“Il punto focale di tutto per me è raccontare un pezzo di mondo che ci circonda nella sua brutale e schietta mediocrità, ma camuffandolo in una visione confortante e accattivante come possono essere i colori fluo e gli elementi zuccherini.” Rino Lionetto
Rino Lionetto è un illustratore palermitano che adesso vive e lavora a Milano.
Terminati gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo si è trovato spesso a vagabondare per il mondo per cui la sua vita al momento è stata piena di cambiamenti, ma l’illustrazione rimane tra le sue principali attività fisse che intraprese da quando avevo quattro anni circa e continua tutt’oggi.
Ha sempre cercato di unire dolcezza e amarezza della vita nei contenuti dei suoi lavori, adora il contrasto, ama questa accoppiata che insieme lo rappresentano anche quando non racconto nulla di se stesso; il risultato finale in fin dei conti è sempre la rappresentazione della superficialità, della pochezza e delle banalità che il mondo purtroppo ci dona e della quale Rino si sente immerso totalmente, fa parte del suo universo creativo, spesso e volentieri in salsa pop e non solo.
Ora collabora, tra gli altri, con VICE Italia e Vice Schweiz, e alcuni suoi artwork sono a dir poco clamorosi, ricordiamo tra tutti “Sei ragazzi raccontano le loro peggiori esperienza con il sesso” .
Il suo stile colorato, post, a tratti trash e come dice proprio Rino, “zuccherino”, ti ipnotizza, così come le sue Gif animate. Ma ora diamo spazio ai suoi lavori e soprattutto alle sue parole.
Domanda.Ti avevamo lasciato in Calabria, prima ancora in Sicilia e ora Milano. Come va con l’adattamento? Nostalgia o solo felicità per questa tua nuova vita?
Risposta.Nel bene o nel male nella mia vita mi son trovato a vagabondare e per quanto stressante o doloroso sia lasciare un luogo per un altro, devo ammettere che questo aspetto del mio essere mi ha regalato tante cose, soprattutto la riflessione su se stessi.
Con questa premessa da persona che cerca di fare il serio fallendo miseramente, adesso non saprei dirti se rimarrò per sempre a Milano ma i miei progetti si stanno concentrando qui al momento, poi in futuro non si sa mai; in ogni caso si mi sto adattando come ho sempre fatto ovunque, ma non so dirti se sia davvero felice, forse più consapevole di quello che più in avanti potrebbe rendermi felice.
D.Colorato, pop, a volte trash, spesso d’impatto. Qual è stato l’excursus che ti ha fatto propendere per questo modo di disegnare o meglio di esprimerti?
R.Il punto focale di tutto per me è raccontare un pezzo di mondo che ci circonda nella sua brutale e schietta mediocrità, ma camuffandolo in una visione confortante e accattivante come possono essere i colori fluo e gli elementi zuccherini. Sostanzialmente non racconto nulla di nuovo, perché non faccio altro che mascherare le apparenze: racconto aneddoti o esprimo concetti grafici di cultura popolare che vogliono elevarsi a qualcos’altro mascherando il suo essere banali e di massa.
Il mio excursus è arricchito da adolescenza piena di fumetti, fino a quando non sentivo già ai primi anni di Accademia di belle arti di raccontare il mio essere spesso melanconico ma in tinte rosa pastello.
D.Spesso realizzi illustrazioni con tematica il sesso. Strepitosa la tua collaborazione con Vice Italia con l’artwork ad oggetto “Sei ragazzi raccontano le loro peggiori esperienza con il sesso” .
Che importanza ha il sesso per te?
R.Esiste qualcosa di più importante del sesso? Ahah! In ogni caso è di vitale importanza, a buoni intenditori…
D.Per preparare questa intervista siamo entrati a capofitto nel tuo mondo, non ti nascondo che è stato difficile poi uscirne.
Tra colori, rotondità delle linee, gif animate e personaggi fantasiosi i tuoi lavori sono pieni di input positivi. Qual è la tua fonte di ispirazione?
R.La cultura pop in generale che varia dal cinema ai fenomeni virali di massa. Ma la musica R&B sperimentale è l’elemento principe delle mie illustrazioni.
D.Quali sono i soggetti o le situazioni che ami di più disegnare? C’è qualcosa che non disegneresti o qualcuno a cui mai faresti un disegno nemmeno per un milione di euro?
R.Per rimarcare il mio filone di contenuti popolari, le situazioni sessuali sono i soggetti che preferisco rappresentare.
Adesso che bisogna afferrare la qualunque cosa per sopravvivere, per un milione di euro è probabile che possa disegnare anche per Trump, ma cercando di mantenere la dignità e facendo finta di essere fighi ti dico che non disegnerei nulla che andasse contro i miei principi di libertà dell’individuo, quindi non vorrei mai trasmettere un messaggio del genere.
D.Il mondo degli illustratori e delle illustratrici è vastissimo, c’è qualcuno che segui o che ami particolarmente?
R.Ne seguo parecchi, perché amo vedere tutto specie coloro che fanno diversamente da me così da essere stimolato da tante nozioni, e piango spesso perché esistono talenti così grandi che ti fanno sentire piccolo e inutile al mondo. Ma alcuni nomi che posso farti tra tanti è l’italiana Gloria Pizzilli, che credo sia tra le più brave illustratrici che abbia visto sino ad ora. Poi anche i fratelli Van Orton o la sudamericana Muxxi. Mi fermo qui altrimenti facciamo notte.
D.Sappiamo da fonti segrete che parteciperai con un tuo lavoro al Gay Pride di Cosenza, il primo Luglio di quest’anno. Sai che è la mia città, e da libero cittadino ti ringrazio per il tuo prezioso dono.
Rino a che punto è l’Italia rispetto i diritti LGBT?
R.Indietrissimo, ancora alle prime armi. Seppur abbia partecipato al mio primo Pride nella mia città Natale a Palermo nel 2010 e quindi negli anni successivi mi son reso conto che la partecipazione alla parata è stata sempre di più numerosa di gente che ben volentieri veniva a manifestare, devo ammettere che la mentalità di molti nuclei in Italia ancora è retrograda e primitiva, spesso ho la sensazione che “ce la cantiamo e ce la suoniamo da soli” ma poi capisco che i cambiamenti avvengono sempre in maniera lenta e graduale per cui sono speranzoso e “orgoglioso” di essere testimone di questa storia.
D.L’intenzione iniziale era di concludere l’intervista con domande piccanti tipo: Posizione preferita? Perversioni? Quante volte ti masturbi al giorno?
Poi abbiamo deciso di optare per una più diplomatica: Quali sono i sogni che vorresti si realizzassero e qual è la tua ricetta per la felicità?
R.Diplomaticamente ti rispondo che la ricetta per la felicità è farlo in tutte le posizioni consentite dalla tua elasticità fisica <3
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