Notti Bianco Fosforo, uno dei primi esperimenti con un racconto breve di Ermelinda Gallo. Un nocciolo di erotismo attorno al quale si sviluppano altri contesti, situazioni, tanto da scivolare verso il genere thriller, un po’ pulp.
Ermelinda Gallo ha deciso di donare una parte delle royalties a una onlus di Milano: lo Sportello Trans Ala Milano Onlus. Questa onlus si pone l’obiettivo di tutelare, supportare e difendere le persone Transgender, in un’ottica laica e a-politica. Un altro ottimo motivo per acquistare il libro che potete trovare sia in versione cartacea che digitale CLICCANDO QUI.
Di seguito il primo capitolo del libro.
Capitolo 1
Quel fiume puzzava.
Tutti i fiumi, secondo Pier, emanavano un cattivo odore, ma quello dell’Adige sembrava addirittura peggio degli altri.
Era un tanfo che non tutti riuscivano a percepire, ma le sue narici ci riuscivano eccome.
Glielo facevano arrivare fin dentro il cervello, nei suoi anfratti più oscuri. Dove uno di solito custodisce i ricordi tristi sotto chiave.
L’unica cosa che gli piaceva dei fiumi era vederli in piena, furiosi, gonfi d’acqua.
Guardarli durante le brutte giornate, quando il loro colore era uguale a quello del cielo, e anche a quello dei suoi pensieri chiusi a chiave.
Il fiume diventava come per magia una mandria di cavalli selvaggi, capaci di spazzar via in un attimo qualsiasi cosa fosse stata tanto sfortunata da trovarsi sul loro cammino.
E quella sera, dal Ponte Garibaldi, erano proprio degli animali imbizzarriti che gli sembrava di osservare.
Pier se ne stava appoggiato al parapetto, incurante della pioggia che veniva giù impietosa.
Forse era anche a causa del tempo se in quella città sembrava non esserci anima viva.
Nessuno potrà scambiarmi per un aspirante suicida, quantomeno!
E pensare che c’era qualcuno che aveva il barbaro coraggio di definirla “Città dell’amore”.
E per quale motivo?
Forse per due adolescenti che decidono di suicidarsi dopo tre miseri giorni di relazione platonica?
Sopravvalutata, la città quanto la tragedia shakespeariana.
Fanculo Shakespeare!
Fanculo anche all’azienda che aveva deciso di trasferirlo lì di punto in bianco.
La pioggia scrosciava sempre più forte e Pier, alla fine, fu costretto a togliersi di lì.
Incrociò una ragazza: i capelli biondi tutti bagnati attaccati al cranio, uno stupido trench oversize e lo sguardo chino per evitare le pozzanghere.
Lo oltrepassa di fretta, non lo guarda neppure.
La gente di lì gli sembrava l’unica cosa più fredda delle temperature e di lui.
Pier ripensa ad altri capelli biondi, respirati avidamente accanto a un altro ponte, al cospetto di un altro fiume.
«Che bel nome che hai, Bianca!»
«Come la Garufi, la musa di Cesare Pavese.»
«Allora tu potresti diventare la mia!»
Solo Bianca sarebbe riuscita a rendere meno gravosa la sua permanenza in quel posto infelice.
Non era bastato lasciare Roma per dimenticarsi di lei, e forse nessun posto sarebbe stato sufficientemente lontano per non avvertirne la presenza, nei vicoli bui, nelle espressioni dei passanti.
Persino la biondina scialba incrociata un attimo prima: se non fosse stata così bassa e mingherlina gli avrebbe potuto concedere la fugace illusione di trovarsi di fronte alla sua Bianca.
«Tu non hai un sorriso normale.»
La risata dopo quel “Vaffanculo stronzo” che era seguito al suo complimento impacciato…
Quella cazzo di risata continuava a sentirla risuonare nell’aria, anche dopo tutti quei giorni, a chilometri di distanza.
Persino in quel triste cimitero sorto attorno al talamo funebre di Romeo e Giulietta.
«Lo prendo come un complimento! Dopotutto, solo alla gente noiosa piacciono le cose normali.»
«Normale fa rima con banale.»
«E anche con altre cose, ma non farmi essere volgare, sennò altro che poetessa! Non ci conosciamo ancora abbastanza bene.»
In effetti, l’aveva incontrata solo venti minuti prima al bancone di quel vecchio bar di merda a Trastevere.
Dopo la mezzanotte, ma tanto dal momento in cui Bianca gli aveva sorriso, il tempo aveva smesso di scorrere.
Per i comuni mortali era trascorso un mese da quella notte, ma non per Pier.
Il 20 novembre era passato, per tutti gli altri, ma non per lui.
Solo che forse gli serviva ancora un po’ di tempo per rendersene conto.
Biografia Ermelinda Gallo
Ermelinda Gallo, sui social conosciuta come MetaLinda, copywriter, ghostwriter, vari writer, con la passione per la scrittura. Negli ultimi due anni ha curato un blog dedicato alla sessualità e alle relazioni. Quando non scrive, si diverte a dare sfogo alla sua vena comica. Dal 2022 collabora al progetto artistico-umanitario della cantante e attivista per i diritti umani Benedetta Paravia “Women in Love”, contro le mutilazioni genitali femminili. Ha diversi progetti in cantiere, anche se un po’ le dispiace di averli in un Paese dove il ministro che si occupa di cantieri e similari è Matteo Salvini. Notti Bianco Fosforo è il suo primo racconto breve pubblicato sia in versione cartacea che digitale.
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Instagram: meta_linda

Condivisione Rumorosa di arte erotica ricercata e sconosciuta, di sontuosa volgarità e raffinata pornografia.