Qualche mese fa il noto social Instagram ha deciso di bloccare e cancellare l’account dell’illustratore spagnolo Luis Quiles. Seguendolo da tempo, ci siamo subito resi conti dell’accaduto e ci siamo rimasti male per lui e per l’ennesima dimostrazione di come i social di Mark Elliot Zuckerberg (ma anche gli altri) siano intolleranti per tutto ciò che intacca l’eventuale comune moralità delle aziende (e dei loro eventuali consumatori).
Ma andiamo oltre. Nel mese di ottobre Luis Quiles decide di ritornare su Instagram, crea un nuovo account (CLICCA QUI) e inizia a pubblicare nuovamente i suoi lavori sul social che lo ha bandito proprio per la sua arte provocatoria, irriverente e di denuncia. Di denuncia al mondo social stesso, all’assenza di libertà nella comunicazione, alla morale comune, alla politica e in generale alle tante incongruenze e ingiustizie del mondo in cui viviamo.
Se Instagram non ha bisogno di artisti come Luis (e ce ne sono tanti che, proprio come l’artista spagnolo, sono stati bloccati e cancellati dai social), noi abbiamo bisogno di lui. Di loro.
Di voci fuori dal coro (no, non ci stiamo riferendo Mario Giordano). Per questo abbiamo deciso di intervistarlo. Per conoscere il suo punto di vista su questo spiacevole accaduto, per scoprire come nasce la sua arte e tante altre cose che scoprirete continuando a leggere.
Biografia Luis Quiles
Luis Quiles è nato a Sabadell (Barcellona) nel 1978, dove attualmente risiede. All’età di 17 anni ha iniziato a lavorare come animatore chiave nello studio di cartoni animati Rodamina Animació. Lì per otto anni ha lavorato per diverse produzioni per il cinema e la tv. Nel 2005, inizia a pubblicare una serie di fumetti per il mercato francese (Rebelcat – Edizioni Paquet).
Anni dopo inizia a lavorare come illustratore freelance e decide di finanziare il suo lavoro attraverso campagne di crowdfunding così da avere totale libertà di creazione.
Il lavoro svolto in questi anni gli ha dato riconoscimenti in tutto il mondo e dal risultato di quel lavoro ha pubblicato diversi libri.
Ciao Luis, è un vero piacere per noi poterti intervistare. Ne siamo felici. Ma siamo nel contempo tristi per l’ennesima censura da te subita da parte di Instagram. Il social infatti ha cancellato il tuo account e ne hai deciso quindi di crearne uno nuovo. Come hai reagito quando ti sei visto il profilo chiuso?
Era qualcosa che mi aspettavo. Per anni molte persone hanno denunciato il mio lavoro e mi hanno molestato sui social. E per anni sono stato piuttosto critico nei confronti di Mark Zuckerberg. Mi ha fatto molto ancora incazzare, perché censuro qualsiasi immagine esplicita nei miei disegni prima di pubblicarli su Instagram. Allora hanno cancellato il mio account presumendo che stessi infrangendo le loro regole, e non era vero.
La mia seconda reazione è stata quella di approfittare del fatto che il mio account è stato cancellato per fare una pausa di qualche mese sui social e disconnettermi. È stato così bello che mi ci è voluto molto tempo per creare il nuovo account, per ripubblicare ed essere di nuovo attivo.
Soprattutto, è fastidioso il fatto che anche rispettando le sue regole, la censura di Instagram sia discriminatoria. Non è uguale per tutti. E protegge e incoraggia il comportamento dei troll online, che ti molestano e segnalano tutti i tuoi post perché qualcosa li ha offesi. Hanno creato una cultura poliziesca della morale. E sembra che stia peggiorando.
Cosa credi dia più fastidio delle tue illustrazioni?
Per molto tempo le persone hanno denunciato il comportamento sulle rete. Ora sappiamo che non è qualcosa di accidentale. Sono motivati dagli algoritmi che hanno bisogno del movimento dietro l’odio per fare più soldi. Qualche anno fa dovevi fare qualcosa che andava un po’ fuori linea per offendere le persone. Ora non importa. Non credo che i miei disegni siano la causa per cui le persone si offendono così tanto. Il problema può anche essere in parte nei miei disegni ok, ma l’altra parte sta sempre più nei pregiudizi dell’occhio che guarda. Hanno creato la falsa idea che hai il diritto di rimuovere, censurare e boicottare tutto ciò che ti offende per vivere in un mondo felice fatto per te.
Sei un illustratore molto conosciuto, hai pensato per questo motivo di abbandonare definitivamente i social?
Sì. L’idea di abbandonare i social network è nella mia testa da anni. La ragione per continuare per ora è che attraverso il crowdfunding mi permette di finanziare i miei progetti al di fuori degli editori convenzionali, e quindi posso evitare il controllo e la censura sui miei libri.
Hai deciso subito di creare il nuovo account? Cosa consiglieresti a chi si ritrova l’account cancellato come è capitato a te? Ripartire e censurare le proprie opere oppure continuare a condividere la propria arte nuda e cruda?
No, mi chiedevo se ne avrei creato uno nuovo. Mi sentivo bene con un social network in meno nella mia vita. Mi ci sono voluti circa quattro mesi per decidere di creare il nuovo account.
Parliamo un po’ di te Luis. Quando è nata la passione per il disegno?
È sempre stato in me. Non ricordo un giorno in cui ho saputo di voler fare il fumettista. Nei miei ricordi più lontani stavo già disegnando, ed era già quello che mi piaceva di più. Penso che a causa di un’infanzia un po’ difficile, avevo bisogno di creare altri mondi per eludere la realtà. È la spiegazione che do ora da adulto, ma da bambino non ci pensavo, né ho cercato una spiegazione. Disegnando ho dimenticato il mio ambiente e la vita reale. Ero felice.
Quando, come e perché nasce lo stile satirico che ti ha reso celebre nel mondo? Quali sono gli argomenti che ti stanno più a cuore?
È arrivato dopo un brutto periodo della mia vita. Sono andato in crisi e depressione. Decisi di smettere di disegnare. Cercavo lavoro in qualsiasi altra cosa, così non avrei dovuto disegnare. Per un anno e mezzo non ho toccato una matita. Da tutto quello che mi è passato per la testa in quel periodo, è nato lo stile che ho adesso. Improvvisamente, senza motivo, un giorno ho iniziato a disegnare e ho continuato ad avere idee. Avevo bisogno di rimuovere tutto lo sporco accumulato nella mia testa da come vedevo il mondo e dal comportamento degli esseri umani.
Chi sono gli artisti contemporanei o del passato che ami particolarmente? C’è qualcuno di loro che è stata una tua fonte particolare di ispirazione?
L’artista che mi ha influenzato di più è Kurt Cobain. Non ha niente a che fare con il disegno, anche se ha dipinto anche lui. Il suo atteggiamento nella vita, aggiunto al fatto che l’ho conosciuto nella mia adolescenza, quando mi formavo e cercavo riferimenti per trovare la mia strada, come ogni adolescente. Nel campo del disegno e della pittura ci sono molte persone che ammiro. Praticamente chiunque sia capace di fare cose che non conosco, o di farle nel proprio stile personale. E ce ne sono molti, quindi ammiro molte persone che si dedicano alla mia professione.
In questi due anni, a causa della pandemia, ci è sembrato di vivere in una bolla in cui il tempo si è fermato. Hai avuto la stessa impressione? Come hai vissuto questo periodo a livello creativo e personale?
Come molti, la vita mi ha fermato. Il reddito economico mi ha fermato. Il mio progetto per il 2020 è finito con un anno di ritardo. Una relazione romantica è finita a causa dell’impossibilità di vedersi per le restrizioni per spostarsi e viaggiare. E soprattutto è morta una delle persone più importanti della mia vita. Non mi sono ancora ripreso da quel colpo. Ma non mi piace vivere e cercare scuse nel dramma. La pandemia ha colpito molte persone, quasi tutti. Per sui si deve continuare a fare le cose in modo che quando questa sensazione di blocco passa a tutti i livelli, guardandoti indietro vedi che hai sfruttato al massimo il tuo tempo.
Stai lavorando a qualche nuovo progetto? In tal caso, puoi anticiparci qualcosa?
La versione integrale inedita del mio primo fumetto sarà pubblicata a breve. The Lost Boys. Ora sto lavorando alla sceneggiatura di quello che sarà il mio prossimo artbook. Quello che chiuderà una sorta di trilogia insieme a Revolutionary Road e Tras, due dei miei precedenti artbook.
Luis, ti ringraziamo per il tempo che ci hai concesso. La nostra speranza è quella di incontrarti presto, magari in una tua futura mostra in Italia. Un ultima domanda prima di lasciarti andare.. Qualsi sono i tuoi sogni per il futuro sia a livello personale che a livello lavorativo?
Spero di sì, che tutto torni davvero alla normalità presto e ci si possa vedere in una mostra o in promozione ai festival del fumetto in Italia. Il mio sogno non cambia. È sempre lo stesso: continuare a vivere del mio lavoro e farlo con la libertà che mi permette dal momento in cui lascia la mia testa fino a quando non viene pubblicato in un libro, arrivi nelle mani del lettore senza censure o interferenze.
Contatti
Sito: luisquiles.art
Instagram: quiles_art
Facebook: luisquilesart
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