“Non ho paura di mostrare il mio mondo e di descrivere un concetto scabroso, perché attraverso la mia mente ed il mio braccio, ovvero la matita, ottengo quella libertà che mi permette di dare forma in modo elegante e diretto.” Filippo Spinelli
Filippo Spinelli nasce e vive a Palermo 28 anni fa, ma come lui stesso ci confida e alla ricerca di un nuovo posto nel mondo. Consegue la laurea triennale in Disegno Industriale presso la Facoltà di Architettura di Palermo e da poco ha concluso la specialistica in Grafica delle Immagini – Indirizzo Illustrazione presso l’Isia di Urbino. Ha avuto modo di collaborare con Timmerman e Picame oltre ad aver esposto in due mostre (Milano e Larissa in Grecia). I suoi disegni sono semplicemente geniali, realizzati come solo chi nasce e cresce con la matita tra le mani riesce a fare. Il suo stile è essenziale e diretto, prediligendo il bianco e nero, ma non disdegnando in alcuni casi il colore. I suoi lavori ti rapiscono immediatamente, al primo sguardo. La semplicità apparente del tratto amplifica ulteriormente i concetti che disegna. Idee di una fantasia pura, a volte irriverente, a volte romantica. “Sfogliando” il suo instagram le parole che l’osservatore ripete più spesso sono: “no va beh, ma è bellissima”, “noooo, ma come gli è venuta st’idea” o più semplicemente “geniale”.
Tra i suoi temi ricorrenti anche il corpo, e sapete a noi zozzoni come questo c’interessi.
Anche in questo caso l’ironia la fa da padrona, con vagine che diventano porte o tette che prendono le sembianze di palloni da basket.
Spazio ora alle sue parole, e ovviamente ai suoi disegni.
Domanda.Filippo, come di consueto, è doveroso iniziare ringraziandoti per il tempo che ci hai concesso. Dopo i ringraziamenti la prima curiosità riguarda i tuoi inizi. Abbiamo letto che fin da piccolo sei stato un patito della matita. I tuoi primi scarabocchi e i tuoi primi disegni quali sono stati?
Risposta.Bella domanda. I mie primi disegni sono assai lontani da quelli di adesso o meglio quello che adesso rappresento è la visione reale e adulta del mio mondo che ha preso forma durante il mio percorso di crescita. Tornando a parlare dei miei albori, posso dire tranquillamente di aver cominciato a disegnare sui diari dei compagni di scuola soggetti come Lupo Alberto, Dragon ball e supereroi di ogni genere. Ho anche realizzato ritratti e piccole riproduzioni di opere d’arte appartenenti ai di grandi maestri.
D.Quando hai capito che l’illustrazione doveva necessariamente essere il tuo mondo?
R.È stata una cosa casuale che ha preso forma nella mia vita all’improvviso. Come ho detto in precedenza ho sempre disegnato, ma col tempo mi ero allontanato da questa mia passione perché avevo intrapreso strade diverse. Solo grazie all’università ed in particolare al mio ultimo anno del triennio, la passione per il disegno ha ripreso vigore tornando a battere come un tempo. A poco a poco, la necessità di raccontarmi attraverso il disegno ha preso forma ed è diventata espressione soprattutto grazie al corso di studi specialistico che ho intrapreso. Il resto è storia…
D.Quali ostacoli hai trovato durante la tua crescita artistica e cosa consigli a un ragazzo che è alle prima armi, anzi alle prime matite, e vuole intraprendere la tua stessa strada?
R.Crescere a livello artistico è un percorso assai personale e privato. Di base, bisogna saper vedere le cose attraverso il proprio sguardo e senza avere timore di mettersi in gioco attraverso il disegno. Bisogna lasciarsi trasportare e raccontarsi, perché a mio parere è importante che ciò che si crea prenda spunto da idee, sentimenti e sensazioni prettamente personali (questi fattori danno carattere e forma a ciò che si sceglie di raccontare attraverso la matita). Per quanto riguarda gli ostacoli, penso che riguardino la sfera personale. La necessità è quella di scoprirsi del tutto e di lasciarsi sopraffare da ciò che decidiamo di comunicare senza schemi o remore che porterebbero solo a delle catene metaforiche. A chi volesse intraprendere questo cammino, urlando ad alta voce che ancora io sono un piccolo tratto di matita in questo meraviglioso mondo chiamato illustrazione, che la volontà e la passione devono camminare di pari passo e che bisogna essere sempre consapevoli del proprio talento e delle proprie capacità. Questo è un aspetto importate in un periodo all’interno del quale “l’universo dell’internet” concede voce globale in tutti i settori. In conclusione: perseverare, credere e crescere con i “si” ed i ”no” che si ricevono.
D.I soggetti e le “situazioni” che disegni sono i più vari. Molti surreali, altri romantici e teneri, altri irriverenti o divertenti. Qual è il processo creativo che ti permette di realizzare i tuoi lavori?
R.Tutti i miei lavori parlano di me. Sono un’estrapolazione del mio essere e di tutto quello che penso, immagino ed osservo. Non ho paura di mostrare il mio mondo e di descrivere un concetto scabroso, perché attraverso la mia mente ed il mio braccio, ovvero la matita, ottengo quella libertà che mi permette di dare forma in modo elegante e diretto. Il mio, è un processo creativo assai semplice ed intuitivo come si può benissimo vedere nei miei lavori. Per me l’essenzialità è la forma di un’idea espressa nel modo giusto e che concede un’immediata chiave di lettura nei confronti di chi osserva una o più volte ciò che io creo.
D.Alcuni elementi nei tuoi disegni sono ricorrenti, rispetto ad altri. Ad esempio abbiamo notato che spesso sono presenti il cervello, le tette, i libri, il cuore. Ma non solo. Ti sei mai chiesto o hai mai ragionato sul perchè, crediamo naturalmente, tu abbia queste preferenze? Ci sono altri elementi che disegni spesso e a cui tieni particolarmente?
R.Beccato! (ahahah) Tornando ad essere seri, questi elementi che avete citato per me sono la chiave di lettura di ciò che circonda il nostro universo e noi stessi come individui. Il cervello ci permette di ragionare, di riflette, di creare. Il cuore è la contrapposizione esatta del cervello. Un alter ego sentimentale che ci permette anch’esso di ragionare, riflette e creare ma in modo totalmente diverso, perché impulsivo. I libri sono il carburante del cervello e del cuore. Senza questi due, difficilmente uscirebbe fuori un buon libro. Inoltre, il libro visto come elemento, simboleggia per me quella porta che ci conduce verso una nuova realtà e che ci arricchisce facendolo proprio. Infine, le tette sono “due” elementi meravigliosi dai quali si rischia di diventare dipendenti e che il buon Dio (senza essere blasfemi o di cattivo gusto) ha donato ad entrambi i sessi, ovvero: uno lì ha in dote per natura e l’altro, pregando di aver fortuna nella vita, avrà la fortuna di beneficiarne senza indugio. Per quanto riguarda altri elementi vari, uso anche la tecnologia (social, computer, telefono, like) come argomento e le sue innumerevoli affezioni negative/positive, quasi sempre sono rivestite da un aspetto relazionale tra due individui.
D.Molti tuoi disegni ci suggeriscono che il tuo animo è romantico. E’ un suggerimento sbagliato?
R.È un suggerimento dannatamente vero e palese. Non mi nascondo dietro ad una matita, anzi uso quest’ultima per esprimermi e ciò mi rende libero, chiaro e diretto attraverso quello che racconto.
D.Il corpo è un altro elemento presente nei tuoi disegni, spesso il corpo di donna. Metti però l’accento non sulla sensualità del corpo quanto sul gioco, sull’ironia. Cos’è per te il corpo, cosa l’erotismo?
R.Il corpo di una donna, come le sue linee possiedono una sensualità innata ed è l’assoluta contrapposizione al corpo maschile. Quello femminile, è un corpo che si veste meglio e che riesce a dare alle mie idee la giusta forma e comprensione. L’uomo è un elemento che esiste per la donna e attraverso la donna. Il gioco, l’ironia sono elementi chiave e che ritengo fondamentali per raccontare con sincerità qualcosa che riteniamo personale o “scabroso” agli occhi del mondo. Il corpo è come la copertina di un libro perché con esso ci presentiamo agli altri. Il corpo è linea prima di essere forma. L’erotismo è qualcosa di delicato e allo stesso tempo di molto forte, seducente ed accattivante. Al suo interno, si mescolano desideri e voglie che pulsano all’interno di un individuo e che vorremmo raccontare e fare.
D.Il tuo instagram è molto seguito, e siamo certi che crescerà sempre più velocemente. Sappiamo dell’importanza, o meglio del grosso aiuto che possano dare i social nel promuovere velocemente i propri lavori, qual è il tuo rapporto con essi?
R.Sono contento che il mio lavoro venga apprezzato da molti, ma bisogna sempre stare attenti a non cascare nel tranello dei followers. Io disegno perché amo farlo ed è una passione innata. La condivisione, è la conseguente e naturale volontà di mostrarsi agli altri. I social sono quel fattore chiave che ti permette di ottenere la tanto agognata visibilità in modo gratuito e diretto. Questo, alle volte si distacca, secondo la mia visione, dal vero talento che in molti pensano di avere. Il mio rapporto con i social è normale o almeno io penso sia così. È una piccolissima parte di me, ma al loro interno non c’è il “vero” me. Filippo, quello che respira e che esiste, prende forma al di fuori, soprattutto quando si mangia e si sta a contatto con la gente.
D.Riguardo il tuo presente e il tuo futuro invece, hai mostre o progetti in cantiere? Qual è un tuo sogno in ambito lavorativo e quale in ambito personale?
R.Il mio presente è incerto come del resto il mio futuro. Sono in fase di costruzione ed il mio cantiere è un cielo aperto ricco di sogni, speranze e forza di volontà. Ho voglia di lottare e di conquistare quello che desidero mantenendo sempre la testa sulle spalle. Al momento non ho mostre future, ma un progetto sta prendendo forma e lo vedrete a breve. In ambito lavorativo vorrei tanto cominciare a lavorare seriamente o meglio riuscire a salire sul treno dei grandi che si trovano già all’interno del vagone dell’illustrazione. In ambito personale vorrei tante cose, ma la più importante riguarda la volontà di scoprirmi sempre di più attraverso la matita e riuscire a trovare la mia dimensione da solo ed in compagnia di qualcuno che al momento è assente, ma presente nei sogni.
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