivo, benissimo peraltro, perché assolutamente me ne sbatto e faccio di testa mia privo appunto di quella paura, e continuo a pensare che faccia passare un messaggio sbagliato della sessualità. E’ un atto di involuzione. Follia pura, un incentivo a renderci sempre meno naturali, come siamo venuti al mondo, e renderci perversi agli occhi degli altri. Anzi, trovo che sia la censura stessa ad essere volgare, in quanto ha la proprietà di rendere volgare ciò che appartiene a tutti nel profondo. L’atto “violento” della censura distorce la vera essenza della sessualità.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Se dovessi scegliere tre fotografi o fotografe che ti hanno ispirato, che ami particolarmente, chi sceglieresti?
Come detto all’inizio di questa intervista, io non conoscevo la fotografia per cui non mi sono ispirato a nessuno. Solo in seguito mi sono rivisto parecchio in Richard Kern che è sempre stato ed è tutt’ora il mio fotografo preferito, vedo anche un qualcosina di Ren Hang per delle composizioni di coppia. Sul lato polaroid, per ammissione di altri, ci sono elementi in comune con Nobuyoshi Araki (forse per i diari in polaroid eseguiti insieme a mia ex moglie). Per linee e dinamica, invece, Daido Moriyama.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Se invece potessi scegliere tre soggetti, viventi o meno, che ti sarebbe piaciuto immortalare?
Kim Gordon, David Tibet e per ultima ma forse quella che più mi preme, la nuova inquilina (vicina) che si è trasferita al terzo piano del palazzo dove abito la settimana scorsa. Lei non può sfuggirmi assolutamente.

Fotografia di Fausto Serafini
© Fausto Serafini

Fausto, ti ringrazio ancora per aver scelto di essere mio ospite in questo spazio virtuale. Continuerò come sempre a seguirti con piacere ma vorrei da te qualche spoiler. Stai lavorando a qualche nuovo progetto? Cosa ti auguri per il tuo futuro artistico?
Sto lavorando ad un nuovo progetto. Non lo spoilero perché credo nella sfiga Enrico! Scherzo (?): posso dirti però che è a lungo termine e ha a che fare con un numero, l’8 nello specifico.
Cosa mi auguro? Ognuno augura il meglio per sé ma io penso pure di meritarlo. Non tanto per atto egoico quanto perché conosco la mole di passione e dedizione dalle quali continuo ad essere felicemente mosso.

Uno foto di Fausto Serafini con una modella che indossa la t-shirt Centocelle by tsquirt
© Fausto Serafini – T-shirt Centocelle by tsquirt

 

Contatti
Instagram: @fausto.serafini__

 

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