“Il tabù è pericoloso perché è come una infezione che trascuriamo di curare. Può finire con l’incistirsi, e degenerare in malattia peggiore. I tabù sono padri dell’intolleranza, e figli della scarsa informazione, e molto spesso della mancata accettazione di noi stessi.” Jasmine Biasotto
L’importanza del destino. A volte è vero, le cose succedono per caso, a volte vogliamo credere che dietro quel caso, quel destino, ci sia un disegno divino.
Ciò che è successo a noi, con Jasmine Biasotto, è un po’ questo.
Aprile 2017, decidiamo di indire un contest nel nostro gruppo “T-Queef Storielle che fanno rumore” . Oggetto del contest è un disegno in chiave erotica, il premio, invece, è la possibilità di realizzare delle stampe a nostre spese del disegno vincitore e poi esporlo al Crack – Festival del fumetto indipendente di Roma.
Ed ecco il destino che entra in gioco, perché a vincere non è solo un disegno, a vincere è, quella che poi scopriamo essere, un artista vera, pura.
Jasmine nasce nel 1983 nella città della Lanterna, ovvero Genova, la stessa città, che come ama ricordare la stessa artista, Paolo Conte descriveva così: “è un’idea come un’altra”.
Jasmine disegna ciò che le piace, disegna di musica, di personaggi che ama, di donne malinconiche, e di erotismo.
E qui nasce il nostro amore per lei, perché l’arte erotica di Jasmine è teneramente perversa, inaspettata, spiazzante.
Il suo stile è preciso, maniacale nell’esecuzione del tratto e nella cura dei dettagli, i colori usati con parsimonia e massima cautela, come se fosse una materiale prezioso utile ad arricchire la tela ma non a renderla barocca ed eccessiva.
Perché Jasmine è elegante, nel disegno come nel canto, altra sua passione. Non a caso ha una passione smisurata per “La Diva” Callas.
Così precisa e così passionale, così elegante e così erotica, il dualismo che vive in Jasmine rivive nelle sue opere, e forse è proprio questo che rende le sue opere seducenti,
Il modo migliore però per conoscerla è ascoltare le sue parole, e ovviamente ammirare i suoi lavori,. Allora mettetevi comodi, un bicchiere di vino bianco, ghiacciato, l’ Habanera, della Carmen di Bizet come sottofondo, e buona lettura.
Domanda.Jasmine, grazie per il tempo che ci hai concesso e per la tua estrema disponibilità.
La prima domanda non riguarda i tuoi disegni, o forse si.
Spesso citi canzoni, cantanti e altrettanto spesso li disegni, che rapporto hai con la musica?
Risposta.Sine musica nulla vita. La musica è letteralmente la colonna portante della mia esistenza. Non concepisco nessun processo creativo senza di essa, non posso immaginare un solo momento della mia vita che non sia scandito da musica. Sono un soprano (dilettante, e amo definirmi tale perché mi diletto nel vero senso del termine), amo visceralmente la musica lirica, anche perché la associo alle sensazioni fisiche che provo durante il canto. So suonare, e adoro, letteralmente, mille generi diversi e dissonanti tra loro. Cambio artista, in base alla suggestione del momento. In Playlist ho Marten aller Arten, aria di Mozart tratta da “Il Ratto dal Serraglio”, e subito dopo ho “Paint it black”. E, a pensarci bene, non sono poi così distanti tra loro…Mozart era una “fottutissima rockstar!” (cit.)
D.Quando è nata la tua passione per il disegno e quali sono stati i tuoi primi soggetti?
R.E’ sempre stato così, semplicemente. Fa parte del mio sistema biologico. Respiro, mangio, disegno, a volte dormo. Ero piccolissima e già paciugavo ovunque. Il primissimo soggetto? la zanzara cattiva. Mi pizzicava tutte le notti! Avevo due anni. Ho ancora quei disegnini. Trovo impressionante la capacità di sintesi nella rappresentazione, che tutti abbiamo da bambini. Sintetici e precisi nel comunicare il giusto messaggio. Da grande ho sempre amato la figura umana. Il corpo. Amo i suoi volumi, il chiaroscuro sul quale puoi giocare quando fai figura dal vero. Puoi plasmare i volumi solo con l’uso di esso. Affascinante davvero. C’è da perdersi letteralmente in quella sensazione.
D.Scrivi che illustri quello che gli altri hanno remore a descrivere, quali sono i tabù di cui parli e perché credi ci siano queste remore?
R.Per me tabù è tutto ciò che ci vergogniamo a raccontare, ad esternare agli altri. Questo è un atteggiamento devastante per la crescita personale. Il tabù è pericoloso perché è come una infezione che trascuriamo di curare. Può finire con l’incistirsi, e degenerare in malattia peggiore. I tabù sono padri dell’intolleranza, figli della scarsa informazione, e molto spesso della mancata accettazione di noi stessi. Parlarne e condividere ciò che ci muove dentro, e che magari ci spaventa, semplicemente aiuta a capire chi siamo, da dove veniamo, e dove andiamo. E porvi rimedio, se riteniamo sia necessario accada. Oppure vivere felicemente proprio perché scopriamo di non essere soli.
D.I tuoi disegni hanno una cura per il particolare maniacale, e il tratto sembra sia istintivo che al tempo stesso studiato in ogni suo millimetro . Cosa ti ha spinto a disegnare e a farlo così bene?
R.Non so se lo faccio bene. Ma so che I’ ho sempre fatto. Amo l’arte, mi rende felice, mi colma laddove mi sento mancante. Mi consola quando non so dare/darmi un significato. Mi sostiene e mi lenisce. Come la musica. E una buona lettura. Non potrei letteralmente vivere senza.
Per quanto riguarda l’aspetto legato all’apparire istintiva, ma al contempo studiata nella mia esecuzione…qui entra in gioco la definizione che credo più mi rappresenti. Ossimoro. Se dovessi sintetizzare in una parola la mia persona, questo sarei. Un ossimoro.
D.Osservando i tuoi lavori ho notato un uso parsimonioso quanto preciso del colore, in alcuni è addirittura assente.
In entrambi i casi il gioco d’ombre che realizzi crea del calore ipnotico che spinge l’osservatore ad avvicinarsi al disegno per cercare di captarne ogni dettaglio. Come mai questa scelta cromatica?
R.Nel mio caso credo che il soggetto condizioni la tecnica. Alcuni soggetti sono in bianco e nero perché a parer mio necessitavano di sobrietà in sottrazione a un disegno già carico di dettagli, in particolare modo se fotografo un momento denso di un significato forte. Trovo che addizionare colore renda il tutto troppo chiassoso, temo sempre di distrarre l’osservatore proprio da quel gamma di sensazioni che voglio suggerire. Ed è per questo che uso con parsimonia i colori. Quando ci sono, devono attrarre l’attenzione verso un elemento che trovo fondamentale per il fine espressivo dell’illustrazione. Usare la misura rende più prezioso, quando è presente, l’intervento del colore.
D.Ci sono artisti che ami e a cui vorresti rubare qualcosa? E cosa?
R.Ah, molti. Troppi. Mi piacerebbe la sintesi di Hockney. L’impatto brutale di Bacon (a costo di mettere mano agli intestini), la luce di Caravaggio, il segno di Schiele. E, non ultima, l’erotismo sottile e l’inarrivabile eleganza di Tamara De Lempicka. Per citarne una parte eh, almeno quelli più noti!
D.In alcuni disegni a tema erotico ripercorri quello che è la sessualità nella fase adolescenziale, perché questa scelta?
R.Perché è fisiologico, in una certa fase della nostra vita, andare a ripescare una fase così importante per lo sviluppo della nostra sessualità adulta. Per me rappresentare alcune immagini è catartico. Mi aiuta a rielaborare dei sentimenti che all’epoca maneggiavo senza conoscerne davvero il significato. Significato che avrei tratteggiato solo dopo aver vissuto proprio queste esperienze. Ed è quindi una consequenzialità ciclica che mi piace disegnare proprio per ricordarmi come mi sentivo nell’esplorare un terreno che all’epoca apparteneva al puro istinto. E penso che questo sia una cosa che “smuova” molti animi di chi mi osserva.
D.Alcune tue opere le considero teneramente erotiche, nonché raffinate, ma che cos’è l’erotismo per Jasmine Biasotto?
R.Non ho una definizione esatta di erotismo. So che sicuramente per me è scandito da un’esperienza multisensoriale. Uditiva, tattile, gustativa. Tutto è erotico, se vogliamo usare l’eros come chiave di lettura di esperienze che, in qualche modo, ci riempiano. Per me è l’energia sottile che circonda esperienze soddisfacenti. Erotismo è anche bere un ottimo vino in un contesto rilassante. E’ un buon cibo gustato fino in fondo. é un tessuto prezioso, alla vista e al tatto. Avete visto “Kiki el amor se hace”? Meglio di così non saprei descrivere la leggerezza, la gioia, e il divertimento con la quale andrebbe vissuto l’erotismo e il sesso, a mio parere.
D.E’ nata da poco la tua pagina Facebook e un profilo Instagram dedicato ai tuoi lavori. In pochissimo tempo hai avuto molti consensi se consideriamo che come artista sei presente nei social da un mese, cosa credi possa piacere nei tuoi disegni?
R.Credo piaccia il momento che condenso. L’attenzione al dettaglio, che non desidero diventi lezioso, ma che bensì regali a chi guarda la capacità di rendere l’ambiente che circonda l’immagine rappresentata consistente a sufficienza da poter essere quasi palpato. Vorrei potervi far entrare lì dentro. C’è quell’immagine bellissima tratta da Mary Poppins, nella quale Bert, come un madonnaro, dipinge a terra, con i gessetti, e Mary trasporta tutti lì dentro, per magia. Ecco, quello.
D.Dopo averti conosciuta e aver ammirato i tuoi disegni ci auguriamo di vederne sempre di più realizzati. Possiamo sperarci? Progetti in cantiere?
R.Sono davvero felice del feedback positivo su quello che chiamo “il mio immaginario”, sarò felice di continuare a dischiudere, progressivamente, questo piccolo universo di idee, e passioni che mi popola. ho un bellissimo e segretissimo progetto in lavorazione, mi rende felice anche il solo pensiero di poter realizzarlo. Parallelamente ad esso, continuerò a pubblicare le mie illustrazioni. Ho iniziato adesso un ciclo interessante che coinvolge l’eros attraverso il suggerimento indiretto di esso. Insomma, tutto risiede negli occhi di chi guarda.
D.La tua bio si conclude citando Jonh Lennon, scrivi:” A volte sono tutto, a volte sono niente, ma sono sempre e comunque Jasmine”. Ma chi è Jasmine e cosa si augura per il futuro?
R.Ciò che mi piace di John è proprio il suo farsi veicolo del pensiero e delle sensazioni dell’ascoltatore. è stato in grado di traslare la sua personalissima esperienza, renderla trasversale , e farla aderire sulle pelle di ognuno di noi. Io spero di essere questo, nella mia piccolissima dimensione. Di essere un veicolo, una porta verso la (ri)scoperta di piccole, ma essenziali sensazioni. Recondite, antiche, non espresse. Mi piace sensazionifotografare. E mi auguro di continuare a emozionare chi decide di fermarsi a osservare questi piccoli movimenti con me.
Contatti
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Instagram: instagram.com/jasminebiasotto
Condivisione Rumorosa di arte erotica ricercata e sconosciuta, di sontuosa volgarità e raffinata pornografia.
[…] Jasmine Biasotto “Nasco nell’estate del 1983 nella città che Paolo Conte definiva ” è un’idea come un’altra”. Ho le mie certezze. La prima: la traiettoria che dalla mente si trasferisce alla mano. La seconda. Il suono della matita sulla carta. La terza. Il colore, come una muta assordante elegia. Sono un’esteta. illustro quello che gli altri hanno remore a descrivere. Sono maniacale, rude, precisa. Trasfiguro un’idea in mille tratti definiti. Cerco nella bellezza la mia ragion d’essere, nella materia la mia ragione per avere. Ciò che sono davvero non potrai afferrarlo e io non potrò esprimerlo, ma potrai scorgerlo se saprai dove guardare. Una volta John Lennon disse: la gente trascorre molto tempo a cercare di essere qualcun altro, e credo che questo generi malattie terribili. A volte sono tutto, a volte sono niente, ma sono sempre e comunque Jasmine”. La nostra intervista a Jasmine Biasotto : tsquirt.com/jasmine-biasotto […]
[…] una seconda parte che riguarderà chi la stimolazione l’ha effettuata. Ringraziamo di cuore Jasmine Biasotto per aver realizzato un illustrazione appositamente per noi. Ora con Anna Oxa e Fausto Leali che […]
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