Francesco Cascavilla è un fotografo e artista che vive e lavora tra Roma e Berlino. Dopo aver studiato pittura la sua formazione come fotografie avviene in modo spontaneo ed autodidatta.
” A 22 anni vivevo nel cuore della scena artistica underground Berlinese . Ero un po’ ( un po’ tanto ) un Party Animal, nel mio circolo di conoscenze c’erano cosi tante persone uniche e speciali, sentivo che dovevo immortalarle! É nata cosi la passione per la fotografia ritrattistica e lo sviluppo del mio stile personale “.
La sua esperienza lavorativa lo ha da sempre portato ad essere in stretto contatto con il mondo LGBTQ+, di cui anche lui ne è parte, ed a cui ha deciso di dare voce nei suoi lavori in maniera libera da cliché e convenzioni, in uno spazio artistico assente da giudizi in cui le persone che fotografa si sentono libere di essere se stesse.
Così Francesco Cascavilla sul suo lavoro: “Affermando che una fotografia non è mai la rappresentazione meccanica della realtà, il mio obiettivo è sempre stato quello di utilizzare il mezzo fotografico come mezzo per tradurre in una forma visiva aspetti del nostro mondo interiore”.
I suoi lavori sono recentemente stati publicati nel libro “New Queer Photography – Focus on the Margins”.
Il lavoro di Francesco Cascavilla è egregiamente descritto dal critico d’arte Nicolas Ballario. Prendiamo in prestito dunque le sue parole e le riportiamo fedelmente qui di seguito:
“Si capisce che è il mistero a interessare Cascavilla, ma allo stesso tempo, nel fotografare i protagonisti dei “mondi nascosti”, cerca di farli esplodere. Le sue immagini sottolineano la doppia personalità degli esseri umani, esaltano le differenze e gli opposti dei volti e dei corpi.
Attenti però, non c’è nulla di perverso nella sua visione: le sue opere parlano della crudezza della condizione umana, dell’istinto. Agiscono come un disinfettante, come se volessero eliminare ogni traccia o scoria di impurità da qualcosa che la società racconta come sbagliato. Questa serie di immagini, cariche di tensione, offrono corpi quasi androgini, al confine tra la grazia e la potenza, o gli enigmi del corpo che si reggono su un dinamismo sorprendete.
Come possiamo vedere nelle fotografie di Mapplethorpe, che consciamente o no è di certo un punto di riferimento per Cascavilla, anche lui scansa il naturalismo della fotografia realista per trasportare il ritratto in un’ottica metaforica, paradigmatica.
La figura umana non è più corpo, ma la materializzazione dello spirito, della fantasia, delle individualità, forse addirittura dell’orgoglio. L’obiettivo di Francesco Cascavilla è una lente di ingrandimento per scovare quei lati degli esseri umani che nascondiamo ai nostri occhi, ma anche uno strumento un esercizio piuttosto utile: individuare le somiglianze con noi stessi senza averne paura”.
Contatti
Instagram: @francescocascavilla
Sito: francescocascavilla.com

Parliamo di arte omoerotica e di favolosità. A cura di Paconazim.