Tsquirt incontra, intervista a Laura Graziano

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Laura Graziano, nata in Finlandia nel 1994, adottata dalla città di Ostia Lido che tutti dicono non essere Roma, ma solo il suo porto, si diploma in Grafica Pubblicitaria al Liceo e si Laurea in Grafica Editoriale all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2017. Prende parte a varie mostre, performance e progetti artistici come i panel organizzati da Metropolitan Magazine (per due edizioni), il Lavagna Festivart (edizioni 2021/22) organizzato da Artkademy e le illustrazioni in collaborazione con il brand Capezzolo.

Laura Graziano
Laura Graziano

Ciao Laura e grazie per il tempo che mi hai dedicato sia per realizzare quest’intervista che per lo splendido disegno animato realizzato per tsquirt. Iniziamo quest’intervista dai tuoi primi disegni. Quando hai iniziato a disegnare e ricordi i tuoi primi disegni?
Il cliché dell’artista è il solito: si inizia da bambin3 con questa pratica. È dal paleolitico (o prima, forse) che disegniamo, noi esseri umani. Tutt3 noi lo facciamo da piccol3, per una ragione o per un altra, che sia a scuola o per gioco. Io ti posso dire quando ho iniziato a farlo con coscienza e piacere: a circa otto anni avevo un quaderno a quadretti, rilegato con spirale di metallo, dove disegnavo qualsiasi cosa, dalla casa dei miei sogni alle super eroine. Lo posseggo ancora, me lo comprò mio nonno. La cosa che ricordo con chiarezza è che disegnavo il lieto fine di tutto. Rielaboravo la realtà a mio piacimento in un certo senso, in modo che tutti i soggetti del mio disegno potessero essere felici. Immaginavo realtà parallele dove bambine sole avevano tantissime amiche, dove persone tristi diventavano felici, dove la guerra finiva a colpi di “stop la guerra, viva la pace” (slogan scritto molto male su una bandierina disegnata molto male), e cose simili. Ho sempre avuto problemi con le ingiustizie, a quanto pare, disegnare era il mio modo per rielaborare ed immaginare futuri migliori e possibili. Credo che questo sia dovuto al mio essere gemelli ascendente cancro. So che qualcuno mi capirà.

Disegni per ascoltarti. É un esigenza per te. Come ti senti quando disegni e che emozioni suscita in te il pensare, realizzare un’opera e anche il vederla finita?
La pratica del disegno non è stata una costante nella mia vita. Non è stato un percorso lineare. Creare si, quello è un mestiere che ho sempre amato. Ma disegnare in ascolto è venuto dopo, quando ho avuto un momento di down e stavo in uno stato umorale depressivo. Dovevo fare qualcosa ed ho ripreso la pratica che utilizzavo da bambina: all’inizio cercavo di visualizzare ciò che sentivo, lo disegnavo, e successivamente provavo a riscriverne i tratti più brutti, trasformandoli in qualcosa di positivo, o quantomeno diverso. Quello era ed è il mio modo, come detto prima, di immaginare futuri diversi, migliori, e, attraverso il disegno, renderli possibili. Questo è quello che faccio con le mie emozioni e quelle degl3 altr3: le ascolto, le visualizzo, le riscrivo. Non posso cambiare il futuro, ma una lacrima in una mia illustrazione animata può diventare una farfalla, un raggio di sole, dissolversi. Vederla così non cura una ferita, ma potrebbe essere un modo per alleviare un dolore, trovare una briciola di speranza. Disegnare, pensare ad un opera, è come stare su un altalena, a tratti è frustrante, primo perché ho un giudice interiore molto rigido e poi perché l’atto creativo non è sempre immediato (quasi mai, sfatiamo ‘sto mito), richiede studio, ricerca, energia, presenza ed ascolto. Quando però le immagini prendono la forma giusta, è liberatorio e sorprendente. La vera magia avviene quando le rendo pubbliche, è incredibile che io riesca a comunicare delle emozioni, connettermi con gl3 altr3 ad un livello che è al di sopra, al di sotto, nel mezzo delle parole e dei gesti. Una volta una persona mi ha detto che le mie non sono illustrazioni, ma stati d’animo. È incredibile.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Hai studiamo all’Accademia delle Belli Arti di Roma, quanto questo ti ha aiuto nel tuo processo di crescita artistica?
Non avevo chiaro che avrei voluto disegnare per tutta la vita, avevo chiaro che mi sarebbe piaciuto creare per tutta la vita. Avrei una critica da fare al sistema educativo, ma non è il luogo adatto. Sia alle scuole superiori che all’accademia ho studiato grafica, prima pubblicitaria e poi editoriale. Questo mi ha aiutata ad avere competenze su più campi, conosco l’editoria, la stampa, i programmi di grafica, e molte di queste cose le posso sfruttare a mio vantaggio. Inoltre avere la possibilità di studiare mi ha dato modo di conoscere persone che oggi sono artisti e artiste che mi ispirano e incoraggiano a proseguire con i miei progetti. Un momento significativo è stato il progetto della tesi, per la prima volta sono entrata in contatto con il concetto di sentire, ho iniziato a far caso al mio personale flusso di coscienza. Grazie ad un professore e creativo pazzesco, Lidano Catuzzi, che oggi non c’è più ma ha segnato il mio percorso come artista e come umana.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Quello che amo nei tuoi disegni è sia la delicatezza e nello stesso tempo decisione del tuo tratto che l’uso dei colori. Tenui, caldi e rassicuranti. Credo che qualsiasi cosa tu decida di disegnare riusciresti a farlo sempre mantenendo una raffinatezza distinta. Ma come nasce lo stile di Laura Graziano?
Ho disegnato tanto e in tanti modi, ma sono anche una persona pigra: da piccola disegnavo molto, ma non coloravo mai, non mi importavano i tecnicismi, volevo solo mettere su carta quello che avevo in testa e vederlo, velocemente. Ancora oggi mi porto dietro questa necessità, mi assale quasi una specie di urgenza o fretta, però con il tempo ho iniziato a dargli un po’ più di coerenza e senso, ho dovuto imparare a godermi il processo. Ho iniziato a sperimentare, prima solo grafite, poi ho aggiunto china e acrilici, ancora dopo ho sfruttato le mie competenze digitali. Successivamente ho investito “du’ spicci” e mi sono comprata l’iPad, uno strumento interessante e versatile, posso disegnare ovunque portandomi dietro un unico strumento. I colori che uso oggi li scelgo appositamente perché li trovo “intimi”. Parlo di emozioni e di ciò che abbiamo dentro, ecco perché le mie personagge sono nude. Questi colori mi ricordano la carne e ciò che si cela sotto la pelle. Le linee invece erano inizialmente caotiche, tratteggianti e sovrapposte. Piano piano, mentre facevo pulizia dentro di me, la facevo anche nelle mie illustrazioni. E chissà quanto e come cambierà in futuro.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Parliamo dei soggetti che ti piace disegnare. Mi hai raccontato che ti piace illustrare le emozioni. I tuoi disegni sono tutti autobiografici, descrivono in arte il tuo io, oppure le emozioni a cui dai forma sono anche emozioni di persone vicine, sentimenti vissuti da altri? In sintesi quando c’è del tuo mondo interiore e quanto del mondo esterno?
Come ti ho raccontato ho iniziato a disegnare per necessità, dovevo riscrivere quello che avevo dentro. C’era moltissimo del mio, la prima parte della mia evoluzione artistica era molto autobiografica. Ma quando ho iniziato a condividere questi aspetti di me è successa una cosa meravigliosa: persone che entravano in contatto con le mie illustrazioni, dal nulla, mi hanno raccontato le loro storie ed il loro sentire. Si sono sentite accolte a tal punto da aprirsi con me: una perfetta sconosciuta che disegna e racconta i propri disagi, manco troppo bene. Credo che inconsciamente ho iniziato a condividere i miei disegni per questo motivo, ma quando è successo davvero è stato sorprendente. Ho letteralmente instaurato delle amicizie significative grazie a questo, risollevato il morale mio e di chi si sentiva come me, mi ha aperto strade che non pensavo di poter percorrere. Ad oggi ci trovi tanto del mio ma sono le persone ed il loro modo di sentire ad ispirarmi. Dunque questo è diventato il mio scopo, raccontare il sentire mio e degl3 altr3, per creare connessioni, sentirci meno sol3. Lo faccio attraverso delle personagge con caratteristiche femminili, ma devo dire che questo aspetto passa spesso in secondo piano, arriva prima l’emozione, molte persone si identificano con i miei disegni, anche se non sono donne, bianche e con i capelli rosa.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Un’altra tematica che riaffiora prepotentemente nelle tue opere è il tuo essere femminista. Hai scoperto con il tempo questa parte di te, quando e cosa ti ha spinto ad esternare questa tua parte  più politica?
Qualche anno fa mi sono imbattuta ne “Il corpo elettrico” di Jennifer Guerra. Mi si è aperto un universo davanti gli occhi. Non è stato facile per niente prendere coscienza di come il mondo possa essere ingiusto e sbagliato. Soprattutto quando ti rendi conto che ne fai parte e che sei vittima e carnefice allo stesso tempo. Mi sono sentita scomoda, offesa, arrabbiata e in colpa tutto insieme. Ma era pane per i miei denti, ho vissuto sulla mia pelle le ingiustizie del patriarcato. Ti ho raccontato già che non ho un rapporto buono con le ingiustizie e faccio fatica ad accettare certe cose, spesso mi deprimo invece che arrabbiarmi ed agire per ciò in cui credo. Ma poi mi ricordo che posso disegnare (la mia terapeuta me lo ricorda), comunicare emozioni, veicolare messaggi, riscrivere la realtà, e quindi l’ho incluso nella mia arte. L’arte è uno strumento di lotta potentissimo. Che la lotta, a differenza della guerra, nasce per liberarci tutt3. È un atto di resistenza. Ed io ci credo
profondamente. Non cambierò il mondo, ma voglio fare parte di questo processo e dare il mio contributo. Non posso e non voglio tacere, e chi mi segue deve sapere quali sono i miei valori.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

In una società in cui ancora vige, e chissà per quanto tempo ancora, il patriarcato, quanto è importante per le artiste e per gli artisti promulgare messaggi contro il patriarcato stesso?
Dal mio punto di vista è fondamentale. Questa cultura ci uccide, ci opprime, ci indirizza verso un oblio dove non tutte le persone sono libere di essere quello che sono, né scoprire quello che sono. E non parlo solo di orientamento sessuale e identità di genere. C’è un problema di fondo dove, in nome della superiorità del maschio bianco etero e cis, si fanno guerre, si commettono genocidi. Non lo accetto un mondo così, nessuno dovrebbe accettarlo. È una responsabilità nostra, quella di dire che sta roba è sbagliata. È importante veicolare questi messaggi perché, come già detto, l’arte è sempre stato uno strumento di lotta potentissimo. Perché parla al proprio io interiore, alle coscienze. I movimenti femministi sono nati da donne trans, nere, da persone emarginate dalla società che hanno detto di no a ‘sto schifo. Il femminismo comprende tutte le lotte contro tutte le discriminazioni. Se sei femminista sei tutto questo, oppure non lo sei. Cito spesso una frase di Valeria Fonte: “corpi e terre, femminicidio e guerre, opera maschile di conquista e di sterminio”. La cultura patriarcale è la matrice di molti mali. Lo dobbiamo dire, soprattutto oggi. Ancora più forte di prima.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Come immaginario figurativo utilizzi spesso il corpo nudo. Cosa rappresenta e cosa può trasmette per te un corpo nudo?
Ritrovarsi nud3 di fronte tantissime persone è l’incubo di molt3. Essere nud3 ci fa sentire vulnerabili, senza difese. Mettersi a nudo è un atto di fede, ci si mette a nudo per esporre se stess3 in maniera autentica e vera, senza filtri, e lo si fa solo in alcuni casi. Mi è venuto spontaneo, dal principio, e c’è anche da dire che gli artisti imparano a disegnare i corpi ritraendo corpi nudi. È abbastanza comune. È anche un atto politico: i corpi delle donne sono un campo di battaglia ancora oggi. C’è anche un altro fattore: essendo per metà finlandese ho vissuto il bigottismo italiano in contrapposizione alla libertà che c’è lì. Mia nonna finnica non aveva problemi ad andare in giro con le tette all’aria dopo la sauna, mia nonna partenopea invece aveva tutt’altra visione. L’ ho sempre trovato interessante, e divertente. Mi piace trasmettere tutto questo attraverso la sincerità, la bellezza e la potenza di un corpo nudo.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Riguardo a questo, hai mai avuto problemi di censura sui social? Cosa ne pensi sulla censura che attuano queste piattaforme?
Per ora su Insta non ho avuto particolari censure, ma il mio profilo è spesso penalizzato in generale, principalmente per i temi che tratto. Tik Tok invece mi ha buttato giù quasi tutti i video, alla fine mi sono arresa e l’ho chiuso. Non mi andava di scervellarmi per aggirare un sistema che censura delle tette, disegnate per giunta. Credo che la censura, in generale, sia un insulto all’intelletto umano. Uno dei tanti strumenti di questa cultura, patriarcale, che ci vuole ignorant3, inett3.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Su Instagram utilizzi il nome “the flowelers”. Come mai questa scelta?
Forse non è il mix più innovativo del mondo ma me lo sono inventato mettendo insieme 3 parole: flow (flusso), flowers (fiori) e travelers (viaggiatori). I concetti da cui sono partita sono il flusso di coscienza, la fioritura personale e il viaggio come sinonimo di vita. Ero in un momento in cui è stato salvifico iniziare a pensare che qui io non ci sarò per sempre, che sono in viaggio, che posso cambiare, che posso fiorire. La quotidianità e il dover pensare a sopravvivere ci offusca, non ci fa riflettere mai sulla preziosità della vita, piuttosto la viviamo a tappe, incastrat3 in paradigmi sociali, senza permetterci di andare oltre questo. Io vorrei fluire, decostruirmi, fiorire, al di fuori di questi schemi, che poi alla fine, sono gabbie.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Quando mi hai inviato la tua biografia quel che ho notato è uno stato d’animo che azzarderei definire crepuscolare. Parli di disagio, di giudice interiore. Il ritratto di un’artista tormentata. Cosa ti tormenta e come l’arte ti aiuta, eventualmente, a trovare sollievo?
Eh, io lo dico sempre che i miei problemi derivano dal fatto che sono gemelli ascendente cancro, con luna in acquario. Ci scherzo su e do la colpa alle stelle ma poi alla fine sono dovuta andare in terapia. Fortunatamente ho avuto la possibilità di farlo, la salute mentale è un altro tema che mi tocca. Sono una persona tormentata dal disagio: ho forti problemi di autostima, la me bambina richiede costanti conferme, ho un giudice interiore che pretende la perfezione, mi spaventa la felicità tanto che il mio cervello pensa che c’è sempre il “drama” dietro l’angolo, faccio fatica a vedere la sofferenza degl3 altr3. Il mio male di vivere, comunque, non è differente da quello di tante altre persone, soprattutto della mia generazione. È un misto di trauma generazionale e trauma infantile, accettare di aver subito una “stortura” senza aver avuto la possibilità di scegliere non è stato facile, eppure, sono proprio queste deviazioni a rendere me la persona che sono. Che mi piaccia o meno sono ammaccata e ho dovuto imparare ad accettarlo. L’arte, come dicevo, è potente e viene usata come terapia. Evoca, trascende, crea nuovi scenari. Mettersi in ascolto, visualizzare, riscrivere, è possibile grazie all’arte. Ed è per questo che mi aiuta. Anzi, ci aiuta.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Il parlare spesso di emozioni denota un tuo essere empatia. Quando questo essere empatica può essere difficile in un mondo che sicuramente non emana solo positività? Anzi.
Hai mai fatto il test delle 16 personalità? Io si e sono il “MEDIATORE”. È ‘na fatica. L’empatia è un dono (o la conseguenza di traumi vari) ma anche un ostacolo, a tratti. Ho dovuto imparare a pormi dei limiti, altrimenti casco dentro buchi neri da cui è difficile tirarsene fuori. Soprattutto quando diventi consapevole del mondo e di ciò che ti circonda. Il dolore, quando sei empatic3, ti entra dentro fortissimo. Ma anche la gioia, l’amore. L’empatia è una forma di intelligenza: non è esattamente sentire quello che sente un altra persona, è un comprendere, emotivamente e con cognizione, lo stato d’animo dell’altrƏ. Per chi ha questa capacità consiglio di praticare il distacco, non si può evitare di sentire certe emozioni, ma si può cercare di razionalizzarle, senza reprimerle. Quello che sta succedendo nel mondo mi mette a dura prova, onestamente, ma devo imparare a starci, mettendo questa mia capacità a servizio, cercando di trarne beneficio. Per questo lavoro tanto con le emozioni, non potrei fare altrimenti. Sono fatta così.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Laura, ti ringrazio ancora per aver partecipato alla rubrica “tsquirt incontra”. Voglio concedermi da te con la classica ultima domanda di rito. Quali sono i tuoi progetti e i tuoi sogni per il futuro come artista e quali quelli come donna?
Ora che sai tutte queste cose di me, ti dico già che faccio fatica a pensare ai miei progetti ed ai miei sogni. Il futuro, per molto tempo, l’ho visto come un luogo oscuro e spaventoso, mi devo abituare a guardarlo con questi nuovi occhi. Si pensa che se una persona ha un obiettivo, parte un processo lineare che ti porta dal punto A al punto Z. Non è cosi manco per niente. Io ho dovuto lavorare tanto sulla validazione di me stessa e solo adesso sto iniziando a fare i primi passi. Come artista voglio continuare a mettermi a servizio delle persone, lavorare con loro, ascoltare le loro storie, apportare contributo ai loro progetti, e voglio rendere sempre più concreta questa idea. Come donna voglio continuare a decostruirmi, fiorire e migliorare, per me stessa, le persone che amo, e tutt3 gl3 altr3.

Illustrazione Laura Graziano
© Laura Graziano

Contatti
Instagram: the_flowelers
Altro: flowsartcraft@gmail.com

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