Il panorama mediatico, artistico e pornografico contemporaneo è ancora inquinato da secoli di male gaze, che oggettifica e feticizza corpi e soggettività altre rispetto al maschio bianco abile cishet.
QUEER PANDÈMIA ha una sola soluzione a un immaginario così piatto, svilente e anacronistico: rivoluzione queer. Il queer gaze contamina sguardi e immaginari a partire dalla riappropriazione dei corpi, costellato da singolari modalità di espressione ed erotizzazione di questi.
Queef magazine ha scelto di stare al fianco di QUEER PANDÈMIA nella lotta alla conquista di una sempre maggiore libertà personale e sessuale, nell’erotismo e nella pornografia.
Per QUEER PANDEMIA abbiamo avuto l’enorme piacere di intervistare Edoardo Saolini – Responsabile Comunicazione TWM Factory – e Carlo Battisti – Vicepresidente e Direttore Artistico TWM Factory per scoprire più da vicino visioni, propositi e desideri di contaminazioni utopiche del progetto più queer dell’anno. A loro un grazie di cuore per il tempo che ci hanno dedicato del realizzare l’intervista. VI aspettiamo tutt3 da Base, dal 22 giugno al 2 Luglio.
Dal 22 giugno al 2 luglio, BASE Milano (centro culturale di Milano), ospiterà QUEER PANDÈMIA – Contaminazioni artistiche di altro genere, un progetto dell’Associazione Culturale TWM Factory.
Iniziamo dalle note dolenti. Lo scorso anno con ULTRAQUEER siete stati presenti a Roma, che invece quest’anno non vi ha dato la possibilità di esporre il vostro progetto. Quali sono le motivazioni e qual è stata la vostra reazione?
Ci siamo interfacciat3 con istituzioni pubbliche e private, vecchie e nuove conoscenze, ma a Roma è mancato il coraggio di prendere una posizione netta su quelle tematiche che oggi più che mai sono in controtendenza nei confronti delle posizioni e delle azioni dell’attuale governo. Roma ci ha un po’ tradit3: una narrazione non lineare e così forte ha spaventato tutte quelle istituzioni che in maniera diretta o indiretta dipendono dai fondi pubblici, interrompendo un percorso iniziato lo scorso anno con ULTRAQUEER. La sensazione è che la repressione culturale sia iniziata anche indirettamente.
Ed eccovi quest’anno a BASE, come è stato raccolto il vostro progetto?
BASE, come centro culturale, rispecchia le esigenze del territorio, svolge azioni di prossimità e interpreta le necessità delle comunità marginalizzate e che subiscono una coercizione continua. Il progetto, spiega Linda Di Pietro, direttrice artistica di BASE Milano, si inserisce in “una serie di azioni di decanonizzazione degli spazi attraverso l’abitazione di corpi e usi queer.” Fin da subito abbiamo immaginato insieme un progetto che potesse diventare un momento importante di confronto su Milano.
Quali sono i propositi di QUEER PANDÈMIA?
La mostra racconta pratiche all’apparenza estranee, mostruose e spaventose attraverso la valorizzazione delle pratiche artistiche contemporanee ed emergenti.
QUEER PANDÈMIA si riappropria di tutte quelle narrative con cui vengono usualmente additate le soggettività LGBTQIA+ e celebra tutte le identità, in particolare quelle emarginate, escluse o temute.
L’immaginario su cui si fonda la mostra è situato nel collegamento tra il mondo queer e quello della malattia. È un’intersezione che spesso popola le retoriche trans-omofobiche nella politica e nei media; un archetipo che risale all’epidemia di HIV- AIDS degli anni Ottanta, in cui ha prevalso la conformazione di uno stereotipo che ci considera un problema nocivo e in espansione, un pericolo che si diffonde come la peste e che dev’essere eradicato e curato. Noi vogliamo riappropriarci di questa narrativa, trasformandola in un dispositivo che racconti positivamente l’incontro e il contatto con l’Altro, l’apertura e il cambiamento.
Ci sarà una mostra con oltre 60 artist3, frutto di una call che avete realizzato nei mesi scorsi, che ha contato la partecipazione di ben 250 candidat3. Ma quali sono stati i vostri parametri nella scelta dei lavori?
Il progetto si propone come una vera e propria ricerca scientifica, partecipata e dal basso, cercando di mostrare nella maniera più verosimile possibile quella comunità marginale di identità minoritarie che ha più necessità di rappresentazione e che vuole prendere parte a una nuova narrazione; vogliamo raccontare il fermento artistico e intellettuale dei margini, materia vibrante pronta a introdursi, invadere, proliferare e contaminare la cultura e l’arte contemporanea.
Abbiamo scelto fra oltre 250 candidature quelle pratiche che incentravano le loro riflessioni sulla riappropriazione degli spazi e celebrazione di tutte le identità, in particolare quelle più mostruose e oscure. Una prima fase della valutazione è stata fatta dal team curatoriale di TWM Factory, un gruppo multidisciplinare che spazia dall’architettura al design, dalla grafica alla fotografia e all’arte contemporanea. Un peso considerevole nella valutazione è stato poi aggiunto da una giuria esterna, che ha visto il coinvolgimento dei partner di progetto. Ad ogni sezione della call (fotografia, arte contemporanea, design e illustrazione) corrispondeva un partner specifico.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla mostra, quali visioni e quale immaginario sarà presente?
La selezione di opere spazia dalla videoarte alla fotografia, dal design alla pittura, dall’installazione alla scultura, in una molteplicità di linguaggi che interpretano immaginari ibridi tra mondo vegetale, animale e digitale. Le identità queer proliferano come germi, si riproducono e si moltiplicano invadendo la realtà, introducendosi negli spazi e nei media, fiorendo e sbocciando in un centinaio e poi un migliaio di sessi: noi vogliamo raccontare questa contaminazione di espressioni. Come una pianta infestante che crea nuova vita al suo passaggio, le pratiche artistiche queer contemporanee presenti in mostra raffigurano come le estensioni del corpo – delle identità, della sessualità – creano nuovi modi di fare mondo: protesi, trucchi, cross-dressing, accessori ibridi.
QUEER PANDÈMIA non è solo una mostra. Ci saranno dibattiti, interviste, confronti; una rassegna ricca di iniziative, insomma. Premesso che letto il programma riteniamo che siano tutte interessanti allo stesso modo, quali sono secondo voi gli eventi da non perdersi assolutamente?
QUEER PANDÈMIA non sarà solo mostra, ma una rassegna ricca di eventi che abbiamo diviso in: Ultraspazi, Ultracorpi e Ultralingua. Momenti di approfondimento e confronto necessari al supporto dell’intera iniziativa e fortemente voluti come momento di libera espressione. Assolutamente da non perdere l’opening del 22 giugno, gli eventi con Factanza e Tlon il 23, con Medicina Inclusiva di Edoardo Mocini del 25 e con Kabul Magazine il 27 a chiusura della rassegna. Fra i vari ospiti: Pierluca Mariti, Isabella Borelli e Marina Cuollo.
A che punto siamo in Italia con i diritti della comunità LGBTQI+ e con la visibilità della comunità queer? Quali sono i motivi per cui si hanno difficoltà a riconoscere alcuni diritti?
Il fatto stesso che non siamo riuscit3 a realizzare il progetto a Roma, la Capitale, è il sintomo di una retrocessione nei confronti di tutti i diritti civili. Non è nuova la percezione che il nostro Paese sia il fanalino di coda per i diritti LGBTQIA+ in Europa. Mentre negli altri Paesi dell’Unione si riconoscono sempre più diritti alle persone trans e alle famiglie omogenitoriali, in Italia abbiamo una destra al governo che non solo prova a cancellare la nostra esistenza dalla rappresentazione, ma porta avanti continue azioni di odio a discapito dei figli delle famiglie omogenitoriali, dei ragazzi e delle ragazze trans nelle scuole, e strumentalizza l’intera comunità a favore della sua propaganda. All’opposizione, invece, troviamo una sinistra sempre meno forte, permeata da quell’ipocrisia moralista che non gli consente di assumere una vera posizione di lotta. Ci auguriamo che con il cambio generazionale delle nuove cariche il vento cambi davvero.
Crediate sia possibile in qualche modo che anche chi è restio a certe tematiche possa visitare QUEER PANDÈMIA e aprire la mente sulle tematiche che affrontate?
La mostra e la rassegna sono pensate come spazio di rappresentazione. Per quanto gli obiettivi primari non siano didattici e pedagogici, il nostro è un forte grido che urla: “noi esistiamo, siamo qui! Siamo uno e siamo cento.”. Vien da sé che la rappresentazione di tutte quelle identità, pratiche e sessualità che divergono dai canoni binari ed eteropatriarcali, possano sconvolgere anche l’interno della comunità stessa; ma crediamo che spesso proprio dallo shock possano nascere le riflessioni più profonde e la messa in discussione dei paradigmi a cui siamo sempre stat3 abituat3.
Quali difficoltà avete trovato nel realizzare QUEER PANDÈMIA e quali soddisfazioni invece avete trovato lungo il percorso che vi porterà al 22 giugno, giorno dell’inaugurazione?
Senza tornare sul capitolo Roma, ovviamente i nostri intenti, già chiari nel nome del progetto, non hanno reso facile la ricerca di sponsor e realtà che potessero sostenerci anche economicamente. QUEER PANDÈMIA si fonda anche su un contributo volontario nei confronti della nostra associazione. Abbiamo infatti realizzato una serie di prodotti che hanno il solo scopo di sostenere l’intera iniziativa. Dobbiamo però ringraziare tutta la comunità, i collettivi, le associazioni e quelle piccole e medie imprese che hanno deciso di aiutarci. Tutte realtà fondate e portate avanti da persone della comunità che con contenuti, partnership e sponsorizzazioni hanno reso possibile questo ambizioso progetto con un contributo reale e significativo. Questo ci ha riempito il cuore di gioia, ci siamo sentiti stretti in un grande abbraccio. Primi fra tutti: Edizioni Tlon, NOYB Wear, Espressoh, Medicina Inclusiva e Pibiesse; ma anche Ottn Project, Arcigay Milano, CCO Mario Mieli e le librerie Leporello e Antigone.
Il progetto è a cura di TWM Factory, un’associazione culturale dedita alla realizzazione di mostre ed eventi artistici per l’affermazione culturale di Roma. Nel 2022 è avvenuta la prima edizione di ULTRAQUEER. Cosa vi ha spinto a cambiare “obiettivo” e “tematiche”? Pensate sia possibile un ritorno dell’evento su Roma?
Il 90% dei soci di TWM Factory sono persone gay, queer e gender non conforming. ULTRAQUEER e QUEER PANDÈMIA nascono come perfetta intersezione tra l’industria creativo-culturale e le pratiche artistiche queer. Fortunatamente la rassegna non abbandonerà del tutto Roma perché durante l’estate sarà visibile presso la libreria Leporello una parte del book display come quello esposto a BASE Milano, con oltre 25 libri fotografici sui corpi queer. Inoltre ULTRAQUEER collaborerà con Spazio Fontanella a una mostra che farà parte della rassegna, che presenterà dall’11 al 13 giugno le fotografie di Ziyu Wang, le installazioni sonore di LIM e i testi di Diletta Bellotti, a cura di Tomas Ayerbe Lombardi, Alberto Agosti e Camilla Rocca. Le fotografie di Ziyu Wang verranno poi trasportate a Milano per prendere parte a QUEER PANDÈMIA a BASE. Speriamo di riportare nella nostra città l’intero progetto il prossimo anno.
Cosa vi aspettate da QUEER PANDEMIA?
Ci aspettiamo una grande partecipazione da tutta la comunità e gli alleati. Speriamo di costruire un nuovo spazio sicuro dove poter dar vita a riflessioni e dibattiti, per stimolare e stimolarci verso nuovi orizzonti. Ci auguriamo che il libro QUEER PANDÈMIA. Contaminazioni artistiche di altro genere (sintesi del progetto), edito da Edizioni Tlon, possa arrivare anche a chi non avrà la possibilità di visitare la mostra a Milano.
Un’ultima domanda. Faccio finta che dovete convincermi o farmi venire la voglia di partecipare come visitatore a QUEER PANDÈMIA. Quali argomenti usereste? Perché non dovrei perdermi la mostra o i vari dibattiti?
Se non vi abbiamo convinto fino ad ora sarà difficile trovare altre argomentazioni, ma vogliamo dirvi che QUEER PANDÈMIA è un progetto per scoprire tutto ciò che è diverso e al contempo uguale a noi. Un momento che può passare dallo stupore alla meraviglia, non solo osservando le opere e partecipando ai dibattiti, ma anche con tutti i momenti di festa organizzati in alcune serate della rassegna. Primo tra tutti, quello dell’opening del 22 Giugno con i dj di Vitamina Milano.
Ragazz3 grazie per il tempo che ci avete concesso nel realizzare quest’intervista e un grande in bocca al lupo per QUEER PANDEMIA.
Grazie a Queef per le domande, per averci dato lo spazio per raccontarci e per il supporto, vi aspettiamo tutt3 a Base Milano!
Contatti
Sito: ultraqueer.it – twmfactory.it
Instagram: instagram.com/ultraqueer.art instagram.com/romasmistamento/
Biglietti opening:CLICCA QUI
ORARI
Dal Lunedì alla Domenica – compreso festivi – dalle 16.00 fino alle 20.00*
salvo eventi serali*
TICKET
dal 22 al 24 Giugno 8€
PRIDE TICKET*
*in occasione della pride week
dal 25 Giugno al 2 Luglio 12€
I biglietti sono acquistabili al botteghino
o disponibili in prevendita su DICE
DOVE
BASE Milano
Via Bergognone 34
Milano 20144
Condivisione Rumorosa di arte erotica ricercata e sconosciuta, di sontuosa volgarità e raffinata pornografia.