Colla, tette e birette – Intervista a Matrice22

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“Tutto nasce dall’esperienza di una di noi, cui spesso hanno censurato molteplici lavori. Un po’ di rabbia e molta delusione: “Voglio tappezzare Milano di tette”. Da una frase è nato un progetto”. Matrice22

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Tempo: un pomeriggio di un giorno qualsiasi di primavera duemiladiciotto.
Luogo: Milano, navigli Alzaia Grande.
I fatti: Il mio passo è lento, compassato. Non ho molte aspettative di quella che si preannuncia come una passeggiata come le altre. È sabato, c’è il mercatino e i miei occhi si muovono pigramente a destra e a sinistra verso gli stands, che orgogliosamente mettono in mostra il proprio inventario. Sempre uguale, sempre lo stesso. Chiacchiero amabilmente con un amico salito da giù quando la mia attenzione viene catturata da un muro. Cerco di aguzzare la vista per capire se quel che mi sembra di vedere sia reale o se la mia perversione si è ormai impossessata della mia testa malata. Penso tra me e me: “non è possibile, ormai vedo tette ovunque”. Mi avvicino con fare perplesso e curioso. Giunto ormai a meno di un metro dal muro il mio dubbio viene presto dissipato. Sono tette. Sul muro ci sono tante tette, con i capezzoli in bella mostra a sottolineare il loro carattere onesto e sincero. Da quel momento in poi le mie passeggiate a Milano assumono i contorni di un giallo. Porta Genova, Porta Venezia, Via Tortona, Repubblica, le vedo ovunque, le apprezzo ma non solo dal lato estetico. Inizio a capire che dietro quelle tette deve esserci qualcosa, ne sono anzi certo. Mi servono indizi, devo capire perché Milano è tappezzata di seni. Dove e cosa cercare? La risposta è così semplice che Sherlock Holmes invece della celebre (tra l’altro in realtà mai scritta nei suoi romanzi) “Elementare Watson”, avrebbe esclamato: “Watson, ma come cazzo ho fatto a non pensarci prima”. Mi sono dilungato, la risposta, dicevamo, me l’ha data google. Scrivendo “tette a Milano” ecco spuntarmi fuori Matrice22. Le trovo su Instagram, le contatto e concordiamo, con mio enorme entusiasmo, questa intervista che andrete di seguito a leggere. Le loro risposte ci/vi spiegheranno come e perché nasce il progetto, la scelta del nome e altre curiosità che sicuramente anche voi, passeggiando per Milano tra la nebbia e i capezzoli, volete vi siano svelate.

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Domanda.Milano è piena di capezzoli e il merito è tutto vostro. Cosa vi ha spinto a tappezzare la città di tette?
R.Tutto nasce dall’esperienza di una di noi, cui spesso hanno censurato molteplici lavori. Un po’ di rabbia e molta delusione: “Voglio tappezzare Milano di tette”. Da una frase è nato un progetto. Un insieme di persone diverse si sono trovate ad affrontare la stessa situazione, convinte che fosse priva di senso e con la voglia di far cambiare le cose.

 

D.Perché avete scelto il nome Matrice 22 e perché avete scelto come messaggio “Feel the Nipple” invece del più sdoganato “Free the Nipple”?
R.Il nostro nome è frutto di tanti ragionamenti e prende spunto da altrettanti riferimenti. Il più semplice è quello della fabbrica: una forma (la matrice, appunto) che crea oggetti tutti uguali. Dentro un quadrato abbiamo inserito un soggetto che è uguale per nome, ma diverso perché legato a storie diverse, persone diverse, sentimenti diversi e unici. Feel the nipple è il messaggio che abbia scelto. È vicino a quello che viveva già su instagram, ma pone l’accento sulla sensazione del tatto, sulla materia. Attacchiamo per le strade, quelle foto diventano di tutti e ognuno è libero di viverle come vuole, un invito alla vicinanza dei corpi e all’accettazione.

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D.La censura sui social è una piaga che ha radici nella società che ci circonda. Basti pensare alle ultime polemiche sollevate dopo che un giornale a tiratura nazionale ha postato su Facebook l’ Origine del Mondo di Courbet. Un coro di sdegno si è levato dal popolo del social più numeroso del web. Come può un progetto come il vostro sdoganare questa mentalità bigotta?
R.Matrice è convinta che la strada sia la soluzione. Chi incontra le nostre foto non può cancellarci dagli amici, bloccare i nostri profili ma deve sporcarsi le mani. Grattare via le stampe da muri, cartelloni pubblicitari, buchette delle poste. Devi agire e reagire per fare a meno di noi, cliccare non è sufficiente.

 

D.Dal virtuale al reale. Crediate sia possibile un mondo dove il corpo e la nudità ritornino a essere l’elemento naturale che fu all’origine dell’umanità?
R.Non è questo che interessa il progetto. Matrice vuole mettere in discussione i luoghi e gli spazi dove la nudità è permessa o negata. Quali sono? pochi e privati. Cosa c’è di sbagliato nell’essere nudi? Niente, questo è certo, ma al pari di tutti, se nevica usiamo il cappotto.

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D.Come nascono le foto che poi vengono affisse in città? Le ragazze si propongono o le tette sono tutte le vostre?
R.Abbiamo scattato le prime foto chiedendo ad amici e facendo girare la voce. Chi ha voluto ha partecipato (i soggetti sono circa una quarantina, di diverse età e provenienza). In altre occasioni, come durante un evento tenutosi a Macao, i present* avevano la possibilità di proporsi e Matrice, dal canto suo, non ha certo evitato di invitare tutti a condividere una parte di loro.

 

D.In pochi mesi avete raggiunto un gran seguito e tantissima curiosità. Vi siete chieste il motivo di tanta attenzione riguardo il vostro progetto?
R.Certamente la tematica della censura unisce molti artisti, come tante persone comuni. Matrice rimane convinta del fatto che il tema è sentito e sicuramente questo ci ha fatto conoscere a più persone. Le collaborazioni con altre realtà ci ha aiutato molto. In ultimo: le tette sono belle, tutte.

D.Milano come ha risposto alla vostra provocazione?
R.Da zona a zona e da città in città le reazioni sono state diverse. Chi strappa, chi ci porta a casa, chi ci fotografa e chi ci ignora. C’è chi ci ha scritto per supportarci o per sapere qualcosa in più sul progetto, come c’è il Milanese che non sa della nostra esistenza.

 

D.Mentre siete in azione vi capita di avere paura di subire reazioni violente, verbali o fisiche, per quel che fate?
R.Noi non abbiamo paura: colla, tette e birette.

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D.Avete ricevuto proposte di ragazze da altre parti di Italia che volevano sostenere il vostro progetto diffondendo i capezzoli nelle strade e nei quartieri delle proprie città?
R.Sì e stiamo lavorando per svilupparli, in Italia come in altre città europee. Già siamo presenti a Bologna, Pavia, Trento e non solo. Sono nate tante altre matrici, indipendenti e forti. Persone che condividono il nostro pensiero e che sono diventate parte attiva del progetto, ognuno nella sua città, nel luogo che abita e conosce ed è in grado di cambiare.

 

D.Cosa vi augurate per il vostro progetto, qual è il vostro sogno?
R.Speriamo continui così, che cresca e poi muoia per rinnovarsi quando il problema sarà risolto. Quando la censura smetterà di impedire alle persone di esprimersi e mostrarsi come meglio credono, nel rispetto del proprio corpo e di quello altrui. Matrice ha sogni diversi, per il momento pensiamo a cosa fare per capodanno.

 

D.Grazie mille ragazze <3 Lunga vita ai capezzoli.
R.Grazie a te, hasta la constocensura siempre!

 

Contatti
Instagram: @matrice22.4
Tumblr: matrice22.tumblr.com

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