METEORE FEST – Lo spazio è queer. Articolo di Federico Sacco

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Meteore Fest 2024 Roma Smistamento e Base Milano Ultraqueer

METEORE FEST – Lo spazio è queer

Dopo il potere visivo sprigionato dalle esposizioni di Ultraqueer e Queer Pandèmia, TWM Factory continua la sua ricerca sulle essenze del queer attraversando lo spazio delle arti performative. METEORE Fest – Lo spazio è queer mette in comunicazione due centri culturali ibridi: si terrà a Roma Smistamento dal 31 maggio al 15 giugno e a BASE Milano dal 21 al 29 giugno, sciogliendo l’apparente contrapposizione del binomio fuori/dentro. Workshop, laboratori, talk, installazioni e performance esplorano il tema dello spazio: sono pratiche artistiche che assumono importanza proprio nella compartecipazione dell’atto creativo, che lascia un’impronta visibile o effimera, e costruisce spazi ibridi e magmatici, ora riconoscibili e abitabili. I contributi internazionali di The Queer Architect, Sarina Scheidegger, Bora Murmure e Leslie Kern arricchiscono un patrimonio nazionale materiale e immateriale. Le sound performance di Egeeno e Thomas Valerio, la poesia performativa di Questa Cosa Queer, le voci e le storie di Antonia Caruso e Giorgio Umberto Bozzo si sedimenteranno negli archivi della ricerca affianco alle armature in cartapesta di Franca Fungo e alle sagome del collettivo plurale. Si costruiranno spazi politici con la riscoperta dei materiali dell’Archivio Omologie con Eleonora Sabet e con il laboratorio naturale dell’artista e attivista Elena Zecchin.

Dalla casa, al club, alle strade: attraversare i confini del queer
di Federico Sacco

Le identità queer sono state costrette a vivere a lungo nella contraddizione dello spazio domestico: un luogo privato che può essere un rifugio, ma anche uno spazio di negoziazione identitaria. La casa può essere spazio di espressione di libertà e autenticità, ma allo stesso tempo può catalizzare l’aggressività di dinamiche familiari complesse, dove la tradizionalità delle norme eterocispatriarcali crea ambienti ostili, configurandosi quindi come un luogo di invisibilizzazione e isolamento. La casa, per lɜ fortunatɜ a poter abitarla, la stanza per chi ne condivide lo spazio, diventa una realtà intima e personale, palcoscenico per pratiche rituali che affermano l’identità che abbiamo scelto: ci travestiamo da noi stessɜ, balliamo senza vergogna. Per quanto l’esigenza di avere una stanza tutta per sé come spazio di auto espressione (Una stanza tutta per sé, Virginia Woolf) sia fondamentale nella crescita di un’identità e per cominciare a guadagnare terreno out of the closet, il naturale dualismo dello spazio domestico tra negoziazione ed espressione del sé rende necessaria la creazione di altri spazi-rifugio.

Meteore Fest 2024 Roma Smistamento e Base Milano Ultraqueer
© Puertosool, I NEED YOU (Volemose bene)

I club, non sono solo luoghi di svago, ma santuari, rifugi in cui costruire e sperimentare le proprie identità (Gay Bar, Jeremy Atherton Lin). Sul dance floor il confine tra il sé e l’altro si dissolve: si partecipa a un rituale collettivo, un viaggio in cui le identità si mescolano in un flusso di energia condivisa (Raving, McKenzie Wark) e la danza non è solo un atto di gioia, ma una dichiarazione politica e un atto di resistenza per cui la musica e il movimento diventano strumenti di riappropriazione degli spazi. La musica, il movimento degli arti, diventano strumenti per riappropriarsi degli ambienti e riempirli con le proprie unicità e attraverso generi come la techno e il voguing si creano sottoculture che sfidano le convenzioni e promuovono l’inclusività. Queste pratiche attraversano lo spazio domestico, straripano nei locali e sovvertono le norme eterosessuali creando nuovi canoni di esistenza (Altri canoni, canoni altri, a cura di Ornella De Zordo, Fiorenzo Fantaccini): un’ estetica glitterata che rende visibile l’invisibile, ribalta la narrativa dell’isolamento domestico rivendicando uno spazio sia privato che politico.

Meteore Fest 2024 Roma Smistamento e Base Milano Ultraqueer
© Elena Zecchin, Seminate utopie

Dai club si invadono le strade: palcoscenico delle identità queer in cui l’azione collettiva del party si trasforma in una dichiarazione di esistenza e resistenza. L’invasione degli spazi pubblici, istituzionali, da Stonewall ai moti di liberazione degli anni Settanta, crea la marcia del Pride: manifestazione evidente della riappropriazione dello spazio urbano, in cui si esce dal rifugio per guadagnarsi la possibilità di non sentirsi in pericolo. È proprio la parata, nel suo senso di occupazione temporanea degli spazi, che sfida l’uso quotidiano dell’urbano trasformandolo in uno spazio di rappresentazione e un luogo di visibilità.

Meteore Fest 2024 Roma Smistamento e Base Milano Ultraqueer
© Pietro Agostini x Franca Fungo

La performance artistica diventa un mezzo per ridefinire e reinventare gli spazi: temporanea e fluida, si adatta e risponde al contesto in cui avviene, è un mezzo per introdurre nuove narrazioni, mettendo in discussione i ruoli di genere e le aspettative sociali legate all’identità sessuale. Il drag show, la danza, il teatro, permettono alle artiste di identificarsi o rappresentarsi in molteplici identità, creando momenti in cui la fluidità e l’ambiguità sono valorizzate piuttosto che scoraggiate. Per questo le pratiche artistiche partecipate trasformano lo spazio che, spesso escludente, non è di facile accesso a personalità e azioni non conformi.
Fare-queer è quindi anche utilizzare lo spazio come culla di un futuro alternativo: sognare e desiderare mondi migliori, non solo una fuga dalla realtà, ma un modo per immaginare e creare nuovi paradigmi di esistenza (Cruising Utopia, José Esteban Muñoz). Una volta invaso lo spazio urbano, quello diventa un territorio di riappropriazione e contestazione (La città femminista, Leslie Kern) che si storicizza e sedimenta negli archivi personali di tuttɜ, ridefinendo la città, seppur temporaneamente, come luogo inclusivo e accogliente. Palesare le proprie esistenze rende visibili le dinamiche di inclusione ed esclusione che modellano le città contemporanee, ma mappa anche alternative urbane di abitazione dei luoghi per cui la progettazione delle architetture si modifica di conseguenza per una comunità che viene esclusa dall’immaginario comune. È così che un evento diffuso sui territori, che si dirama temporaneamente nello spazio interrompendone la quotidianità ridefinisce lo spazio e il tempo, creando un momento di esistenza collettiva.

 

METEORE FEST – Lo spazio è queer

GIORNI E ORARI DI APERTURA
Opening Roma (Roma Smistamento) – Via Giuseppe Arimondi, 3
31 maggio | 1 giugno | 7 giugno | 14 giugno
dalle 18h00 alle 23h00

Opening Milano (BASE Milano) – Via Ambrogio Bergognone da Fossano, 34
21 giugno | 22 giugno | 23 giugno | 25 giugno | 28 giugno
dalle 18h00 alle 23h00 e dalle 15h00 alle 19h00 durante i workshop

Ingresso gratuito su prenotazione: https://spazio-smistamento.twmfactory.it/eventi/
Sostieni il progetto: https://www.produzionidalbasso.com

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