Man in the Box, un racconto di MetaLinda. Capitolo 3

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Man in the Box
Un racconto di Meta Linda.

Illustrato da Davide Maresca

Capitolo 3

Sara tornò a casa intorno alle 2:00.
Tony si era messo a dormire circa un paio di ore prima, probabilmente non se ne sarebbe nemmeno accorto se lei non fosse entrata in camera canticchiando.
Era felice: probabilmente la sua scopata era andata bene.
Lei non si era masturbata sul divano in soggiorno, schizzando su tutto il tappeto, come invece aveva fatto lui.
«Ben tornata…»
Avrebbe voluto sembrarle tagliente, peccato per quella voce impastata di sonno.
«Scusami caro, ti ho svegliato!?»
«No, stai tranquilla. Dai, vieni a letto…»
«Faccio una doccia al volo e arrivo.»
Doveva chiaramente lavarsi via di dosso l’odore di quell’altro.
La sentì andare in bagno, continuando a canticchiare, e infilarsi nella doccia.
Poteva quasi vederla, coi capelli raccolti sopra la testa per non bagnarli e le dita che passavano fra le grandi labbra per lavar via eventuali residui di sborra.
Magari un paio se le sarebbe fatte entrare dentro la fica, per un ultimo brivido prima di andare a dormire.
Quando finalmente tornò in camera e si stese accanto a lui, Tony sentì l’odore di pulito della sua pelle appena lavata.
Profumo di bagnoschiuma, come sotto la doccia bollente del box, quando i ragazzi, dopo l’allenamento, si andavano a lavare tutti insieme.
L’acqua calda che gocciolava su quei corpi perfetti…
Quel pensiero gli aveva risvegliato il cazzo, di punto in bianco, nel bel mezzo della notte. Aveva bisogno di carne in cui affondare la faccia, la lingua… Il cazzo.
E Sara se ne stava proprio lì, rannicchiata di spalle, a portata di mano.
Chissà dov’era in quel momento Timido85, chissà di cosa profumava la sua pelle… Di certo se la immaginava soda, nervosa, calda.
Invece, quella di sua moglie, nonostante la doccia, in quel momento era gelida.
«Mmm fammi dormire Tony, sono stanca!»
Stanca per la scopata che ti sei fatta, troia!
Avrebbe voluto dirglielo, da morire… Ma decise di tacere, e non smise di toccarla.
«Sei congelata! Vieni un po’ qui, fatti riscaldare.»
Nel frattempo si era abbassato il pantalone del pigiama, liberando la sua erezione.
Sara continuava a restarsene di spalle: la cosa lo eccitava enormemente.
Nel cervello di Tony si stagliò nitida l’immagine del ragazzo di Grinder: quella a mare, dove si vedeva la sua bella schiena muscolosa.
Afferrò Sara per una spalla come se afferrasse lui, le annusò i capelli come se stesse respirando i suoi. Al culmine dell’eccitazione, scivolò dentro sua moglie: era calda e bagnatissima.
Alla fine, il suo amante le aveva lasciato ancora un po’ di voglia, evidentemente.
Nei momenti che seguirono, si scopò entrambi, sia la sua bella moglie infedele, sia Timido85.
Ed entrambe le scopate gli piacquero, quella immaginaria quanto quella reale. Ogni volta che chiudeva gli occhi, immaginava il ragazzo contorcersi dal piacere sotto di lui, e poi riaprendoli si ritrovava di fronte le smorfie di godimento della sua Sara.
Gli era mancato fare sesso con lei e fu felice di farle raggiungere l’orgasmo.
Forse fingeva, ma in fondo non avrebbe potuto biasimarla: anche lui, un po’, aveva finto. Di fatto, più o meno, erano pari: si erano traditi entrambi, anche se in modi decisamente diversi.
Quando si misero a dormire, Tony tenne il cazzo poggiato contro la sua coscia, chiedendosi quanto calda fosse quella di quel ragazzo dietro lo schermo.
Il mattino dopo, al suo risveglio, Tony era solo.
Sara doveva essersi alzata da un po’, perché il suo lato del letto si era già raffreddato. In compenso, lui aveva di nuovo voglia di venire, con l’odore della moglie nelle narici e la voglia di incularsi il ragazzo di Grindr nel cervello.
Iniziò a farsi una sega quasi senza rendersene conto.
Non posso, cazzo, è tardissimo.
Si alzò controvoglia, consapevole di doversi buttare sotto l’acqua fredda per contenere l’erezione del mattino.
Tempo zero: gli aspettava una giornata interminabile in ufficio, erano le 8:45 e la prima riunione era fissata per le 9:30.
Uno strazio: ora dopo ora, call dopo call, sorrisi di circostanza, salti mortali per accontentare tutti i rompicoglioni del mondo che sembravano essersi miracolosamente materializzati lì, per torturarlo, in quell’orribile prigione che era il suo ufficio.
In trappola, fino alle 18:00.
Dopo aver inviato l’ennesima mail e chiuso l’ultimo fascicolo della giornata, Tony mormorò una bestemmia a mezza voce e chiuse il portatile nel cassetto della scrivania.
Scivolò via dall’edificio evitando accuratamente gli sguardi di tutti.
Non aveva tempo da perdere: Google Calendar, giusto mezz’ora prima, gli aveva ricordato che quello era giorno di box.
Non che ce ne sarebbe stato bisogno: nonostante le grane del lavoro, quel pensiero aveva contribuito a tenerglielo mezzo duro per tutto il santo giorno.
Entrò nello spogliatoio, lanciò la borsa su una panca e, in una manciata di minuti, si vestì per l’allenamento.
Si sentiva un fascio di nervi, con il bisogno di sfogare quella tensione fisica prima possibile. Doveva muoversi, sudare… Lanciare sguardi di nascosto agli altri ragazzi.
«Forza Tony, stiamo aspettando solo te!»
Coach Giulio che lo richiama dal centro della sala non fa che peggiorare la situazione: Tony si sente i suoi occhi puntati addosso.
Non posso guardarlo, non oggi…
Il pantaloncino è piuttosto attillato, non può rischiare, il minimo rigonfiamento si noterebbe.
«Ora che finalmente ci siamo tutti, prima di cominciare, vi presento Luca: da oggi si allenerà con noi.»
Luca è un gran bel ragazzo, qualche anno meno di lui, già piuttosto in forma.
«Sappiate che è mio cugino, e ho giurato di dargli i tormenti: voglio mandarlo alle gare di fine stagione, quindi se lo vedete oziare siete autorizzati a rompergli i coglioni.»
Tony gli avrebbe rotto ben altro, e non in senso figurato: il culo di Luca sembrava fatto di granito.
Dopo quella presentazione, il neo arrivato a stento mormora un “ciao”.
«Cazzo, Lu’, e svegliati un po’! Che bimbo timido che sei!».
Momento di risate goliardiche, pacche sulle spalle, Luca che quasi arrossisce e Coach Giulio che prende posizione per dare il via all’allenamento.
Tony è rimasto immobile al suo posto.
Bimbo timido…
In effetti perché no…
Il cuginetto del coach potrebbe benissimo essere il ragazzo di Grindr: dopotutto l’età dovrebbe coincidere, i capelli sembrano gli stessi, e anche il culo perfetto sembra quello.
Doveva guardargli le mani, per controllare se c’era la strana voglia fra le dita che aveva notato in una delle foto sul profilo.
Se si fosse davvero trattato di lui, sarebbe stato davvero difficile non masturbarsi prima del ritorno a casa.
Stronzate: sarebbe stato complesso anche non far notare il cazzo duro prima della fine dell’allenamento.
«Ragazzi andiamo! Dovete spaccare oggi!»
Magari…

Racconto erotico Man in the Box di Meta Linda illustrato da Davide Maresca
© Davide Maresca

(CLICCA QUI per leggere il capitolo 2)

Biografia MetaLinda

MetaLinda, pseudonimo di Ermelinda Gallo, copywriter, ghostwriter, vari writer, con la passione per la scrittura. Negli ultimi due anni ha curato un blog dedicato alla sessualità e alle relazioni. Quando non scrive, si diverte a dare sfogo alla sua vena comica. Dal 2022 collabora al progetto artistico-umanitario della cantante e attivista per i diritti umani Benedetta Paravia “Women in Love”, contro le mutilazioni genitali femminili. Ha diversi progetti in cantiere, anche se un po’ le dispiace di averli in un Paese dove il ministro che si occupa di cantieri e similari è Matteo Salvini.

Contatti
Instagram: meta_linda

Biografia Davide Maresca

Davide Maresca, per gli amici Dado, classe 1992. Dopo il liceo artistico ha continuato a coltivare la sua passione per il disegno, ed essendo cresciuto a pane e supereroi, ha iniziato a realizzare contenuti a tema sui social. Amante degli universi Marvel e DC e della cultura pop in generale, si dichiara devoto fedele del
credo Star Wars. Ha anche il superpotere del rock’n’roll e ha cantato/suonato chitarra e/o batterie in diverse band, coltivando anche progetti come solista.

Contatti
Instagram: ildadostar

 

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