ISVN, il porno”slow-cum” su e con Valentina Nappi – Intervista alla regista Monica Stambrini

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“E’ un film particolare, che non si sa bene come definire: film? documentario? né lungo né corto, intimista, porno… Per me è un film molto candido. Come può essere il sesso e come è Valentina.” Monica Stambrini

La locandina del film ISVN - Io sono Valentina Nappi
La locandina del film ISVN – Io sono Valentina Nappi

Una scelta poetica, intima, candida. Un porno intimista che sdogana la figura stereotipata dell’attrice porno e evidenzia il diritto della libertà sessuale femminile, dell’amore non come sinonimo di possesso. ISVN – Io sono Valentina Nappi – Il film di Monica Stambrini, regista milanese del collettivo Le Ragazze del Porno, è tante cose. E’ la personalità di Valentina Nappi, attrice porno tra le più seguite, il suo rapporto con il corpo, con il sesso e con i legami affettivi. E’ una lunga scena di sesso non costruita, libera da invadenti occhi puntati addosso e con una sola camera a riprenderla. E’ la spontaneità della coppia sul set che rende a tratti anche divertente il film. La Stambrini e la Nappi hanno già lavorato insieme in un altro film della regista meneghina, Queen Kong, e per nostra fortuna, sono ritornate a ritrovarsi sul set per questo nuovo film. La trama è secondaria rispetto ai contenuti, ma ve la descriviamo ugualmente per contestualizzare anche le sensazioni. La Nappi arriva a Roma dove riceve ospitalità per la notte nel laboratorio dell’artista Corrado Sassi. Qui viene raggiunta dall’amico di vecchia data e attore Lorenzo Branca con il quale trascorrerà la notte tra conversazioni amichevoli e sesso appassionato. Prima di raggiungere Lorenzo, il film inizia con Valentina al cellulare con il l fidanzato Giovanni Lagnese il quale non nutre nessun risentimento verso la fidanzata per la sua serata romana, dimostrando che sentirsi amato e amare non vuol dire essere posseduto e possedere ma condividere. Il film sarà proiettato durante la seconda edizione dell’Hacker Porn Film Festival, dopo aver registrato il sold out al Fish&Chips Film Festival di Torino e aver ricevuto critiche positive da molte testate del settore e non solo. Un film da vedere, una Valentina Nappi da scoprire e questa volta non solo dei vestiti. Abbiamo avuto il piacere di intervistare la regista e soddisfare le nostre curiosità, sperando siano anche le vostre.

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Monica Stambrini

Domanda.Monica grazie per averci dedicato il tuo tempo concedendoci questa intervista. Siamo curiosi di scoprire di più sul tuo ultimo film ISVN, ma prima di parlarne, vogliamo farti conoscere a chi ancora non ha mai visto un tuo film. Quando nasce la tua passione per la regia?
Risposta.Da quando a 15 anni ho visto Fanny & Alexander di Bergman e ho pensato che quel film avrei tanto voluto farlo io.
Dopo il Liceo mi sono iscritta a una scuola di cinema a Milano e sono riuscita ad entrare nella ambita classe di regia. Così ho cominciato a fare i primi cortometraggi e mi sono trasferita a Roma.

 

D.Fai parte delle “Le ragazze del Porno”, come descriveresti la tua esperienza nel collettivo?
R.Lunga, appassionante e impegnativa. Dal primo giorno in cui abbiamo cominciato a oggi sono passati un po’ di anni e sono successe tante cose. Non siamo purtroppo riuscite a realizzare tutti i film che volevamo fare ma siamo riuscite a lasciare un segno in Italia, solo per il fatto di esserci esposte dicendo “vorrei mettere in scena la sessualità in modo esplicito – problemi?” Il fatto è che i problemi ci sono stati eccome. E pochi soldi quindi poca possibilità di fare. Ma ancora oggi mi contattano laureandi con tesi sulla pornografia e l’arte e/o il cinema chiedendomi de Le ragazze del Porno. Siamo state un’esperienza culturale pur senza aver prodotto moltissimo.

 

D.Quando e come è nata in te la voglia di affrontare tematiche riguardo la sessualità utilizzando la pornografia d’autore ?
R.Da quando faticavo a realizzare i film che desideravo fare. Il mio è stato un po’ un “revenge porn” verso quel cinema in cui, dopo Benzina (il mio film di esordio tratto dall’omonimo libro di Elena Stancanelli) non riuscivo più a trovare un mio spazio. Mi sono detta che – dal momento che nessuno era interessato a produrre i miei film e a farmi lavorare – allora ero libera di fare quello che volevo, avevo poco da perdere anzi, tutto da guadagnare a fare ciò in cui credevo. Ovviamente il fatto di far parte di un gruppo di registe mi era di grande incoraggiamento. Sono sempre stata incuriosita dalla sessualità e ho sempre guardato con fascinazione e interesse ai film e ai registi che trattavano il tema della sessualità. Sono nata negli anni 70, sono cresciuta con un’alta dose di libertà espressiva e sessuale, mi stupisco onestamente quando la gente si scandalizza della sessualità. Mentre mi scandalizza ancora molto la violenza, e la poca censura nei suoi confronti, quello si.

Valentina Nappi in una scena del film.
Valentina Nappi in una scena del film.

D.ISVN, ovvero Io sono Valentina Nappi. Il film descrive l’incontro intimo di due amanti, Valentina Nappi e Lorenzo Branca. Come già si deduce dal titolo il focus del film è proprio Valentina. Quando vi siete conosciute e cosa ti ha spinto a “dedicarle” un film?
R.Ci siamo conosciute quando lei ci ha scritto (a Le ragazze del porno) chiedendo di incontrarci. Pur giovanissima, Valentina era già una star – riviste come GQ facevano servizi su di lei, eppure lei ci ha cercato perché curiosa di esplorare tutte le possibilità del linguaggio pornografico, e noi eravamo una cosa nuova. Per quanto riguarda ISVN è stata lei – dopo Queen Kong e dopo essere diventate amiche e aver apprezzato entrambe il lavorare insieme – che mi ha proposto di fare un porno più realistico, più low-budget e meno costruito di Queen Kong. Un porno-porno, insomma. Per me era un’ennesima sfida ma anche una chance per lavorare ancora con Valentina. Non so dir di no. Infatti le produttrici di ISVN siamo io e lei.

 

D.Usualmente i fruitori del porno main stream si apprestano a visionare i video in un’ottica “fast-cum” , nel tuo film si cambia prospettiva. In che modo hai deciso di raccontare Valentina Nappi?
R.Volevo raccontare Valentina nell’aspetto che non è pubblico- banalmente – l’aspetto privato. La Valentina fuori dal set, come si veste, come si prepara per incontrare un fuck-friend, cosa fa quando è da sola. E anche del sesso volevo raccontare i momenti di dialogo, l’intimità che non è solo nelle posizioni. Ne è venuto fuori un porno slow-cum, si?

 

D.Il taglio del film è documentaristico, il che lascia intravedere un estrema genuinità dei dialoghi. Quanto c’è di improvvisazione e quando di preparato nel girato?
R.Di preparato c’è solo la situazione di base. Avevamo una piccola troupe composta da un direttore della fotografia (Sandro Chessa) che ha impostato le luci dello studio, uno scenografo (Gianni Brugnoli) che ha giocato con quello che c’era nello studio di Corrado Sassi, e un aiuto regia (Berenice Vignoli). Ma tutta la prima parte, in cui Valentina gira da sola nello studio, a riprenderla c’ero solo io. Valentina era libera di muoversi e di fare quello che voleva. Non le ho quasi mai chiesto né di ripetere, né di fare qualcosa in particolare (tranne il giradischi). Anche il dialogo con Lorenzo sul cibo, mentre lui mangia, è totalmente improvvisato. La sola cosa che abbiamo deciso era di farlo mangiare (la sua cena) in scena.

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Valentina Nappi in una scena del film.

D.Le scene di sesso nel film hanno un girato quasi amatoriale. Questo rende le scene reali, vere. Come nasce questa scelta stilistica?
R.Questi ultimi sono anni in cui – anche grazie alla tecnologia – l’amatoriale e il privato stanno conquistando non solo il porno ma anche il cinema. A me personalmente questa dimensione dell’amatoriale piace molto. Girare in modo intuitivo e in modo così poco invasivo, quasi che sei spettatore mentre “dirigi”. Fantastico. Ovviamente poi controlli tutto ossessivamente in montaggio (sempre con Paola Freddi). Nel caso di ISVN c’è stata anche la preziosa collaborazione di più musicisti: Bello Figo con il brano “Io sono Valentina Nappi”, Le Luci della Centrale Elettrica con “Punk Sentimentale” e gli Heroin in Tahiti con “Nuda per Satana”. Questi ultimi poi, nelle vesti dell’agenzia e casa editrice Nero, hanno anche curato i titoli e la locandina del film.

 

D.Il film è stato presentato a Torino, per la terza edizione del Fish & Chips, com’è stato accolto?
R.Con un sold out 🙂 .
A parte questo, credo con emozione. Vedere due lavori insieme come Queen Kong e ISVN, in sala con un pubblico, così diversi fra loro eppure così ugualmente espliciti. Sicuramente una serata da ricordare.

Valentina Nappi in una scena del film.

D.Chi non ha avuto la fortuna di assistere alla proiezione “sotto la Mole” avrà la fortuna di vederlo all’Hacker Porn Film Festival di Roma. Quale caratteristica del film sottolineeresti per incentivare, lo spettatore o la spettatrice del festival, a guardarlo?
R.E’ un film particolare, che non si sa bene come definire: film? documentario? né lungo né corto, intimista, porno… Per me è un film molto candido. Come può essere il sesso e come è Valentina.

 

D.Monica, grazie ancora per le tue risposte, ci auguriamo di vederti all’Hacker Festival dove ,ti prometto, non ti farò altre domande, anche se la curiosità è tanta. Però un ultima cosa devo chiedertela. Cosa ti auguri per il cinema indipendente italiano e cosa per te stessa?
R.A me stessa auguro di poter continuare a fare i film che amo, con la stessa grinta e libertà espressiva – ma anche di poter lavorare (io e i miei collaboratori) in condizioni economiche e distributive migliori. E la stessa identica cosa auguro anche al cinema indipendente. 

 

Contatti
Sito HPFF: hackerpornfest.com
Filmografia Monica Stambrini: mymovies.it
Sito Valentina Nappi: valenappi.com

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