Sabato scorso si sarebbe dovuto tenere il Roma Pride 2020. Come era prevedibile per l’emergenza covid tutte le manifestazioni sono state sospese, ma non per questo rinunceremo al nostro momento di visibilità. Anzi vi pialleremo le vostre palle eteronormate più del solito, tramite i social.
Per la comunità arcobaleno il Pride è come il Natale, irrinunciabile. Decorazioni trash comprate a 1€ dal cinese sotto casa, incontri con gente che non vedevi da anni, tanto alcol per superare il trauma di vedere le Instagram stories del tuo ex con il suo nuovo fidanzato twink brasiliano, “buon pride anche a te e famiglia”, uomini vestiti con paramenti stravaganti che lanciano messaggi d’amore… Roba che se non fossero su un carro con la musica di Lady Gaga a palla, penseresti che siano preti.
Piccolo inciso, ma quanto sono fighi i paramenti religiosi? Ah Lady Gaga! Scansate proprio! Tu te lo sogni un esercito di suorine pagate a pane e acqua, che ti tessono broccati da favola! Ad esempio, l’arcivescovo di Valencia può vantarsi di aver indossato un ferraiolo (mantello a strascico) lungo ben 20 m. Un palazzo di 7 piani! La Chiesa non è contro il Pride, semplicemente non ama la concorrenza! Vi abbiamo risparmiato la polemica sull’omofobia della Rowling, non potevamo rinunciare a questa sulla Chiesa!
Ma torniamo a noi, siccome non si possono fare parate, le vostre penne hanno deciso di raccontarvi lo spirito del Roma Pride tramite le parole di attivisti, che non hanno semplicemente partecipato alla parata, ma sono stati il volto della parata stessa. Rega’ abbiamo quasi citato “La grande bellezza”, quest’anno vinciamo il Pulitzer. Il Culitzer…
Le nostre prime ospiti per parlare di Roma Pride 2020 sono state le favolose Karma B. Per chi non le conoscesse… no aspetta, sul serio esiste qualcuno che non le conosce? Dove cazzo vivete? In un sottoscala senza televisione e wifi come Harry Potter quando stava dagli zii cattivi?
Comunque, se non le conosceste davvero, le Karma B sono due drag queen romane, di origini siciliane, che hanno fatto la storia delle serate gay della capitale. Si sono esibite ovunque, dal Muccassassina, al Giam, al Gay Village, hanno un loro format teatrale, House of Karma, dove dividono il palco con numerose altre drag queen emergenti, e sono anche approdate sulla RAI. Voci di corridoio dicono che Sandra Milo non è più la stessa dopo aver duettato con loro!
Alle Karma B abbiamo chiesto: Dopo 26 anni di Pride, quest’anno non ci saranno parate. Voi che siete regine della comunità arcobaleno, che sentimenti e sensazioni provate?
“Un anno senza Pride è, letteralmente, come fare l’amore con qualcuno che ami e poi doversi fermare prima di raggiungere il climax: una sofferenza che ci saremmo risparmiati volentieri. A parte gli scherzi, i tempi sono duri per tutti ed è giusto seguire le norme di sicurezza, l’anno prossimo ne faremo uno ancora più bello”.
Per voi cosa rappresenta il Roma Pride?
“E’ la manifestazione per eccellenza: centinaia di migliaia di persone che si riversano per strada, il Colosseo illuminato dal sole, la musica che suona dalle casse, le signore affacciate al balcone che salutano e sorridono. Pura magia”.
(Il resto dell’intervista alle Karma B è reperibile nel canale Instagram @penneinsalsagaia, abbiamo parlato del nuovo ruolo delle drag queen nella comunità arcobaleno e di sogni nel cassetto).
La conversazione sul Roma Pride 2020 continua con l’intervista a Paco, al secolo Francesco, cofondatore di questo magazine, ha ridisegnato la nightlife romana, ha organizzato più eventi di Enzo Miccio, non voleva solo partecipare alle feste ma voleva il potere di farle fallire (questa volta siamo riusciti a citare “La grande bellezza”, daje con il Culitzer!), era imprenditriceh digitale prima di Chiara Ferragni, anche lui non potete non conoscerlo.
A Paco abbiamo chiesto la stessa domanda delle Karma. Quest’anno non ci saranno parate. Che sentimenti e sensazioni provi? Per te cosa rappresenta il Pride?
“Quest’anno ci siamo presi una pausa forzata da tutto, ma davanti a certe cose non possiamo fare diversamente. Nelle prime settimane della quarantena vi confesso che mi sentissi alquanto spaesato e confuso. Ma poi devi fare i conti con la realtà e andare avanti. Come per tanti vostri lettori (ME LO AUGURO!!!) il Pride è una di quelle cose a cui non puoi mancare. Non è un evento, non è una manifestazione, è oltre, è l’affermazione assoluta senza se e senza ma della propria FAVOLOSITÀ. È gridare, cantare, intonare marciando il proprio diritto ad essere DIFFERENTI, UNICI. Ad alcuni pride ho avuto anche la fortuna di parteciparvi in maniera attiva, tra quelli che mi sono rimasti più nel cuore, come non citare il World Pride del 2000 che è rimasto nella storia, credo lo studino anche nei libri di scuola… #selallero, e in anni più recenti il Cosenza Pride, mia città di origine e quindi particolarmente sentito”.
(Anche in questo caso il resto dell’intervista a Paco è reperibile nel canale Instagram @penneinsalsagaia, abbiamo parlato di nuovi party emergenti e di come si è evoluta la nightlife romana).
A conclusione di questo articolo sul Roma Pride 2020 vi vogliamo parlare di una persona che ci sta molto a cuore e che vorremmo elevare a madrina della parata. Lei è sempre sui carri, lei si è sempre battuta per quella comunità che spesso non la capisce, lei e la sua storia sono un esempio di autodeterminazione, lei è allegoria di Roma, decadente, a tratti grottesca, ma pur sempre romantica e affascinante. Lei è la vera Grande Bellezza di Sorrentino! Lei è, ovviamente, Claudia.
Lasciamo la parola ad una delle nostre penne.
La prima volta che ho incontrato Claudia me la ricordo benissimo. Lavoravo in una profumeria di lusso (yass bitch!) e non avevo capito un cazzo della vita. Come ora in pratica, ma senza occhiaie! Lei entra, e fa: “Vieni qui greco!”. Io mi avvicino con un misto di timore e reverenza. Claudia ha una personalità che già metà basterebbe. È una donna istituzionale, nel vero senso della parola. È un’istituzione! Quando la guardi non ti serve conoscere la sua storia per capire che è una sopravvissuta.
Io già la conoscevo avendola vista nel film di Ozpetek, “Magnifica presenza”. Lei mi chiede di prenderle una crema della Clarins, specificando di avere 35 anni!!! Oook… “tu ne hai 35 e io sono davvero greco”… Fatto sta, che gli do la crema e lei di “nascosto” la scambia con una 50+. Paghiamo, mi fa i complimenti per il mio fascino mediorientale (onestamente sono un gran fregno!) ed esce salutando “il greco”.
Da questo incontro Claudia è una costante della mia vita. Un apice della trama cosmica in cui mi districo e che, all’età di 20 anni, dopo un coming out disastroso, mi ha portato a Roma. Quando ti trovi, solo, in una grande città, e i rapporti con la tua famiglia sono incrinati, ti costruisci un nuovo branco.
Io mi costruii una nuova famiglia al Coming Out Bar (triste ironia) e lei era sempre lì, sullo sfondo di ogni discussione, pianto o risata. Era sempre lì a ricordare a qualcuno che è solo “una brutta frocya malvestita”!
Sarà che io associo Claudia ad un momento particolare della mia vita, e forse il mio giudizio non è lucido, ma mi sono sempre chiesto come mai, questa donna transessuale così presente e iconizzata dalla comunità arcobaleno romana, non abbia trovato riconoscimento nell’associazionismo locale. Nessuno che abbia provato a spostare il velo di leggenda che la avvolge, a raccontare la sua storia, e vi assicuro che una storia ce l’ha! Nessuno che abbia pensato di elevarla a madrina del Roma Pride. Allora io e le penne in salsa gaia abbiamo deciso di incoronarla madrina di questo Roma Pride 2020 virtuale!
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