Per il decimo appuntamento di Ink T-Squirt abbiamo il piacere di intervistare e ospitare le opere di Nunzio Enrico Bonina.
Nato a Messina nel 1986, dopo il liceo classico studia architettura alla Sapienza di Roma e parallelamente cresce in lui la passione per il disegno, nata sui banchi di scuola e mai abbandonata. Sempre a Roma trova il primo lavoro in uno studio di architettura, occupandosi per due anni di allestimenti museali. Lascia la capitale per trasferirsi a Torino e proseguire gli studi al Politecnico, conseguendo la Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio.
Non abbandona, però, la pratica del disegno, e ai temi geometrici astratti, sviluppati su vari supporti e con diverse tecniche, si affianca quello delle illustrazioni erotiche, spesso ambientate in interni nei quali spiccano, oltre alle figure femminili, libri, quadri e calici di vino. Ha partecipato a cinque mostre collettive nella sua città di origine, dove vive e lavora come architetto e grafico. (Aya-Waska, Giugno 2018, Dalek Studio – Be-art, Dicembre 2018 – Be-Art, Agosto 2019 – [Di]stanze del desiderio, Dicembre 2019, LeRetro Studio – Vittoria Pomeriggio d’arte, Giugno 2022, Sunset). Alcuni disegni e interviste sono stati pubblicati recentemente sulle riviste Picame Mag, Cultura Inquieta, Normanno.
Ciao Nunzio e grazie per aver partecipato al nostro “INK T-Squirt” con un tuo disegno. Partiamo proprio da questo. Cosa ti ha ispirato nella realizzazione del disegno?
Ciao, innanzitutto grazie a voi per avermi coinvolto! Le vostre t-shirt sono fighissime e questa che ho riprodotto mi ha ispirato perché riguarda un tema veramente nuovo, che fino a qualche anno fa, prima degli smartphone, non esisteva. L’ho voluto collocare in un dialogo dal vivo tra due persone e quindi totalmente all’opposto del sexting.
Quando nasce la tua passione per il disegno? Ricordi il tuo primo, o i tuoi primi, approcci a quest’arte?
Posso dire di aver iniziato ai tempi della scuola media. Sono sempre stato circondato dall’arte, la casa della mia famiglia è piena di quadri e mia madre dipinge. A quell’epoca ho frequentato alcuni corsi di pittura tradizionale, anche se la tecnica non mi ha mai preso davvero. Ho iniziato a disegnare più assiduamente ai tempi del liceo e poi all’università.
Dal liceo classico agli studi di architettura con tanto di specializzazione. In questi anni non hai però mai abbandonato la tua passione per il disegno. Come si è evoluta in questi anni la tua tecnica?
Sono quasi del tutto autodidatta, ma gli anni dell’università sono stati utili perché, nonostante si stesse diffondendo sempre più il disegno al computer con Autocad e Photoshop, ho comunque fatto diversi esami di disegno tradizionale che mi hanno insegnato un po’ di prospettiva, di acquerello e di disegno dal vero.
Immaginiamo che la tua evoluzione artistica passa anche da fonti d’ispirazione che con il tempo magari sono ampliate o variate. Qual era e qual è la “bacinella” dove il tuo immaginario trova terreno fertile?
Probabilmente il fatto che molti dei miei disegni siano ambientati dentro interni popolati di quadri e libri deriva dal fatto che nella mia casa di famiglia questi due elementi erano veramente protagonisti delle pareti, poi, negli anni dell’università e con la professione, a questo immaginario si è aggiunto quello della costruzione dello spazio domestico e della passione per gli interni.
Abbiamo avuto il piacere di conoscerti su Instagram. Qui abbiamo per la prima volta ammirato il tuo erotismo geometrico e aggiungerei raffinato. Apprezzo particolarmente la tua tecnica e i tuoi disegni. Sono diversi rispetto ad una quantità infinita di immagini erotiche che vediamo sui social. Perché, o cosa, ti ha avvicinato all’erotismo?
Sicuramente una fortissima influenza me l’hanno data i fumetti, mio padre infatti li ha sempre collezionati e gli albi con le tavole dei grandi maestri come Hugo Pratt o Milo Manara mi hanno formato per quanto riguarda il disegno delle figure femminili e per l’immaginario erotico.
In questi disegni si nota spiccatamente la tua preparazione universitaria. I dettagli minuziosi delle stanze sono dei veri e propri allestimenti. Ci sono degli elementi che ti piace particolarmente inserire nelle tue opere. Come il vino, i libri, etc. C’è un motivo particolare o è una scelta estetica?
Come dicevo si tratta degli oggetti che insieme ai quadri da sempre fanno parte della mia vita, e poi i libri come nessun’altro oggetto sono in grado di dare calore autentico a un ambiente, a volte è quasi inquietante entrare in una casa e non vedere nemmeno un volume sulle pareti. Non sono un grande fan del minimalismo, sono piuttosto un massimalista in questo senso. La presenza dei calici di vino invece deriva dal fatto che negli anni dell’università a Roma ho lavorato a lungo in un wine-bar, un’esperienza che è stata quasi come la mia seconda laurea.
Ritornando ai social. Cosa ne pensi di queste piattaforme legate all’arte? E qual è il tuo pensiero sulla censura o, se vogliamo, sulle loro linee guida stringenti riguardo il nudo?
Penso sia un tema molto complesso, molto spesso vedo stories di famosə illustratorə cui hanno rimosso i post o addirittura chiuso l’account pur trattandosi di contenuti con scene non esplicite e soprattutto di semplici disegni, quando, invece, circolano tranquillamente post virali molto più espliciti o con scene violente che non subiscono alcuna censura. A me fortunatamente non è mai capitato di subire censure sui social network.
Hai partecipato a cinque collettive, pubblicato su riviste molto seguite. C’è un sogno ancora non realizzato come illustratore?
Per restare in tema, dato che un piccolo progetto sull’etichetta di un vino l’ho già fatta, mi piacerebbe molto lavorare alla copertina di un libro.
Lavori come architetto e grafico, riesci facilmente a coniugare il tuo lavoro con la passione per il disegno? Quando trovi il tempo per realizzare le tue opere?
Diciamo che la mia occupazione principale è assolutamente quella di architetto, per la quale collaboro con uno studio con i classici orari da ufficio che non lasciano troppo tempo ai progetti personali, ma generalmente riesco a gestire la parte di disegno e di grafica nei weekend e la sera.
Nasci a Messina, hai studiato a Roma, hai vissuto e lavorato a Torino e ora sei ritornato nella tua città. Cosa ti hanno dato, se qualcosa ti hanno dato, queste tre città a livello personale e per la tua arte?
Gli anni di Roma e di Torino mi hanno dato enormi possibilità di vedere musei e mostre che in Sicilia non sono così frequenti, sia per quanto riguarda i grandi artisti sia per quanto riguarda le collezioni permanenti entrambe le città sono tra le più attive a livello internazionale e questo sicuramente è stato fondamentale per la mia formazione.
Nunzio, noi ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato. Concludiamo quest’intervista chiedendoti del tuo futuro. Stai lavorando a nuovi progetti o hai idee momentaneamente solo nella tua testa che vorresti realizzare?
Sono io a ringraziarvi sia per l’intervista sia per il lavoro che fate! Ho diversi progetti e collaborazioni a cui sto lavorando e spero che altri ne verranno!
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