Tsquirt incontra, intervista a Renato Buontempo

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© Renato Buontempo
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Renato Buontempo è nato a Napoli negli anni ’70 e già dagli anni ’80 inizia a fare fotografia, quando le macchine fotografiche erano pesanti e non era cool portarle dietro e usare la pellicola.
Non studia arte, non sa completamente disegnare, ma i genitori lo obbligano spesso ad andare alle mostre e nei musei di tutta Europa.
Rimasto folgorato dalla fotografia di moda degli anni ’90, si è ormai trasferito a Milano e inizia finalmente a studiare e praticare seriamente la ritrattistica e il nudo artistico dal primo decennio degli anni 2000 quando, siccome è pigro come pochi, si diffonde la fotografia digitale.
Da sempre persegue una immagine estetica del corpo (femminile, ma non solo) che ripercorre un po’ tutte le epoche della storia dell’arte e cerca di controllare attentamente la resa glamour ed erotica del soggetto: sa che i contrasti funzionano.
Ho avuto il piacere di ospitare Renato Buontempo nella la rubrica “tsquirt incontra” con le sue parole frutto dell’intervista che segue e con i suoi splendidi scatti, alcuni dei quali realizzati per tsquirt con una delle t-shirt cult del brand.

Renato Buontempo
Renato Buontempo



Ciao Renato, è un grande piacere per me intervistarti per la rubrica “tsquirt incontra”.
Colgo l’occasione anche per ringraziarti per gli scatti che hai realizzato per me. Prima di addentrarci nella tua arte, la mia curiosità riguarda la nascita della tua passione. Qual è stato il tuo primo approccio alla fotografia? Ricordi le tue prime foto e cosa amavi fotografare con i tuoi primi rullini?
Ah beh, ricordo bene, intanto ero l’unico ad avere una reflex, regalatami da mio padre quando l’ha cambiata e ovviamente fotografavo le mie compagne di scuola durante le gite o le feste e in viaggio facevo i miei “reportage”. A differenza del disegno, ad esempio, la fotografia è stata sempre per me un “gesto” naturale e, sebbene non avessi avuto sin da subito tanta consapevolezza tecnica, avevo un discreto occhio per la composizione.

Fotografia di Renato Buontempo per tsquirt
© Renato Buontempo – Fotografia x tsquirt, t-shirt Mi Sego

Inizi come fotografo autodidatta ma poi negli anni 2000 decidi di studiare. Qual è stato il passaggio che ti ha fatto propendere verso questa scelta?
Sono una persona molto curiosa e mi interesso di tante cose, forse troppe; avevo bisogno di concentrare le mie energie su qualcosa e magari qualcosa che mi riuscisse meglio rispetto a tante altre.
Mia moglie mi ha dato una grande spinta ed incoraggiamento: ho deciso così di superare la mia proverbiale pigrizia e abitudine a procrastinare e mi sono “lanciato” a capofitto nello studio della ritrattistica e della fotografia di studio, con uso dei flash.

Fotografia di Renato Buontempo
© Renato Buontempo



Durante la tua crescita professionale, hai avuto dei punti di riferimento a cui ti ispiravi?
Certamente, prima di tutto l’arte figurativa in generale, dalla statuaria classica alla pittura rinascimentale, moderna e anche contemporanea: le rappresentazioni iconografiche, ad esempio, mi hanno sempre colpito ed attratto in maniera particolare, tanto da desiderare di riprodurle in qualche modo.
In ambito fotografico, invece, la fotografia di moda dagli anni ’60 agli anni ’90, che prediligo e poi, molti riferimenti nella fotografia fineart e di nudo artistico: ad esempio autori come Weston, Brandt, Newton, Paolo Roversi e tanti altri. Tutto questo mi ha portato ad avere riferimenti molto altri, che mal si adattano alla mia insicurezza.

Fotografia di Renato Buontempo
© Renato Buontempo

Quando e perché ti sei avvicinato al nudo artistico?
Quando ho iniziato a studiare, praticamente sin da subito, non appena mi sono reso conto di avere un minimo di conoscenza tecnica che mi avrebbe permesso di realizzare qualcosa di decente: una delle prime cose che ho voluto imparare è la corretta gestione del set, soprattutto con un soggetto nudo, che va rispettato in modo particolare.

Fotografia di Renato Buontempo
© Renato Buontempo

Come scritto anche nella tua biografia, riesci a bilanciare glamour ed erotismo nei tuoi scatti. In questo quanto è importante l’empatia con la modella o il modello?
Prima di tutto, credo di essere una persona fortunata, in quanto, dal punto di vista estetico, negli altri vedo solo il bello; non mi riesce di notare quelli che potrebbero essere definiti “aspetti negativi”. Sono poi convinto che sia sempre necessaria una minima “empatia professionale” per ottenere un buon risultato e, appunto, una buona gestione del livello di erotismo. Questo non significa per forza, come alcuni potrebbero credere, diventare amici o avere confidenza con il soggetto, ma sicuramente è fondamentale essere sulla stessa linea d’onda comunicativa. Certo, con il tempo si stabiliscono anche amicizie che vanno oltre il momento professionale, e questo aiuta ancora di più, ma ad esempio mi capita spesso di lavorare ripetutamente con professioniste con cui c’è stata subito e solo intesa professionale e nient’altro.

Fotografia di Renato Buontempo
© Renato Buontempo

Prediligi gli scatti in studio. Il motivo è legato alla possibilità in questo modo di avere un pieno controllo della luci e del set oppure semplicemente una scelta estetica?
Scatto in studio perché sono drammaticamente pigro! No, non solo, anche perché, come appunto hai sottolineato, mi piace avere controllo della situazione e tutti gli strumenti a disposizione: questo deriva da una mia certa insicurezza, che mi obbligherebbe a portare in giro un camion di attrezzatura ogni volta. Va detto anche che adoro realizzare i set e le scenografie, è una delle parti del processo creativo che più mi crea soddisfazione, ma va anche notato che ultimamente inizio a sentirmi un po’ “stretto” in studio, vedremo!

Fotografia di Renato Buontempo
© Renato Buontempo

L’immaginario dei tuoi scatti è molto variegato. Come scritto da te d’altronde i tuoi scatti restituiscono all’osservatore un’immagine estetica del corpo che ripercorre un po’ tutte le epoche della storia dell’arte. Quanto è importante per te variare e giocare con l’immaginario?
Per me è fondamentale, sebbene io faccia molta fatica a progettare, mi annoio velocemente e per tale motivo non riesco a fare quelle che chiamano “serie”. Inoltre, credo sia giusto dedicare del tempo ad ogni soggetto che, appunto dedica del tempo a me per realizzare delle fotografie, immaginando per ciascuna o ciascuno qualcosa di specifico e particolare, quantomeno una variazione di uno “schema” già parzialmente usato.

Fotografia di Renato Buontempo
© Renato Buontempo

Se dovesse scegliere invece un’epoca in cui l’immagine estetica del corpo è la più vicina possibile al tuo gusto, quale sceglieresti e perché?
Posso risponderti con certezza che sceglierei gli anni ’60 e ’70, il perché non saprei definirtelo con precisione, ma penso sia molto collegato all’estetica generale del periodo e al mio immaginario che, da bambino, si è formato con quel tipo di estetica.

Fotografia di Renato Buontempo
© Renato Buontempo

Propria questa tua bravura nel riuscire a immortalare i soggetti in maniera diversa, ti permette di utilizzare il bianco e nero o il colore in maniera brillante. Lo stesso colore, le luci, sono a volte diversissimi tra loro. Come scegli le tonalità da utilizzare? Hai già in mente la fotografia o ti lasci trascinare dall’istinto?
Quando preparo un set, come detto, faccio molta fatica a definire un progetto completo, ma in generale parto da una idea, una sorta di canovaccio, che poi sviluppo durante il set, anche confrontandomi e discutendone con il soggetto. Tuttavia, ogni immagine ha una certa idea tonale già all’atto della realizzazione, che difficilmente cambio radicalmente in post produzione. Quindi, per rispondere alla tua domanda, ho già in mente una fotografia, che sviluppo ed elaboro nei dettagli durante il set!

Fotografia di Renato Buontempo
© Renato Buontempo

Ho avuto il piacere di conoscere le tue fotografie tramite Instagram. Qual è il tuo rapporto con i social? Hai mai avuto problemi di censura per i tuoi scatti?
Non ho un rapporto ottimo con i social, ne condivido poco le modalità operative e comunicative, ma mi rendo assolutamente conto che sono lo strumento che oggi si utilizza per condividere il proprio lavoro: del resto sono fermamente convinto che lasciare le fotografie a “marcire” negli hard-disk ne svilisca completamente il valore e la funzione. Purtroppo credo che tutti coloro che lavorano con la fotografia di nudo abbiano avuto problemi con la censura sui social e io non ne sono stato esente: dalla chiusura di Tumblr, che all’epoca era l’unica piattaforma che consentiva immagini senza censura, ho dovuto fare sempre più attenzione e periodicamente sono soggetto a shadowban su Instagram. Nell’ultimo anno ho iniziato ad utilizzare Twitter-X, che non impone censura: per questo è un contesto molto eterogeneo e si fa fatica a farsi notare, ma per ora va bene così.

Fotografia di Renato Buontempo
© Renato Buontempo


Se avessi la possibilità di scegliere tre persone famose da fotografare per i tuoi nudi artistici, chi ti piacerebbe, o sarebbe piaciuto, fotografare e perché?
Ah, ho le mie “crush” tra i personaggi famosi: Shalom Harlow, la mia modella preferita; Tilda Swinton, una figura molto ambigua, che sembra uscita da un quadro; Uma Thurman, che letteralmente adoro da sempre!

Fotografia di Renato Buontempo per tsquirt
© Renato Buontempo – Fotografia x tsquirt, t-shirt Mi Sego



Renato, la nostra intervista volge al termine. L’ultimissima domanda di rito, prima di lasciarti ai tuoi preziosi set fotografici. Hai progetti per il futuro riguardanti la fotografia? E cosa ti auguri negli anni a venire come fotografo e a livello personale?
Progetti? Vorrei imparare ad “uscire” dallo studio e utilizzare più frequentemente contesti diversi e anche naturali. Come fotografo e come persona, mi auguro solo di poter fare quello che mi piace, riuscirci ed esserne soddisfatto, superando così quell’eccessiva insicurezza che, certamente mi spinge ogni volta a cercare di fare qualcosa in più, ma talvolta mi butta troppo giù.

Contatti
Sito: renatobuontempo.com
Instagram: renato.buontempo
X;  rbuonte

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