Uno sguardo cinico sull’immaginario erotico – Intervista a Marc Blackie

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“Mi piace giocare con l’idea dell’osservatore e dell’osservato – la relazione simbiotica tra il voyeur e l’esibizionista e il modo in cui si alimentano a vicenda con le loro richieste di attenzione e sazietà”. Marc Blackie

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© Marc Blackie

Spegnete le luci, aprite gli occhi e preparatevi a conoscere insieme a noi il mondo sarcastico e nichilista di Marc Blackie. Fotografo e regista inglese, Marc Blackie ha un alone dark che lo circonda. Sarà il bianco e nero, il suo sguardo cinico sull’immaginazione erotica, la sua “angoscia nichilista”. Ma questo è quel che nota un spettatore poco attento o semplicemente chi scorre le sue foto velocemente, fermandosi solo su un bel culo o due belle tette. In realtà tra i tanti suoi scatti realizzati molti sono ironici, divertenti. Si ok, spesso black humor, e quindi? Ecco, le foto e il pensiero di Marc Blackie non sono banali. Possono piacere oppure no. Non sono piatte, non rientrano in quello che lui definisce “una zuppa di mediocrità”. Dietro, anzi dentro le sue foto, cosi come dentro i suoi film c’è il “Blackie pensiero”, i suoi libri, la sua musica, il suo sguardo sul mondo, sulla persona, sul proprio io, vivisezionando il proprio subconscio e estraendone ogni volta un lato diverso. Ci ha confidato che la fotografia per lui è stato un terribile errore, un incidente. Mai un errore fu così “giusto”. Spazio alle sue parole e ai suoi scatti ora, buonalettura.

 

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Marc Blackie

Domanda. Marc grazie mille per averci concesso l’intervista. Parliamo dei tuoi inizi. Quando e come ti avvicini al mondo della fotografia?
R.La fotografia è stato un terribile errore. Ok, forse non così male ma sicuramente è stato un incidente. Non avevo programmato di essere un fotografo, non studiavo e non mi sforzavo veramente di imparare come usare correttamente una fotocamera. Piuttosto avevo una macchina fotografica, ho scattato alcune foto di un amante una sera, mentre stavamo cercando dei modi per divertirci, e con mia sorpresa le fotografie realizzate andavano bene.
Così ho iniziato a scattare di più, continuando per un po ‘ a non prendermi sul serio o davvero a considerarmi un fotografo. Con il passaparola sul mio lavoro, che lentamente si diffondeva, più persone si sono iniziate ad avvicinare a me. Volevano apparire all’interno delle immagini che avevo iniziato a creare.
Ho avuto un profondo interesse, come molti di noi, nell’arte, nella letteratura e nel cinema e ho voluto trovare un modo per esprimermi. La fotografia si è presentata da me e ho accettato malvolentieri l’invito. Ho iniziato a prendere più seriamente la tecnica e ho iniziato a includere temi più profondi all’interno delle mie immagini. Il mio amore per il surrealismo, una sguardo cinico sull’immaginario erotico, il mio senso dell’umorismo piuttosto oscuro e una occasionale angoscia nichilista.

 

D.Le tue foto sfidano i preconcetti sulla sessualità e mettono in luce i desideri solitamente relegati dell’inconscio. Questo denota un tuo animo libero e istintivo. Come descriveresti le tue foto e come te stesso?
R.Sono un po’ combattuto quando si tratta del mio lavoro e delle mie opinioni sulla sessualità. Da una parte prendo la questione molto seriamente e penso che la nostra libido, e quindi il nostro desiderio istintivo di perpetuazione, giochi molto più di un ruolo importante nella nostra civiltà rispetto a quanto invece gli viene dato credito.
D’altra parte, penso che mentre questo è vero, è anche del tutto ridicolo. Così tanto da sdrammatizzarne e alleggerirne il concetto. Non per questo il mio lavoro è da intendersi comico. Piuttosto, mi piace coinvolgere una moltitudine di sentimenti, emozioni e stati d’animo diversi, prendendo l’immaginario erotico come un punto di partenza, un elemento costitutivo.
Lavorare con il cortometraggio consente più spazio per approfondire queste idee. Le mie foto hanno sempre accennato a piccole storie e mi è piace molto avere questo spazio in più per portare alla luce queste situazioni.

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© Marc Blackie

D.In alcuni scatti è presente un altro ingrediente delle tue foto, ovvero l’ironia, Questa riesce a unirsi in modo naturale alla forte carica erotica delle tue foto e delle modelle da te scelte. Quanto è importante il fattore ironia nelle tue foto e nella vita in generale?
R.Sono spesso sorpreso dal fatto che più persone non si accorgano della natura sarcastica di molte mie fotografie e alzo gli occhi quando qualcuno mi accusa di misoginia.
Va bene che le persone non capiscano la battuta o abbiano una propria interpretazione e apprezzo comunque che si siano presi il tempo di vedere la mia produzione, anche se poi decidono che non è per loro. Le fotografie sono in gran parte improvvisate. Potrei avere alcuni oggetti di scena in giro o alcune idee ruvide che galleggiano nella mia mente, ma le immagini fisse sono davvero molto diverse. Immagino che sia solo una parte di quella visione del mondo subconscio e della personalità che un artista non può fare a meno di proiettare nelle proprie creazioni.
Questo è in diretto contrasto con i cortometraggi, le cui sceneggiature trascorrono molti mesi a tormentarmi, a riscrivere e persino a cambiare nel mezzo della produzione. Il mio lavoro è stato descritto come pornografia nichilista in passato e anche se non considero le mie cose pornografiche, ma non sono del tutto contrario all’etichetta.

 

D.Il bianco e nero è sempre presente nei tuoi scatti, così come dei tuoi film. Anche il tuo video è molto dark come aspetto visivo. Qual è il percorso personale e culturale che ti ha portato a realizzare i tuoi lavori così come li conosciamo noi?
R.Quando ho iniziato a usare le pellicole fotografice, ho iniziato a sviluppare e stampare il mio lavoro. Questo è un processo molto più diretto se si lavora con il bianco e il nero che con il colore. Siccome sono per natura pigro, ho continuato con questo metodo per motivi di semplicità, sviluppando uno stile con cui mi sentivo a mio agio.
Stilisticamente, sono sempre stato appassionato di film in bianco e nero, spesso sottotitolati e quindi credo di aver abbracciato questo mood inconsciamente e l’ho usato come ispirazione per il mio stile: Bergman, Godard, Buñuel e “Go, Go” Second Time ” di Kōji Wakamatsu con le sue raffigurazioni di sesso, suicidio e timore esistenziale è in modo particolare il mio favorito.
Mi chiedo spesso se è ridicolo per un regista inglese fare film in islandese e francese, piuttosto che usare la sua lingua, perché ama i film in bianco e nero con i sottotitoli?
Sono abbastanza sicuro che sia del tutto ridicolo. Sono anche abbastanza sicuro che non mi interessa.

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© Marc Blackie

D.Non solo fotografie ma anche film. Se dovessi scegliere una delle due arti oggi, quale sceglieresti e perchè?
R.Sicuramente film. Qualsiasi stronzo è un fotografo oggi.
Sono sempre più convinto che l’arte della fotografia è stata resa sostanzialmente irrilevante dal telefono cellulare e da un mondo inondato di social media che ci porta a morte con così tanti contenuti, così tante immagini e proiezioni indistinguibili che le voci e i pensieri originali sono persi all’interno di una zuppa di mediocrità.
E mi piacciono molto anche il film, quindi c’è anche quello.
Il film mi consente il piacere di scrivere, di riprendere il materiale, di modificalro. E poi la musica, che in gran parte compongo io. È un lungo processo di svuotamento, ma che trovo molto appagante. La fotografia in confronto è uno sforzo semplicistico, per me, che non offre la stessa sfida o senso di realizzazione.
Inoltre è costoso esibire le proprie fotografie, mentre l’invio di un file ad un festival del cinema a Hong Kong è gratuito. Quindi non solo sono sarcastico e cinico, ma sono anche economico.

 

D.Piacere, malinconia, inquietudine sono alcuni degli aspetti dei tuoi lavori. Quali sono i temi dei tuoi film e come li scegli?
R.Voglio dire, non sono un’anima particolarmente felice, ma non è niente di particolarmente insolito per nessuno. Durante la mia adolescenza ho imparato che il sesso e la ricerca del sesso sono solide distrazioni, efficaci nel deviare le tendenze malinconiche e questo tema è rimasto con me fino ad ora. In particolare è stato esplorato nel mio ultimo film “Fucking Does not Help”.
Mi piace giocare con l’idea dell’osservatore e dell’osservato – la relazione simbiotica tra il voyeur e l’esibizionista e il modo in cui si alimentano a vicenda con le loro richieste di attenzione e sazietà.
Non c’è bisogno di unire tutti i punti per coloro che esplorano il mio lavoro, ma il concetto di superficialità è sempre stata importante per me e mi piace affrontare gli spettatori con i loro desideri e magari aiutarli a vedere la loro libido anche con disprezzo e ridicolaggine.
E’ evidenete a questo punto che per un “mythos” basato sull’erotico, il mio lavoro non è particolarmente sex-positive. Sembra una contraddizione, ma va bene perché mi piace essere imbarazzante. Qualcuno una volta descrisse il mio lavoro come se “diretto da David Lynch con un’erezione” e sebbene non del tutto accurata, non sono del tutto contrario a questa etichetta.

© Marc Blackie

D.Erotismo e pornografia. Che definizione daresti per queste due parole?
R.Cristo, il porno è diventato così banale e ovvio che entrambi i termini sembrano aver perso molto del loro significato. L’erotico, il provocatorio, il sensuale e così via . Questi erano i concetti a cui le persone si sarebbero rivolte in quanto non potevano vedere le cose che volevano vedere, essendo protette da tale disavventura sotto il velo del tabù.
Ora che il porno ha portato fuori dall’acqua concetti così carini, non sono sicuro di dove sia l’erotismo, oltre a essere il nome di un grande libro di Bataille che potrebbe interessare a coloro che sono interessati ad alcune delle idee che esploro nel mio lavoro.

 

D.Disappointed Virginity è il nome del tuo sito web, perchè la scelta è ricaduta su questo nome?
R.È un riferimento oscuro a Michel Foucault. Mi sono innamorato di Foucault quando sono diventato più grande, è condivido anche la passione che lui ha avuto per Nietzsche.
Mi piace comunque l’ambiguità del termine, è stato particolarmente divertente leggere il modo ridicolo con cui, alcuni miei critici, hanno tentato di interpretare questo come una mia natura omosessuale, svelando in questo molto più di se stessi rispetto a me .

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© Marc Blackie

D.Grazie ancora per l’intervista Marc, ti salutiamo con un ultima domanda. Hai progetti per il futuro e nuovi video a cui stai lavorando?
R.Sto diventando molto puntiglioso sul mio lavoro e ho due film a metà: “Tender” e “The Limerent Object”. Entrambi scartati prima del completamento a causa della mia pignoleria.
Oltre a questi progetti che probabilmente non raggiungeranno gli occhi del pubblico, sono fermo su sceneggiature per due nuovi film, uno dei quali, “The Divine Right of Stagnation” , spero di iniziarlo presto. È un progetto ambizioso, quando comincio ad avere idee al di sopra di quelle che credo siano le mie possibilità sono contento. Questo mi stimola a spingermi oltre. Son felice della sceneggiatura e di dove mi può portare creativamente.
Grazie per le tue domande
Stavo solo scherzando sul mio pessimismo nei confronti del sesso. È una cosa grandiosa, divertente e meravigliosa. Dovrebbe essere celebrata con spavalderia gioiosa e non con una impeto vagamente sinistro che ci spinge verso modelli autodistruttivi di comportamento prevedibili che ci portiamo addosso come un passatempo sano per vivere meglio con noi stessi mentre ignoriamo che in effetti, siamo entità biologicamente guidate da una vaga parvenza di libero arbitrio. No Way.

Contatti
Sito: disappointedvirginity.com

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