Per l’ottavo appuntamento di Ink T-Squirt, abbiamo il piacere di ospitare, nel nostro spazio virtuale, Gianenrico Bonacorsi. Giovane illustratore friulano che vive a lavora a Parigi.
“Sono nato a Udine nel 1996 e come la maggior parte dei bambini disegnavo molto, incentivato anche dalla passione artistica trasmessami dai miei genitori.
Pian piano, l’arte acquisì sempre più importanza per me fino a farmi capire che avrei voluto fare proprio quello nella vita, ne ero certo.”
Gianenrico Bonacorsi si diploma al liceo artistico “G. Sello” di Udine, per poi trasferirsi a Milano dove frequenta la Scuola del Fumetto che consolida la sua passione per il disegno e lo introduce propriamente alla nona arte, il fumetto.
All’esame finale della Scuola un editor della casa editrice francese Glénat gli offre un lavoro che accetta senza troppe esitazioni.
“Inizialmente feci due volumi a fumetti su dei miti greci, Dioniso (2020) e Sisifo (2021), in seguito mi diedero altri due volumi sui miti biblici, il Diluvio Universale e la Genesi (in uscita questo autunno). Al momento sto lavorando ad un libro su Romeo & Giulietta, che farà parte di una serie sui miti dell’amore, sempre edita da Glénat”.
Contemporaneamente a ciò, Gianenrico Bonacorsi iniziò fin da subito a realizzare anche illustrazioni personali, che spaziano da tematiche sociali a erotiche, grazie alle quali iniziò a lavorare anche con una galleria d’arte parigina chiamata Achetez de l’Art.
Nel gennaio del 2020 ci fu il trasferimento da Milano a Parigi dove vive tuttora.
Per noi Gianenrico Bonacorsi ha realizzato una splendida ed ironica illustrazione, con co-protagonista la nostra Felpa T-Squirt Nera. Noi lo ringraziamo per il lavoro che ci ha dedicato e ora vi lasciamo alle sue parole, che vi permetteranno di entrare un po’ nel suo mondo.
Buona lettura e buon visione.
Ciao Gianenrico e grazie per aver partecipato al nostro “Ink T-Squirt”. Prima domanda sul disegno che hai realizzato per noi. Cosa ti ha ispirato?
Innanzi tutto grazie a voi della proposta. Per quanto riguarda l’illustrazione realizzata per voi invece, ho riguardato alcuni miei vecchi lavori e trovando l’uomo fatto di dildi ho pensato che non ci potesse essere personaggio più azzeccato per indossare la vostra felpa T-Squirt.
Quando nasce in te la passione per il mondo del disegno e quando quella per la nona arte, il fumetto?
La passione per l’arte e il disegno è nata un po’ come a tutti quanti, quindi in maniera abbastanza spontanea da bambino. Il fatto di poter rappresentare qualcosa di totalmente nuovo, che nessuno ha mai visto prima, fatta a mio modo, con le mie regole l’ha sempre resa una cosa speciale. Di fondo comunque resta sempre l’esigenza personale di ricercare una soddisfazione personale nel disegno, che ti ripaga emozionandoti, poi se piace anche ad altri tanto meglio.
La passione per il fumetto invece arrivò abbastanza tardi, grazie a Vitto un mio caro amico delle superiori, che per la prima volta mi portò in una fumetteria. Chiaramente sono sempre stato affascinato dall’oggetto fumetto, ma non ero ancora riuscito a trovare qualcosa che mi toccasse personalmente in questo genere letterario.
Quali erano i tuoi fumetti preferiti? Cosa ti piaceva di essi? E quali sono i tuoi fumetti preferiti ora?
I primissimi fumetti che mi catturarono il cuore sono state due copie della rivista MAD magazine degli anni 70 che mio padre portò in Italia dopo la sua permanenza giovanile negli Stati Uniti.
C’erano disegni grotteschi, che rappresentavano personaggi strani, irrispettosi, volgari, ma comunque veri e questa cosa mi faceva impazzire, dicevano quello che volevano senza preoccuparsi e lo facevano in maniera elegantissima.
Alle superiori, iniziando a frequentare sempre più spesso le fumetterie mi innamorai dei comics americani. Essendo da sempre stato affascinato dall’anatomia umana e dalla violenza un po’ gratuita, in questi fumetti ho trovato pane per i miei denti. Inoltre si parla di storie pazzesche intricatissime e a volte anche drammatiche così fantasiose da non avere limiti.
Successivamente, andando alla Scuola del Fumetto di Milano, sono stato iniziato seriamente a questo mondo, iniziando a scoprire tutto quello che ci orbitava intorno. Nello specifico ho scoperto la bande dessinée (fumetto franco-belga) e di conseguenza ho iniziato a leggere molti classici di quel tipo.
Al giorno d’oggi uno dei miei fumetti preferiti è sicuramente Ranxerox, disegnato da Liberatore, apprezzo molto anche Manara e Serpieri, Moebius, Ribic e Federici per esempio, comunque sia in generale sono molto incline ad un tipo di disegno realistico tradizionale.
Hai frequentato il Liceo Artistico e poi la Scuola del Fumetto. Quanto è stato importante il tuo percorso scolastico nella tua crescita artistica? In cosa questo percorso ti ha aiutato a crescere?
Il liceo artistico non è stato particolarmente importante se si parla di apprendere la tecnica ma più che altro per conoscere persone con il mio stesso interesse e ampliare un po’ la mia conoscenza del mondo diciamo.
Lo scatto veramente decisivo fu senza dubbio alla scuola del Fumetto, li ebbi la fortuna di avere autori professionisti come insegnati, che mi trasmisero la passione e mi dimostrarono che con la buona volontà, serietà nel lavoro e determinazione si poteva arrivare da qualche parte. Per me non era solo andare a scuola, ma era andare a fare la cosa più figa del mondo.
Come nasce il tuo stile e il tuo modo di disegnare?
Non c’è una ragione logica per cui qualcuno disegna in un determinato modo, diciamo però che lo stile è semplicemente il risultato di un’esigenza artistica personale, un mix di tutte le esperienze visive e pratiche che si sono fatte e vissute, quindi una specie di fusione replicata di tutto le cose che ci hanno stimolato ed emozionato.
Inoltre nello stile di disegno molto spesso si riflettono anche aspetti del carattere di una persona quindi è una specie di rappresentazione personale attraverso un espressione artistica.
I tuoi disegni sono ironici, alcuni cinici, altri erotici. Il tuo è un immaginario vasto e variegato. Da cosa ti lasci ispirare?
Non ho una fonte di ispirazione precisa e non cerco mai di sforzare le idee, ma solo lasciar fluire il più possibile i pensieri. Diciamo che il mestiere che faccio mi porta a passare molto tempo da solo e di conseguenza mi capita di rimuginare parecchio alle cose. Inoltre se si parla di fumetto e illustrazione si parla anche di narrazione, quindi cercare di rappresentare nella maniera più efficace possibile un concetto/idea attraverso un’immagine, non è solo il disegno in se per se.
Sicuramente molta ispirazione arriva dal guardare le persone attorno a me, i loro comportamenti, i loro atteggiamenti. Uno degli aspetti che mi affascina di più è il peccato dell’uomo e il suo lato oscuro, inevitabile e onnipresente, che spesso cerchiamo di reprimere facendo solo peggio probabilmente.
Anche nella sessualità dai un taglio ironico e cinico ai disegni. Come nasce questo tuo modo di “utilizzare” la sessualità, i corpi? Anche se non mancano i disegni più “strettamente” erotici. Cos’è per te l’erotismo?
In generale sono affascinato da un po’ tutti gli aspetti portanti dell’umanità, la morte, il denaro, il peccato appunto e sicuramente anche l’erotismo. Il sesso comunque, con tutte le sue sfaccettature e perversioni è la sola ragione per cui la vita continua ad esistere.
Inoltre come dicevo prima sono da sempre molto affascinato dal corpo umano, e senza dubbio l’erotismo è capace di rappresentarlo in tutta la sua essenza, nella sua aggressività, carnalità, dolcezza, desiderio, piacere e dolore.
Inoltre considero la sessualità come un elemento che ci riporta alla nostra essenza primordiale, ci ricorda che in fondo siamo degli animali non più speciali di tanti altri e che non possiamo sfuggire alla legge di vita e morte che governa l’universo.
Da Udine ti sei trasferito a Milano prima e a Parigi dopo. Città in cui attualmente vivi. Iniziamo dal capoluogo meneghino. Come hai vissuto questa tua prima esperienza fuori la tua città di origine? Cosa trova a Milano un giovane illustratore che vuol fare della sua arte il lavoro della sua vita?
Io in realtà non sono propriamente di Udine ma ho passato i miei primi 14 anni in un piccolo paesino collinare chiamato Buja, quindi già iniziare a frequentare il liceo artistico di Udine è stato un bel cambio essendo stato abituato a tutt’altro ambiente.
Milano successivamente è stato un passo ancor più grande, che mi ha catapultato in un sistema internazionale, con nuove regole sociali e meccanismi di sopravvivenza se si possono chiamare così.
Personalmente sono sempre stato generalmente molto curioso e non mi spaventava il pensiero di ricominciare da zero, perché ci vedevo solo una preziosa possibilità di arricchimento personale da sfruttare.
Ritengo fondamentale per chiunque un’esperienza del genere dove diciamo ti trovi a dover affrontare la vita da solo, questa responsabilità dona consapevolezza che poi ti aiuterà nel prendere le decisioni più giuste per te stesso.
Dal punto di vista artistico Milano mi ha permesso di incontrare altri artisti e in generale persone da tutto il mondo, avere alla portata di mano mostre importantissime ed eventi culturali che non avevo mai avuto modo di frequentare prima.
E poi Parigi. Cosa ti ha spinto a trasferirti in Francia? Come hai vissuto, come vivi quest’esperienza e come ti ha accolto la capitale francese?
Milano come dicevo prima ha sicuramente moltissimi aspetti positivi e racchiude molte possibilità, ma per quanto riguarda il fumetto c’era poco interesse e aggregazione. Di conseguenza mi continuavo a sentire esterno a questo mondo pur avendo anche iniziato a lavorare per un editore francese. Sentivo che doveva iniziare un nuovo capitolo della mia vita, quindi decisi di spostarmi nel cuore culturale francese e quindi anche della bande dessinée. Inizialmente ero molto intimorito, visto che non conoscevo nessuno e di francese avevo fatto solo qualche corso preparatorio, ma in seguito mi resi conto che ne valse senza dubbio la pena.
A Parigi trovai una città viva, con un interesse per l’arte enorme, che investe moltissimo su questo aspetto essenziale della vita, dove l’amore per la cultura sembra muovere tutto quanto. Ovviamente questo è bilanciato dal fatto che a volte diventa una città opprimente capace di soffocarti con il suo ritmo frenetico, soprattutto per un’amante della natura come me. Anche lei ha sicuramente i suoi lati oscuri, come tutto il resto, ma le persone sono molto unite e rispetto la mia esperienza sono sempre molto solidali tra di loro.
La scuola del fumetto francese, come anche la fiamminga e quella italiana (restando in Europa) sono sempre state tra le più importanti grazie anche ai tanti artisti che questi luoghi hanno visto nascere. Ci sono differenze ed analogie nel modo di come è percepito il lavoro di illustratore in Francia rispetto all’Italia? Riguardo la censura e la libertà di espressione?
Il modo in cui questo mondo è percepito delle persone è nettamente molto diverso tra Italia e Francia, qui la gente legge molti più fumetti e libri, va al cinema, a teatro con molta più frequenza rispetto a noi italiani, qua mi sembra che le persone siano assetate di imparare cose nuove, viaggiare, frequentare eventi culturali ecc. e questo è estremamente stimolante, mi piace molto. Inoltre c’è sicuramente più libertà in generale e meno omologazione di massa. Con questo non voglio criticare l’Italia a cui resto sicuramente più legato e continuo a considerare casa ovviamente però è difficile negare che noi italiani abbiamo un istinto più menefreghista verso le cose.
Nello specifico, se confrontiamo il mercato del fumetto franco-belga con quello italiano sono su piani molto diversi, forse recentemente l’Italia sta un po’ riscoprendo il piacere della nona arte e lo spero vivamente, anche perché l’Italia è ricca di autori formidabili che però molto spesso sono costretti a lavorare all’estero. Qui il fumetto e l’illustrazione sono aspetti instaurati nella cultura di massa, tutti leggono fumetti e spesso diventa qualcosa capace di creare aggregazione tra le persone.
A proposito di censura. Ti sei mai imbattuto in quella dei social?
Sfortunatamente si, negli ultimi mesi Instagram mi ha soppresso alcune illustrazioni ritenendole inadeguate in quanto non rispettavano le loro line guida, mi sembra abbiano irrigidito parecchio i loro parametri di cosa è accettabile e non.
La cosa che mi sorprende di più forse è il fatto che comunque restano disegni, quindi anche se erotico restano dei segni su un pezzo di carta.
Ovviamente per quanto mi riguarda non dovrebbe esistere questo tipo di censura nell’arte, entro certi limiti ovviamente. Penso comunque che queste limitazioni riflettano un’irrigidimento della società su alcune tematiche, mi sembra che sempre più le persone abbiano paura di avere un’opinione propria che non rispetti le linee guida del politicamente corretto e che possano uscire dagli schemi.
Stai lavorando a qualche nuovo progetto? Se si, puoi darci qualche anticipazione?
Al momento ho iniziato un volume su Romeo & Giulietta ma prossimamente prevedo di iniziare a lavora ad un progetto più personale, in collaborazione con due sceneggiatori, su un progetto fantascientifico un po’ macabro, però il progetto deve ancora partire, quindi vedremo, io ci spero molto comunque.
Gianenrico, noi ti ringraziamo per il disegno e per il tempo che ci hai dedicato nel realizzare quest’intervista. Vogliamo salutarti ponendoti un’ultima domanda sul tuo futuro o meglio riguardo i tuoi sogni. Cosa ti auguri e cosa ti piacerebbe realizzare nella tua vita di illustratore? Qual è il tuo sogno?
La cosa principale che mi auguro è semplicemente di poter continuare ad avere la possibilità di disegnare per lavoro il resto della mia vita. Se invece devo pensare ad un mio obbiettivo/sogno più specifico sarebbe sicuramente quello di diventare un’autore affermato, lavorando su progetti che sento più miei e magari provare a fare qualcosa come autore completo. Prima o poi mi piacerebbe anche iniziare a lavorare per il mercato americano, ma la cosa più importante è continuare ad avere passione per quello che faccio e vivere quello che mi resta con più gioia possibile.
Sono io che ringrazio voi per avermi offerto questa possibilità e ringrazio anche tutti quelli che si sono interessati.
Contatti
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