Luca Zaccheddu, in arte Luke Zeta, nasce Prato nel 1996 ma dal 2004 vive in Sardegna, non tanto distante da Cagliari, terra originaria dei suoi genitori.
Da piccolo ha avuto la fortuna di continuare a credere ai complimenti che riceveva quando gli dicevano che i suoi disegni non erano niente male, così non ha mai smesso di disegnare.
Dopo essersi diplomato come tecnico informatico si trasferisce a Sassari per frequentare l’accademia di belle arti laureandosi al triennio di grafica d’arte. Sono questi gli anni in cui inizia a modellare il proprio stile, un misto di musica rock, B movies vampireschi, fumetti italiani per adulti anni ’70 e erotismo giapponese.
Luke Zeta si dedica principalmente trattare il tema dell’erotismo in particolar modo perché ama entrare in contrasto e sporcare quella che per molti la è credenza secondo cui il disegno sia una attività vicina al mondo dell’infanzia.
Per il momento si trova in un momento di pausa dagli studi, periodo nel quale, lavorando come illustratore e fumettista freelance, ha avuto modo di prendere parte a varie collaborazioni, in particolare quelle con i ragazzi di BadSeed e Carnale Magazine e la più recente col brand Inan Studio e alcune esposizioni, in particolare una a Londra svoltasi assieme al brand The Holy Thongs.
Ringraziamo Luke Zeta per il disegno e per il tempo che mi ha donato per la realizzazione di questa intervista. É un piacere per me condividere con voi sia i suoi disegni che le sue parole.
Buona visione e buona lettura.
Ciao Luca e grazie ancora sia per il disegno che per il tempo che mi hai concesso. Iniziamo dai tuoi inizi. Quando nasce in te la passione per il disegno?
Ciao Enrico, grazie a voi per lo spazio che mi avete dedicato. Ho sempre disegnato fin da piccolo, credo che la passione sia cresciuta grazie a mia madre. Anche lei quando era più giovane disegnava, quindi probabilmente per me è diventata una caratteristica di riferimento.
Ricordi i tuoi primi “scarabocchi” e ricordi invece quando quest’ultimi iniziarono a prendere una forma più definita e “seria” tanto da farti dire: “Beh, ma sai che sono bravo?”
Si certo, qualcuno ce l’ho pure conservato. Non ho il ricordo di aver pronunciato questa frase (sai che sono bravo) ahahah. Diciamo che i disegni hanno iniziato a prendere una forma più definita dopo aver deciso di prendere il disegno in maniera più seria. Questo risale probabilmente al periodo delle superiori quando studiando a Cagliari vedevo per strada le locandine di serate e concerti, delle quali molte penso che fossero disegnate da Francesco Liori, e da li ho pensato che non sarebbe stato male appunto dedicarmi seriamente al disegno.
Quest’ultima domanda nasce da una tua frase, ovvero che hai “continuato a credere a chi ti faceva complimenti”. Troppo umile o semplicemente non facevi caso alla tua bravura?
Allora, riconosco di cavarmela nel disegno, però la frase nasce più che altro dal fatto che, quando si parla di talento ci si riferisce a qualcosa di innato. Mi sono spesso sentito dire: “Tu hai talento” come se fosse una fortuna, come se fossi nato così, “privilegiato”. Invece per arrivare a una certa dimestichezza nel disegno, per lo meno io, ho passato tante ore col culo sulla sedia e tanta pazienza. Forse infatti il talento lo vedrei più come l’attenzione e l’interesse che una persona dedica a una determinata cosa: più è grande il tuo interesse più hai probabilità di diventare talentuoso.
Dopo il diploma ti trasferisci a Sassari per frequentare l’Accademia delle Belle Arti. Questa è una domanda che faccio spesso a chi ha un percorso didattico specifico nel mondo dell’arte. Cosa credi ti abbia dato l’Accademia che da autodidatta sarebbe stato difficile recepire o scoprire?
Dal punto di vista tecnico, escludendo le tecniche di incisione e stampa e qualche nozione al livello pittorico, in realtà non molto, infatti continuo a definirmi autodidatta sotto questo aspetto. Penso che invece l’accademia sia stata molto importate dal punto di vista teorico, soprattutto perché alle superiori, frequentando un istituto tecnico, non ho avuto modo di studiare storia dell’arte, ma l’aspetto più importante probabilmente è stato quello di aver avuto l’opportunità di confrontarmi con altre persone che avevano le mie stesse aspirazioni.
Come scrivi tu stesso il tuo stile è un melting pop di musica rock, B movies vampireschi, fumetti italiani per adulti anni ’70 e erotismo giapponese. Alcuni di questi elementi li amo e infatti trovo splendidi i tuoi disegni. A livello temporale però, quando sei arrivato a questa sintesi stilistica?
Credo che sia avvenuto tutto negli ultimi anni di accademia, quando gusti musicali, cinematografici e artistici hanno iniziato a coincidere tutti in un unico punto. Gruppi musicali stoner rock e doom metal, che hanno una forte matrice psichedelica anni 70, propongono spesso un immaginario horror erotico. Esempio più calzante sono gli Electric Wizard. E tramite loro sono entrato a conoscenza di registi abbastanza di nicchia come Jean Rollin e Jesus Franco con il suo iconico “Vampiros Lesbos” del ’71.
Quando invece ti sei avvicinato soprattutto al tema erotico? Cosa ti attrae del mondo erotico?
Proprio in seguito a quanto appena raccontato poi si è creata questa catena dove un anello ti porta a scoprire il successivo e da li sono entrato a conoscenza di vari artisti, scrittori, registi.. Quello erotico è sicuramente un mondo variegato e per quanto “nascosto” è molto grande. Non saprei se è più corretto dire che è l’erotismo a contenere al suo interno varie tematiche oppure dire che in ogni tematica è presente l’erotismo, perché se ci si fa caso traspare da ogni parte, anche in chiesa che ne dovrebbe rappresentare un po’ l’antitesi, si magari in maniera più velata rispetto ai miei disegni ahahah. Da un punto di vista tecnico invece mi piace affrontarlo perché mi da la possibilità sia di rappresentare il corpo umano in pose particolari sia di intrecciare più corpi tra loro.
In alcuni tuoi disegni c’è un mood splatter, in altri ironico, in altri puramente erotico e fantasticamente pornografico. Da cosa ti lasci ispirare nel momento il cui la “matita poggia sul foglio la sua mina”? Hai già tutto in testa prima o l’istinto ha un suo ruolo?
Dipende da cosa mi ha ispirato in quel determinato periodo e poi, se è presente, anche dalla tematica che devo affrontare. Per esempio, recentemente ho esposto in salone di parrucchieri, Recut a Cagliari, dove mensilmente si svolge un evento e per l’occasione ho realizzato dei disegni dove l’erotismo si affiancava al tema capelli. Per quanto riguarda il processo di realizzazione si, parto già con un’idea. Mi capita spesso di elaborare progetti anche quando sono distante dal foglio, poi una volta che ci vado sopra con la matita ovviamente molte cose cambiano e li prende forma quello che sarà l’idea finale.
Sfogliando il tuo portfolio virtuale su Instagram ho notato che i tuoi primi disegni, almeno i primi pubblicati su questo social, sono in bianco e nero. Poi però prende piede il colore. Tenue, leggero. Quasi a non voler caricare troppo un disegno già carico di argomenti. Qual è stata il processo artistico che ha sviluppato questo cambiamento stilistico?
Si è vero, prima disegnavo solo in bianco e nero. Questo perché ho sempre avuto una forte attrazione noi confronti delle vecchie incisioni, artisti come Albrecht Durer e Gustave Doré possono essere un esempio, e cercavo quindi di riprendere un po’ quello stile “dark” in bianco e nero. Poi credo sperimentando ho iniziato a utilizzare il colore e da li ho proseguito, comunque cerco sempre di utilizzare colori tenui e non troppo invasivi perché mi piace continuare a lasciare spazio alle linee. Non ricordo bene ma è probabile che siano state anche le illustrazioni di Toshio Saeki a farmi compiere questa scelta.
Hai mai avuto problemi di censura sui social? Che rapporto hai con la censura e credi sia giusto o ingiusto attuarla sui social?
Ci mancherebbe! Sono continuamente minacciato dal signor Instagram, la maggior parte dei miei post se non vengono rimossi sicuramente vengono oscurati. Trovo totalmente sbagliato il concetto di censura, soprattutto perché viene spacciata come una forma di tutela ma sappiamo benissimo che i fini sono sempre altri. Focalizzandomi sui miei lavori, quando si parla di censura la prima cosa che mi viene in mente sono i bambini, nel senso è giusto che un bambino debba essere schermato da certe immagini che non sarebbe in grado di comprendere o magari comprendono in una maniera totalmente sbagliata o tanto meno avere un adulto che possa fornirgli delle spiegazioni. Il fatto è che nei social i bambini non ci dovrebbero stare. In Italia mi pare che l’età per stare in autonomia sui social sia 14 anni e io credo che a quell’età i ragazzi e le ragazze abbiano visto di “peggio” rispetto ai miei disegni. Poi non dico che a quella età magicamente si diventa maturi per affrontare la sessualità, ma penso che questo sia un argomento che dovrebbe interessare le istituzioni, certamente il problema non sono i miei disegni. Per quanto riguarda gli adulti poi possono benissimo skippare i contenuti che non trovano appropriati ai loro gusti.
Chi sono i tuoi o le tue artist3 di riferimento, se ne hai. O chi ami particolarmente nel mondo del disegno?
Ce ne sono parecchi in realtà. Se vogliamo rimanere in tema erotismo sicuramente parlando di disegno i miei artisti di riferimento, quelli che mi hanno aiutato a trovare lo stile che utilizzo oggi sono sicuramente, Milo Manara soprattutto per il tratto e l’eleganza del disegno, Toshio Saeki per i colori e la composizione e sempre per quest’ultimo fattore anche Franz Von Bayros, un illustratore di inizio 900 che consiglio spesso, soprattutto i suoi lavori in bianco e nero.
Hai avuto la possibilità di realizzare collaborazioni con BadSeedZine e Carnale Magazine. Come nascono queste collaborazioni e cosa ti hanno lasciato?
Si, sono delle persone che hanno competenza in quello che fanno quindi fa sempre piacere collaborare con delle realtà del genere. Con BadSeed probabilmente è stata la mia prima collaborazione e in quel caso ero stato io a propormi. Avevo notato che si occupavano solamente di fotografia. Io gli contattai proponendo se volessero pubblicare anche disegni e mi risposero che stavano proprio pensando di includere anche illustrazioni. Poi in seguito ho avuto la fortuna di essere contattato dai ragazzi di Carnale i quali mi proposero un fumetto, cosa che, a parte qualche tavola fine a se stessa non avevo mai fatto. Però andò molto bene e questo mi permise, oltre che collaborare in altre occasioni con loro, di sperimentare ulteriormente il fumetto.
Luke, ti congedo con la fatidica ultima domanda sul tuo futuro. Progetti in cantiere? Cosa ti auguri come artista nei prossimi anni?
Per il momento sto cercando di fare diventare il disegno effettivamente il mio lavoro, in questo momento sto arricchendo il mio portfolio anche con lavori che si distaccano dal mondo erotico per poi presentarlo a varie case editrici. Ovviamente l’erotismo sarà un tema che non abbandonerò, e anzi dico, ben vengano nuovi progetti attinenti. In contemporanea sto valutando di spostarmi in un’altra città e continuare gli studi. Grazie ancora!
Contatti
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