Man in the Box, un racconto di MetaLinda. Capitolo 1.

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Man in the Box
Un racconto di Meta Linda.

Illustrato da Davide Maresca

Capitolo 1

Chi sono? Dove sono? Cosa devo fare oggi?
Tony si poneva queste tre domande tutte le mattine appena sveglio, da quando era ragazzino.
Prima di andare a scuola, ogni santissimo giorno.
Un’ottima tecnica per riaffacciarsi nel mondo e, allo stesso tempo, trovare le giuste motivazioni per affrontarlo.
Ogni santo giorno, appunto…
Dovreste provarci anche voi.
Solo che rispetto a 30 anni prima, le tre risposte dell’uomo erano cambiate…
Non era più Tony, 13 anni, il migliore della sua classe, nel suo letto a castello a casa dei suoi, pronto per un’altra giornata di successi scolastici, basket e videogames.
No, non più.
Certo, si chiamava sempre allo stesso modo ma, a parte questo, nulla più era come prima.
Di anni ora ne aveva 43 e aveva abbandonato da un pezzo la cameretta della sua adolescenza.
Da quando si era sposato, apriva gli occhi tutti i giorni nel suo letto matrimoniale accanto a sua moglie Sara…
Da ben 10 anni ormai.
Cazzo, una vita!
E sul cosa fare, beh…
Era immensamente più facile alzarsi tredicenni col solo pensiero dei libri, degli amici e del campetto piuttosto che per affrontare una giornata inchiodato alla scrivania…
Oltre a tutta una serie di incombenze noiosissime incastonate su quel gioiellino di bigiotteria dozzinale che era la sua vita.
Che poteva sembrare perfetta, ma solo ad un primo, superficiale sguardo.
Un estraneo avrebbe visto un matrimonio con una bellissima donna, un’ottima posizione all’interno di una delle aziende più floride della zona, una bella casa…
In realtà la relazione con Sara era serena, sì, ma estremamente piatta, priva di stimoli di ogni tipo ormai.
Da fidanzati erano stati molto complici, uniti, e soprattutto scopavano praticamente tutti i giorni… ma da qualche anno il rapporto si era notevolmente raffreddato.
E per “notevolmente raffreddato” si intende congelato, morto, Auf Wiedersehen.
Era valido per entrambi, di questo Tony era più che sicuro, ma lui e sua moglie non avevano ancora trovato il coraggio di affrontare la questione…
E risolvere il problema, perché era certo che ce ne fosse uno…

Anche più di uno, a dir la verità.
A cominciare dal fatto che, ogni tanto, Sara usciva e non rincasava prima delle 3 di notte…
Si vedeva con le amiche, almeno quella era la versione ufficiale.
Erano mesi che Tony sospettava che ci fosse un altro uomo: i cambi d’umore della donna, la cura che ci metteva nel prepararsi, nello scegliere maniacalmente cosa indossare e come truccarsi per la serata sushi della settimana…
“Serata sushi”, certo… Tutti i giovedì e, quel giorno, era proprio giovedì.
Lui era appena tornato a casa dall’ufficio.
A pezzi, letteralmente KO. Tutto ciò che Tony desiderava era il suo divano, una birra e un bel film: un uomo dagli appetiti semplici.
Sara era intenta a prepararsi per uscire e si aggirava mezza nuda per casa.
Addosso aveva un baby doll di quelli sexy un po’ trasparenti e si era già infilata un paio di stivaletti di pelle e col tacco a spillo.
«Ciao Anto! Ti ricordavi che stasera ceno a casa di Pamela con le ragazze?»
Sua moglie entrò nella cabina armadio e dopo qualche minuto ne uscì con una gonnellina nera molto corta e una camicetta color carne che metteva in risalto la sua generosa scollatura.
In pratica sembrava ancora mezza nuda…
Però, non male il look che aveva scelto per ingozzarsi di uramaki nel salotto della sua migliore amica!
Davvero super adatto a una serata in casa fra donne.
«Stai benissimo amore! Salutamele tutte!»
«Sarà fatto tesoro!»
L’ipocrisia era diventata il loro animaletto domestico preferito, assieme ai loro 3 gatti.
Non appena Sara uscì, Tony si andò finalmente a stravaccare sul suo tanto agognato divano.
In fin dei conti, si sentiva sollevato per il fatto che sua moglie fosse riuscita a trovare altrove quello che lui non era più in grado di darle.
Se la meritava la passione travolgente, gli apprezzamenti, le attenzioni che lui non le rivolgeva più.
Era una donna perfetta, ma con gli anni, a lui, tutta quella perfezione era venuta a noia.
«Sono Tony, ho 43 anni e sono proprio uno sfigato… E forse ho anche le corna!»
Ripensò alle sue domande del mattino e rise forte, dopo essersi dato queste risposte.
Ci mise un po’ per scegliere un film da guardare.
Nel frattempo, Sara aveva di sicuro già raggiunto il suo amante, forse addirittura avevano già iniziato a scopare.
Che invidia!
Si, perché a differenza di sua moglie, o almeno, di quello che sospettava facesse sua moglie, lui un “diversivo” non era ancora riuscito a concederselo.

Le sue colleghe non lo attraevano per niente, anche se ce n’era qualcuna davvero molto bella, tipo sua moglie, tettona con la vita stretta e mezzo chilometro di cosce.
Un paio di volte a settimana riusciva ad andarsene in palestra, però …
Quello sì che è un ottimo terreno di caccia, direte voi.
Infatti, ma le “prede” che Tony si sorprendeva a scrutare non erano le biondine strizzate nei loro completini attillatissimi…
O quelle che si immortalavano nelle storie di Instagram mettendo in evidenza i loro culi super sodi facendo gli squat.
No… Tony da qualche mese aveva iniziato a fantasticare sugli altri uomini che frequentavano con lui il box di Crossfit.
All’inizio credeva che il suo sguardo attento li osservasse per studiare il tipo di fisico che desiderava ottenere anche lui, ma dopo qualche settimana ad allenarsi con Giulio e gli altri si era reso conto che si stava raccontando un mucchio di cazzate.
Quelle braccia enormi con le vene a fior di pelle, pettorali grossi quanto i pesi che sollevavano, se non di più…
E quel continuo contrarsi dei loro quadricipiti perfettamente scolpiti.
Si era ritrovato a dover ammettere, almeno con sé stesso, che quando guardava il culo del coach Giulio mentre gli spiegava gli esercizi, non lo faceva per imitare  correttamente i movimenti… Non solo almeno.
Il coach era un bel tipo, sulla quarantina, col fascino dei capelli silver raccolti in un man bun sempre un po’ spettinato.
E il fisico che ci si può aspettare da uno che fa il personal trainer da 15 anni.
Non come il suo che in quel lasso di tempo, invece, se n’era stato pigramente imbalsamato dietro una scrivania.
E poi, il suo cazzo di sorriso a 32 denti, semplicemente perfetto.
L’aver notato quel particolare lo aveva turbato: ogni volta che il coach si complimentava con lui per una serie ben eseguita e gli sorrideva, qualcosa nei boxer di Tony sussultava.
Settimana dopo settimana, aveva cominciato ad attendere con sempre più impazienza il giorno dedicato al box.
Per scaricare un po’ di adrenalina, certo, ma anche per fantasticare sul corpo di Giulio in movimento e, randomicamente, anche sugli altri ragazzi.
Erano una quindicina nel suo gruppo, tutti suoi coetanei grossomodo, e tutti in gran forma.
Ce n’era un altro che aveva catturato la sua attenzione: Filippo.
Un colosso di 1,85, un dio greco, in pratica il sosia di Gerard Butler versione Leonida di 300… e gay.
Filippo era un tipo solare, estroverso, un continuo ciclone di battute… A volte anche simpaticamente spudorate.
A lui l’ultima volta gli aveva detto che in fondo era sexy quella pancetta rilassata da ragioniere, e se non fosse riuscito a farla sparire, lui lo avrebbe comunque provato a cercare su Grindr.

«Dove?» aveva chiesto Tony sgranando gli occhi.
«Su Grindr… è una app di incontri… Dio Tony, ma dove vivi su Plutone?»
Stavano entrambi sistemando le borse prima di andar via dallo spogliatoio del box.
Filippo frugò nella sua e tirò fuori il cellulare.
«Guarda, ti faccio vedere…»
Seleziona una app, e sullo schermo compaiono decine di foto profilo di altrettanti uomini.
Qualche viso, ma anche tanti pettorali in bella mostra e qualche boxer gonfio in primo piano.
Tony sempre più ad occhi sgranati: in pratica un Tinder solo per gay.
«Esattamente… Cioè non proprio. Qui hai più possibilità di trovarla, una scopata… Diciamo che ce n’è qualcuno che non si fa troppe remore anche a concedersi un appuntamento “al volo” …»
Sghignazzando, Filippo seleziona una chat e mostra a Tony il contenuto: decine e decine di messaggi parecchio spinti con un tale Bill23 che aveva anche mandato qualche foto… Era davvero un 23…
«Uh Dio! Ma ha un viso familiare, aspetta, mi sembra di conoscerlo…»
«Si che lo conosci, è quello che lavora al bar qua sotto! Capirai, ha moglie e figli che lo aspettano a casa, ma diciamo che ogni tanto gli piace anche che lo aspetti io…»
Rise di nuovo, poi rimise il cellulare nel borsone e si avviò verso la porta.
«Ragioniere, ti vedo curioso comunque. Fossi in te proverei! Secondo me, fra qualche giorno, va a finire che ci trovo anche te su Grindr!» aveva concluso ammiccante Filippo prima di lasciarlo da solo nello spogliatoio.
Solo con la voglia di provarci davvero a scaricare quell’app.

Man in the Box, racconto erotico di Meta Linda, disegno dell'illustratore Davide Maresca
© Davide Maresca

Biografia MetaLinda

MetaLinda, pseudonimo di Ermelinda Gallo, copywriter, ghostwriter, vari writer, con la passione per la scrittura. Negli ultimi due anni ha curato un blog dedicato alla sessualità e alle relazioni. Quando non scrive, si diverte a dare sfogo alla sua vena comica. Dal 2022 collabora al progetto artistico-umanitario della cantante e attivista per i diritti umani Benedetta Paravia “Women in Love”, contro le mutilazioni genitali femminili. Ha diversi progetti in cantiere, anche se un po’ le dispiace di averli in un Paese dove il ministro che si occupa di cantieri e similari è Matteo Salvini.

Contatti
Instagram: meta_linda

Biografia Davide Maresca

Davide Maresca, per gli amici Dado, classe 1992. Dopo il liceo artistico ha continuato a coltivare la sua passione per il disegno, ed essendo cresciuto a pane e supereroi, ha iniziato a realizzare contenuti a tema sui social. Amante degli universi Marvel e DC e della cultura pop in generale, si dichiara devoto fedele del
credo Star Wars. Ha anche il superpotere del rock’n’roll e ha cantato/suonato chitarra e/o batterie in diverse band, coltivando anche progetti come solista.

Contatti
Instagram: ildadostar

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