“Non vedo molte differenze tra fotografare un corpo nudo, o il mare, sono due paesaggi entrambi, solo che il mare non ci entra in una fotografia. Il corpo è un’isola, e se ti avvicini troverai tutti i segni di una mappa”. Luisa Terminiello
Domanda.Le tue foto sono dall’estetica minimale, pulite e senza fronzoli, eppure ogni scatto ha un forte significato simbolico. Basti pensare al tuo progetto Icaro. Come hai acquisito il tuo stile? Risposta.Ho solo sottratto, ogni volta sempre più.
D.Come scegli le persone da fotografare, quali sono i canoni di fotogenia che ti piace rivedere nelle tue foto? R.Non ho canoni, partendo da me, che sono la prima persona che ho fotografato, che sono fuori da ogni canone prescritto. Ho avuto per scelta ricevuta o data, la possibilità di fotografare persone di una certa bellezza estetica di certo, ma non è quello che cerco nelle fotografie, non un bel viso ne un bel ritratto, ho fatto molte fotografie belle ma inutili, preferisco le fotografie sbagliate che lascino qualcosa, preferisco le foto sbagliate che parlino. e nelle mie foto ci sono un sacco di errori, ce li metto ogni volta, non riesco a farne a meno. Ad oggi è facile che una persona che ho fotografato non lo sappia nemmeno : insomma, rubo.
D.Spesso ci siamo ritrovati ad ammirare dei tuoi autoscatti, il che lascia trapelare un intimità con la macchina fotografica tale da rendere naturale il risultato finale della foto. Sei sempre stata a tuo agio al di qua della macchina fotografica? R.Fotografarmi è stato per me naturale, non ne ho l’esigenza quotidiana, non è un atto di vanità, quando lo faccio è per un gioco serio, che è quello del fermarmi, in un momento preciso, quasi come a studiarmi, a ricordarmi, e lì dove ne esce una fotografia definita erotica credimi che l’intento non è mai stato sedurre, al massimo sedurmi ( ma nemmeno perché mi viene da ridere ). Dall’altro lato per un senso di messa in discussione sempre presente, ho accettato alcune volte di farmi fotografare da alcune persone che me lo hanno chiesto, in questi episodi mi sono trovata dall’altro lato con persone competenti del mezzo tecnico e di ciò che volevano, ne sono usciti tutti soddisfatti, tranne io, questo mi ha fatto nascere delle domande in merito all’atto di fiducia che è la fotografia, anche tra me e me. Nelle foto di altri mi sono trovata a rendermi conto del riflesso distorto che aveva la loro immagine, che non è altro che la prova della la mancanza di fiducia che diventa solo una presa di posizione, di chi è dietro l’obiettivo come di chi è avanti, nel non darsi possibilità di scampo. Probabile che sia un mio limite, il cercare un’immagine che sia fedele al vero, e non un omaggio alla propria maestria o alla propria fotogenia. Questo vale prima per me.
D.Qual è il progetto a cui sei più legata e perché ? R.I titoli e i progetti prendono formalità nelle parole solo alla fine, così è stato anche con Kids, una serie di legami, fratelli e sorelle, che mi trovai a fotografare in un anno specifico. Sono legata alla prima, un ritratto totale dei miei fratelli, la mia prima fotografia in cui riuscii a fermare esattamente quello che vedevo.
D.Napoli, conosciamo il tuo amore per essa. Come si vive da artista in questa meravigliosa città? C’è qualcosa che cambieresti e qualcosa che invece pensi debba essere esportato nelle altre città? R.Posso dirti come la si vive da persona, al di fuori del suo titolo, Napoli è una persona essa stessa, dalla solitudine affollata, urlante, la pace di questa città è nel suo rumore. Napoli se la guardi bene sembra straziata dalla sua umanità. Ho abitato Napoli e Napoli ha abitato me per tre anni non consecutivi, mi ha adottata e ci sono cresciuta, molte delle risposte che una persona può cercare quando si è giovane ed acerbi, Napoli te le da, anche se celate dal chiasso, questa città ha le risposte, anche se non le pratica spesso. Molto di tutto questo non può essere emulato altrove, ma conoscere Napoli fa si che ogni altra città sembri sempre manchevole di un pezzo. E’ come una donna, una sirena dicono, seducente di certo ma fatta per essere vissuta, accudita, poi lasciata andare, poi tornarci ancora, ed io come il peggiore degli amanti le porto un regalo ogni volta per farmi perdonare di amarla ma di non poterlo praticare questo amore.
D.Luisa, noi ti ringraziamo per l’intervista che ci hai concesso e vogliamo concludere con un ultima domanda . Quali sono i programmi per il tuo futuro e quale progetto sogni di realizzare? R.Semplice, continuare a rubare. Domani nel mentre ricomincio ad imbiancare case.