To Rome with gay love: i quartieri gay di Roma

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Il nostro tour dei quartieri gay di Roma non poteva che partire dal centro storico. Di Roma è stato detto “le persone sembrano amare con più entusiasmo, uccidere con più fantasia, sottomettersi ai bisogni creatori più spesso, e perdere il senso della logica più facilmente che altrove”, ed è tutto assolutamente vero! Chiunque abbia avuto il privilegio di visitare il centro storico di Roma avrà percepito l’animo inquieto della città. Roma è dramma; il suo intricato groviglio di facciate ocra è stato sfondo di atroci delitti e fugaci passioni consumate in una sola notte. Forse manco quella, famo 15 minuti!
 
Nel cuore del centro storico, non a caso, già dai tempi della dolce vita, c’erano due famosissimi battuage, in cui si svolgeva la nightlife dei frocy (si, soltanto loro, siamo negli anni 50, al massimo c’era qualche travestito). Nascosti tra le rupi del Monte Caprino o tra gli alberi del Galoppatoio di Villa Borghese, si aggiravano ragazzi discreti che cercavano di interpretare le altrui intenzioni. I più fortunati rimediavano una botta e via, magari con un uomo elegante che gli lasciava qualche spicciolo. All’epoca non c’era molta differenza tra rimorchio e prostituzione. I più sfortunati avevano un posto nei necrologi.
 
Oggi invece il cuore della nightlife frocya del centro storico è la gay street. Luogo dal nome evocativo ma che, in realtà, è 200 m di strada tra il bar delle lelle e il Coming Out Bar. La serata si svolge giudicando gli altri, ma con il Colosseo come sfondo! Un po’ come facevano gli imperatori con i gladiatori. Una volta, anche lì, si poteva fare battuage nel vicino Colle Oppio. Una nostra penna, ad esempio, è riuscita a farsi fare un pompino dietro un rudere della Domus Aurea, mentre un clochard cingalese guardava. Ovviamente Schifato.
 
Adesso la Raggi fa chiudere il parco durante la notte. Gli sarà arrivata una lettera di protesta da un clochard anonimo.

Illustrazione Lupa Capitolina, Roma. Quarti

Continuiamo il nostro tour dei quartieri gay di Roma spostandoci verso sud. Il Quartiere Appio-Tuscolano ha una fauna molto variegata, che accontenta un po’ tutti i gusti. 

La Tuscolana è, innanzitutto, conosciuta per le schiere di studenti fuori sede di Tor Vergata, scappati dai loro paesini di provincia. Roma diventa il luogo perfetto dove potersi esprimere liberamente, scoprire meglio se stessi e la propria sessualità, spesso cadendo preda di qualche daddy. Molti di questi sono attori, che per molti anni hanno cercato di sfondare a Cinecittà, ma che nella vita hanno sfondato solamente qualcos’altro. 

Poi troviamo le commesseh di periferia che, dai loro appartamenti fatiscenti e con i mobili anni 50, si atteggiano a dive nella grande città. Di giorno vivono in centro, tra via del Corso o la Rinascente. Di sera, si ritrovano tutteh sulla metro A di rientro a casa. Le riconoscete subito dalla divisa: tutta nerah! In metro non si guardano neanche negli occhi, ma sono più concentrateh sul loro smartphone per ordinare l’home delivery (su Grindr). Nel weekend, le ritrovate tutte insieme a ballare a Latte Fresco, al Giam o al Mucca, ubriacheh mentre si lamentano dei clienti. 

Ma non dimenticatevi di una delle attrazioni più importanti della zona: il Parco degli Acquedotti! Il luogo di cruising per eccellenza, spesso insospettabile, dove si aggirano etero curiosi e guardoni. 

Andando verso l’Appia, la fauna varia. L’affitto è più alto e, quindi, è facile trovare giovani lavoratori, freschi di laurea, ma… anche molti escort! Se aprite Grindr tra San Giovanni e Colli Albani trovate solamente loro.

Ma non disperate! Dopo esservi consolateh con un buon tiramisù da Pompi, potete tentare la sorte nei cruising bar e saune vicino la Coin di San Giovanni: magari riuscite a rimorchiare qualcuno che non vi chieda il conto a fine serata! 

Illustrazione Cinecittà, Roma. Quartieri gay della capitale.

Abbiamo anche quartieri gay per le persone più alternative! Cos’hanno in comune SOHO, Chueca e Schöneberg? Beh, sono tutti e tre quartieri piuttosto centrali, caratterizzati da un alto livello di “riqualificazione sociale” e… pieni zeppi di FROGY!
Anche Roma non è da meno e, come le altre capitali europee, ha voluto avere il proprio quartiere alternativo dal retrogusto radical, ma sotto sotto molto chic. Diciamo che un po’ gli è riuscito, ma… alla romana!
Et voilà Pigneto e Torpignattara!

Pigneto è quella striscia di terra tra la Casilina e la Prenestina dove, se non esponi una foto di Pasolini al muro, non ti permettono di aprire un locale. Un quartiere in continua evoluzione, dove l’arrosticino ignorante vince ancora sul sushi. Se vi trovate a passeggiare per la via pedonale, un must è la visita dietro la tenda a vulva glitterata di Tuba, che cela il segreto del vero orgasmo femminile.

Scendendo più in basso, prima del caratteristico ponte dei selfie molto indie, troviamo una pietra miliare, che tutt’ora resiste alla gentrificazione spietata e all’aumento dei prezzi: Rosi. Narra la leggenda che con un Negroni da 4 sbleuri ci stai brill* per almeno due terzi di serata. Al terzo Negroni cominci a parlare con Pasolini in persona, che ti inviterà a una seratina sbrago di Lega Pop o UDKD al circolo ARCI Sparwasser.

L’ultima frontiera, però, è oltre la street art dei vicoli della Marranella: Torpignattara. Famoso in passato per vicende non troppo simpatiche, questo quartiere cosmopolita, al momento salvo dalla gentrificazione sfrenata del circondario, pullula di hijab coloratissimi, odori forti e rovine romane. È un quartiere molto pop, nel senso di popolare, come le case che vi si trovano. Se non si è interessati a fare una capatina a Villa de Sanctis, la Torpigna by night offre un’ampia scelta di ristorantini e localetti etnici dove sorseggiare anche la birra locale: la Hoppignattara. Se portate la vostra nuova conquista a Eurobangla al primo appuntamento, vi darà il culo in pochissimi secondi (anche se onestamente non so quanto convenga dopo aver mangiato cucina bengalese: choices).

L’abitante tipo che si trasferisce in questi quartieri ha di solito almeno un dread, utilizza solo sportine di juta e va almeno una volta al mese di nascosto al Mc Donalds, all’incrocio con Acqua Bullicante. Di solito, le professioni tipo degli abitanti del quartiere sono agricoltore biodinamico, dj di musica technofolk e operatore di ONG coinvolte in Mafia Capitale.
Insomma, cosa aspetti? Vieni anche tu a gentrificare Roma Est!

Illustrazione Tangenziale, Roma. Quarti

Per l’ultima tappa del tour dei quartieri gay di Roma atterriamo ad Ostiense.

Ostiense è Piramide Cestia, Gazometro e selfie di cattivo gusto al cimitero acattolico. Il quartiere è una Brooklyn Wanna be: abbiamo gli edifici di epoca industriale, moderna e antica, gli hipster, Sandra Marchegiano, 2 Broke Girls, ma non abbiamo New York!

Il quartiere è infestato di studenti di Roma 3 che si moltiplicano più velocemente delle piattole nelle loro mutande. Dai su… lo sappiamo tutti che le matricole non si lavano! E come le piattole portano sempre il prurito, gli studenti hanno portato aperitivi a buffet e ristoranti di sushi all you can eat!

In estate gli studenti spariscono, per lasciare posto ai turisti tedeschi. Questi prendono una camera vicino il trenino per Ostia Beach e ovviamente anche loro hanno le piattole! Dormono nei letti che erano degli studenti. In sostanza ad Ostiense hanno tutte le piattole!

Ma perchè Ostiense è un quartiere queer? Innanzitutto, è il cuore dell’attivismo arcobaleno della capitale, qui hanno sede il Circolo Mario Mieli e l’Arcigay.

Negli anni 90, nell’ex mattatoio di Testaccio, nacque la Muccassassina, che si chiama così perché gli attivisti dell’epoca pensarono che le mucche macellate cercassero una rivalsa, come gli omosessuali volevano rivalersi sulla società che li emarginava.

Ora, invece, Ostiense accoglie il GIAM, la serata gay romana del sabato sera: dopo essersi incontrati tutti alla gay street e aver bevuto qualche drink (per non arrivare troppo sobrieh in pista), ci si dirige tutti insieme all’Alphaeus. Claudia Salis è la principale attrazione: lei non rinuncia mai a salire sul palco del GIAM, con la sua famosa pelliccia, insultando tutte le “brutte froce malvestite”.

Illustrazione Gazometro, Roma. Quartieri gay della capitale.

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