Niccolò “Mad.rioska” Riosa nasce a Milano, il 17 Luglio del 1992, ma cresce ad Arese (MI). Sin da giovane età, la famiglia decide di trasferirsi ad Arese in provincia di Milano. Li frequenta elementari, medie e il liceo Artistico “Lucio Fontana”. Questa scelta è determinata da un interesse verso gli studi di Architettura. Tuttavia in seguito a contrasti verso i professori del corso, decise di seguire Pittura. Dopo essersi diplomato, iniziò a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera. Qui termina il triennio con il massimo dei voti, tuttavia invece di continuare gli studi, decide di seguire un percorso individuale viaggiando per il Sud America, al fine di arricchire il proprio patrimonio artistico e culturale ed affinare le tecniche da “muralista”(da murales). Parallelamente, per scherzo nasce il nome “Mad.rioska” , suggerito da un amica, come gioco di parole tra Mad= pazzo e Rioska= Riosa. Tuttavia il termine “matrioska” a cui rimanda, rispecchia il concetto su cui si basa tutta la sua arte: cosi come il giocattolo russo è fatto di strati, così come gli esseri umani. Oggi giorno la società, sempre più superficiale, si basa sulla apparire e tutto ciò va a scapito di quanto possa essere profondo e interessante l’animo umano. Mad.rioska pertanto rappresenta in modo critico e satirico quei dettami e atteggiamenti superficiali che vengono sempre più considerati come apice della cultura/società.
Scrive di lui Pablo Bermudez (artista colombiano da anni a Como con all’attivo molte mostre importanti):
“Nicolò è convinto di essersi totalmente allontanato dall’architettura ma la verità è che nelle sue illustrazioni, la scomposizione dei corpi umani è fatta con la stessa metodologia con cui un architetto progetterebbe un edificio: il corpo umano viene scomposto a livelli partendo dalla superficie dermica e percorrendo a ritroso l’anatomia umana arrivando fino alle ossa. La struttura fisica viene smantellata, proprio come una matrioska russa e sotto il primo involucro, la pelle, troviamo, tra uno strato e l’altro, le fantasie più indegne dell’essere umano, tutto ciò che c’è ma non si dice, tutto ciò che si fa e non si racconta.
Qui dentro sotto la superficie possiamo osservare esplicitamente come in una tavola anatomica, cosa siamo veramente, senza censura né filtri, fino all’ultimo strato del nostro inconscio.
La pelle che a questo punto rappresenta il Super Io, il quale dovrebbe tenerci compressi come insaccati non regge più alla pressione dell’inconscio viscerale e si frantuma in un’esplosione di deliri e fantasie perverse come una Mad.rioska scoperchiata”.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Niccolò “Mad.rioska” Riosa per il nostro “T-Squirt Incontra” (CLICCA QUI per le altre intervista). Lo stesso artista ha realizzato per noi e per la nostra rubrica un disegno ad hoc. Buona lettura.
Ciao Niccolò e grazie per aver partecipato al nostro T-Squirt incontro con un tuo disegno e con questa intervista che ci permetterà di scoprire e di far conoscere come nasce la tua arte e come si evolve. La prima domanda è sul disegno che hai realizzato per noi, cosa ti ha ispirato?
Una bottiglia di vino e dei sensi di colpa. Il disegno vuole essere un allegoria dei cosiddetti scheletri nell’armadio.
Parliamo dei tuoi inizi. Quando nasce la passione per il mondo dell’arte?
Da piccolo, grazie a mio padre che ci raccontava storie, miti o leggende e nel frattempo le rappresentava su una lavagna. La mia preferita era l’Odissea e soprattutto un super disegno di Polifemo con l occhio cavato. Grande Francis.
Hai iniziato gli studi di architettura virando poi su pittura per contrasti con i professori. Questo episodio quanto ha inciso sul tuo percorso personale a artistico? Se potessi tornare indietro rifaresti questa scelta?
Devo dire che ha inciso, in quanto mi sono affacciato su un mondo a cui prima non avrei fatto caso e se devo pensare a qualcosa che cambierei nella mia vita di certo non cambierei questa.
Finiti gli studi decidi di partire per il Sud America, luogo in cui perfezioni le tue tecniche da “muralista” (murales). Quanto ti ha arricchito quest’esperienza? Cosa porti con te di quel viaggio?
Del Sud America mi è rimasto molto. Viaggiando e mettendomi in contatto con i vari artisti, ho trascorso un periodo di continua ispirazione, affrontando culture nuove e stili di vita differenti. Per esempio grazie allo STUDIO MAFIA di Buenos Aires ho iniziato ad apprezzare l’autoproduzione e il mondo delle fanzine. Appena sarà possibile vorrei tornarci sicuramente.
Come scrive Pablo Bermudez in una tua biografia, il mondo dell’architettura è presente comunque nei tuoi disegni. Ma come nasce il tuo stile? Quali sono stati i tuoi riferimenti e ci sono artisti a cui ti ispiri?
Lo stile si forma come il carattere di una persona, con la somma delle esperienze vissute. Quando studiavo al liceo mi sono legato molto al lavoro di artisti come OTTO DIX e la sua critica grottesca/ surrealista della società e alle incisioni del genere UKIYO-E giapponese. Inoltre sono stato molto influenzato da riviste come MAD.MAGAZIONE, i manga e alcune graphic novel.
Il tuo nome d’arte è Mad.rioska. Come nasce questo nome? In cosa ti identifica?
Questo nickname nasce da un gioco di parole con il mio nome. Inoltre la matrioska essendo un giocattolo composto da più strati vuole far pensare a non soffermarsi sulla mera superficie delle cose, ma ad indagare più nel profondo, per coglierne la vera natura.
Parliamo dei soggetti dei tuoi disegni. Un immaginario splatter tra il pornografico e l’underground. Senza fronzoli e sfumature patinate ma crudo e diretto. Come scegli cosa disegnare e cosa vuoi comunicare?
Per scegliere i soggetti mi rifaccio molto a film del genere PULP o BODY HORROR oltre allo stile dei maestri del genere ero-guru giapponese, il tutto condito con alcune esperienze del mio vissuto, sia reali, che oniriche e a fatti di cronaca. Il protagonista di questi disegni, non spicca nelle scene ed è spesso costituito dall orsacchiotto, spettatore inerme di fronte a questo show cruento.
Sebbene nell ultimo periodo mi sia concentrato su temi erotici, anche nei miei altri disegni volevo trasmettere metaforicamente quella sensazione di disagio/ inerzia che si prova di fronte a quelle situazioni del quotidiano che non siamo in grado di cambiare.
Tutti gli artisti che trattano l’argomento sessualità, erotismo o pornografia (a prescindere da come esse vengano declinate, descritte o disegnate) hanno problemi di censura sui social. Hai mai avuto problemi di censura ? Cosa pensi della censura sui social e più in generale sulla censura nel mondo dell’arte?
Si mi hanno segnalato un sacco di volte, però ci sono modi per evitare la censura ed alcuni come CHIOLE COMICS lo fanno benissimo, basta leggere le clausole. Non la condivido appieno questa censura e penso che prima o poi potrei aprire anche io un profilo su ONLY FANS.
A volte noto, magari sbagliando, una sorte di classificazione dell’arte. Come se disegnare qualcosa in un certo modo possa rientrare in un arte di serie b. Hai mai percepito diffidenza rispetto alla tua arte?
I gusti sono soggettivi e pertanto ho sempre messo in conto che trattando temi particolari avrei suscitato reazioni differenti.
Poi per quanto mi riguarda, mi piace molto sperimentare. In questo periodo ho provato ad affrontare il tema mostruoso/erotico, ma non credo di continuare a vita con questo stile.
Collegandomi alla domanda precedente, una delle arti considerate un po’ di meno (anche se a dire il vero è da un bel po’ di anni che viene assolutamente rivalutata, per fortuna) sono i murales. Tu ne hai realizzato un po’ ovunque: dall’Asia al Sud America. Come consideri i murales e cosa ti appassiona nel realizzarli? Come viene vissuta quest’arte nelle tante città e nazioni che hai visitato e in cui hai avuto la possibilità di realizzarne?
Non penso venga considerata meno, in quanto i graffiti e l’arte muralista hanno sempre fatto della cultura, sono sempre stati una forma d’arte, sebbene nel passato abbiano avuto fini differenti dalla propaganda. Oggi giorno influenzano sempre più mondi diversi, dalla moda, alla musica con la cultura HIP HOP e anche la pubblicità. Nel 21 secolo la street art era demonizzata e definita vandalismo, ma ormai molte città commissionano lavori per la riqualificazione urbana, inoltre Ex-writer sono diventati tra gli artisti più quotati di questo periodo.
Niccolò, grazie per averci dedicato il tuo tempo. Vogliamo concludere l’intervista con una domanda sul tuo presente e sul tuo futuro prossimo. Stai lavorando a qualche nuovo progetto? Cosa ti auguri per il tuo futuro di artista e quel è un sogno che vorresti realizzare?
Ho qualche progetto per le mani. A breve vorrei pubblicare una raccolta di illustrazioni erotiche ed avviare il mio e-commerce. Tanto altro invece è ancora un work in progress. Infine, appena possibile vorrei concentrarmi sulla pittura e in seguito riprendere a viaggiare e a fare murales più frequentemente.
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