Metamòrfoṡi s. f. [dal gr. μεταμόρϕωσις, der. di μεταμορϕόω «trasformare», comp. di μετα- «meta-» e μορϕή «forma»]. – 1. Trasformazione, e in partic. trasformazione di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa, come elemento tipico di racconti mitologici o di fantasia, spesso soggetto di opere letterarie, spec. del mondo classico. 2. a. In zoologia, l’insieme dei cambiamenti morfologici e fisiologici, implicanti un diverso rapporto dell’organismo con l’ambiente, che dallo stadio larvale conducono allo stadio adulto, tipici di alcuni pesci (anguilla), degli anfibî e di molti invertebrati. Negli insetti può essere graduale e incompleta (insetti emimetaboli, come le cavallette) o completa (insetti olometaboli, come le farfalle). b. In botanica, ogni profonda modificazione nella conformazione esterna e nella struttura interna di una pianta cormofita, comparsa e affermatasi nel corso dell’evoluzione, in quanto ha costituito un vantaggio selettivo nell’adattamento funzionale o ecologico a mutamenti ambientali. 3. In senso estens. e fig., cambiamento, modificazione in genere, nell’aspetto, nel carattere, nella condotta, nell’atteggiamento morale o spirituale d’una persona, ecc.
Questo è ciò che troverete scritto se visitate il sito della Treccani alla voce Metamorfosi.
Ciò che ammirerete in questa galleria è invece la visione fotografica in forma di dittico che danno forma all’idea di metamorfosi per l’artista Ida Marinella Rigo. Oltre alle sotto citate (dall’artista) Metamorfosi di Ovidio, ammirando le opere di Ida Marinella Rigo ci viene in mente Gregor Samsa e la trasformazione che il protagonista dell’opera di Kafka subisce in maniera inaspettata. La differenza con le opere della Rigo le ritroviamo però nell’armonia naturale ed elegante presente in ogni suo dittico. Una metamorfosi, quindi, che a differenza di quella kafkiana è accettata e “accettabile” anche dall’osservatore. Come un processo di mutamento imprescindibile e non un cambiamento subito e vissuto in maniera passivo. Ma stiamo divagando, merito/colpa sia delle opere di Ida Marinella Rigo che della sua descrizione del progetto. Concludiamo il nostro ragionamento “ad alta voce” e vi lasciamo alle opere e alle parole dell’artista. Buona lettura e buona visione.
Il progetto Metamorphosis
“Il progetto “m e t a m o r p h o s i s” si sviluppa nel 2019 sulle basi di un mio particolare rapporto con la ritrattistica e il dittico fotografico: ispirato alla mitologia greca e alle sue celebri “metamorfosi” dai molteplici significati simbolici, ha accompagnato le mie personali transizioni.
Con “m e t a m o r o h o s i s” ho voluto rappresentare un dialogo tra elementi apparentemente non coniugabili per aspetto e impatto emotivo, mediante proiezioni di attrazione e repulsione per concetto e forma. Esiste un’analogia tra questi “elementi”: le metamorfosi proprie della natura animale e vegetale e la natura umana durante il suo percorso evolutivo individuale; ho cercato di offrire questi concetti fondendoli in creature che potessero liberare soprattutto il mio mutamento, svincolandoli da qualsiasi etichetta concettuale; siamo tutti in continua metamorfosi”.
Biografia Ida Marinella Rigo
“Ligure di nascita, nel 2002 mi sono trasferita a Milano per lavoro.
Sebbene io abbia intrapreso una formazione a carattere scientifico ho sempre amato ogni forma d’arte, dalla musica alla pittura, dalla scrittura alla cinematografia. L’arte è sempre stata per me un bisogno, una necessità. Nel 2014 diverse vicissitudini mi portano a dover cambiare lavoro, stile di vita, a reinventarmi. Un cambiamento traumatico; ho sentito l’esigenza di esorcizzare sentimenti come rabbia, paura, instabilità, irrequietezza. Nel 2016 ho iniziato a “curarmi” da autodidatta con la fotografia: tramite le immagini ho cercato di dare voce ai miei urli muti. La fotografia per me non è staticità ma movimento, mutevolezza, è l’indefinito all’interno del finito, è uno strumento malleabile volto a mostrare la “mia” verità. Attraverso l’utilizzo dei riflessi, del mosso, delle multi esposizioni e del dittico fotografico ho cercato di raccontare le mie emozioni e di riconoscermi in esse provando a trasmettere quello che provo nel momento in cui fotografo; mostrare qualcosa che presuntuosamente solo la mia percezione riesce a vedere o vuole esporre attraverso le scelte di luce, colori, taglio, soggetto, intreccio; l’inserire un dettaglio che rende l’immagine solo mia”.
Contatti
Instagram: @idamarinella
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