Sara Sachiel è una fotografa autodidatta, nei suoi scatti crea mondi dalle atmosfere poetiche, eteree e malinconiche, dal chiaro richiamo agli elementi tipici del cottagecore. I colori delicati, dominati dalle tonalità del rosa, donano alle sue opere un’atmosfera onirica e suggestiva. Nelle immagini vengono catturate l’intimità e la bellezza di tanti tipi di corpo, andandone ad esaltare la femminilità e la sensualità. Questa ricerca estetica però non prescinde dal racconto di storie silenziose, dall’esplorazione del sé come elemento chiave per descrivere sentimenti e connessioni umane.
Per mezzo di queste composizioni, Sara ci accompagna in un viaggio introspettivo, invitando lo spettatore a connettersi con la propria individualità e allo stesso tempo, con la propria relazione con il mondo che lo circonda. Ringrazio Sara per gli scatti realizzati con la t-shirt Porno Agricolo e Depravat3 & Infedeli e per il tempo che mi ha dedicato alla realizzazione dell’intervista che segue.
Buona visione e buona lettura.
Ciao Sara e grazie per aver accettato di partecipare alla nostra rubrica tsquirt incontra, sia con i tuoi scatti che con il tempo che mi hai dedicato per questa intervista. Iniziamo dai tuoi inizi come fotografe. Qual è stato il tuo primo approccio alla fotografia? Ricordi i tuoi primi scatti, cosa inizialmente attirava la tua attenzione?
Buongiorno e grazie mille di avermi invitato. Per cominciare, il mio primo approccio con la fotografia risale al 2012, quando ho iniziato a frequentare più attivamente l’ambiente cosplay. Un giorno, durante un raduno a Padova, ho voluto provare a fare qualche fotografia ad un cosplayer, prendendo in prestito la reflex di una persona amica e mi ero divertita moltissimo. Successivamente, per il mio compleanno, mi sono fatta regalare dai miei genitori una reflex Canon e da lì ho iniziato a fotografare, partendo soprattutto a realizzare foto per i miei amici.
Sei una fotografa autodidatta, per scelta o invece ti sarebbe piaciuto seguire un percorso specifico di studi?
Se potessi tornare indietro, avrei innanzitutto frequentato una scuola in cui s’imparava la fotografia e grafica. Sono una fotografa autodidatta, non ho mai frequentato corsi. Tutto quello che so l’ho imparato osservando le persone e gli artisti che ammiro e facendomi spiegare e consigliare le cose tecniche da chi ne sa più di me.
Parliamo delle tue foto. I tuoi scatti rievocano atmosfere fiabesche anche grazie ai colori restituiti all’osservatore/trice. Parlando prima della tua cifra stilistica, come nasce? Ricerca o è insita in te?
Amo molto le atmosfere delicate, sognanti e i colori pastello. Penso che sia un lato di me che mi piace esprimere con la fotografia, provando a lasciare in disparte quelli più cupi. É un po’ il mondo che vorrei.
Gli elementi che spesso troviamo nei tuoi scatti sono quelli tipici del cottagecore. Semplicità, natura. Corpi. Cosa ti attrae di questo movimento estetico?
Una domanda a cui non è semplice rispondere. Partendo dal fatto che adoro ogni cosa del mood cottagecore come la frutta, i fiori, gli abiti delicati sono cose che amo. Una cosa che mi attrae è la sensualità che può nascere da questi elementi.
Non solo cottagecore. Ma anche ritrattistica. Quale aspetto cerchi di catturare nelle persone che fotografi?
Mi piace catturare la delicatezza del soggetto che ho davanti e la sensualità, valorizzare qualsiasi tipologia di viso e corpo.
Curiosità a proposito della ritrattistica. Ci sono personaggi famosi, del presente o del passato, che ti piacerebbe o ti sarebbe piaciuto fotografare? E se si, perché?
Ci sono tante persone famose che mi piacerebbe fotografare, ma non credo mi sentirei all’altezza.
Ritorniamo alle tue foto. Spesso troviamo foto di corpi. Di nudo. Personalmente negli scatti trovo una forte connotazione di libertà scevri dalla sessualizzazione del corpo stesso. O anche da sentimenti puramente erotici. Cosa ti spinge a fotografare un corpo e cosa vuoi trasmettere con esso? O essi.
Riprendendo la risposta della domanda precedente: mi piace dare delicatezza e valore a ogni tipologia di corpo, sperando di regalare al soggetto una visione positiva di sé stesso, valorizzando anche le parti di sé che trova in difetto. Per me il nudo è sempre stato sinonimo di libertà e la sessualizzazione è a discrezione di coloro che osservano le mie foto. Mi piace che siano gli altri ad interpretare ciò che scatto.
Hai mai avuto problemi di censura sui social? Cosa ne pensi di quest’ultima?
Direi di sì, conosciamo tutti la politica dei social soprattutto su Instagram. In questi ultimi tempi è diventato sempre più arduo pubblicare foto di nudo, per questo non ho fatto tante foto di questo genere. Dall’altra parte penso che un minimo di censura, soprattutto su un social vasto come Instagram, possa servire a tutelare il soggetto.
Oltre ad essere fotografa, sei anche modella. Qual è la differenza sostanziale dall’essere avanti o dietro la macchina fotografica? Dove ti trovi più a tuo agio?
Ammetto che essere dietro alla macchina fotografica ti dà maggior controllo e maggiore responsabilità. Sei tenuto a tutelare il soggetto davanti a te, metterlo a proprio agio. Bisogna stare molto attenti ai comportamenti sbagliati che si possono avere durante un set. Nelle mie esperienze da modella ho potuto vedere e sperimentare tutti i comportamenti errati che un fotografo ha durante il set.
Se potessi fotografare te stessa in un luogo particolare o in un determinato contesto, che luogo e in che situazione sarebbe?
Vorrei potermi fotografare in un grande giardino bucolico, con gazebi eleganti, panchine e rampicanti ricolmi di fiori. Nuda o vestita è indifferente.
Ci sono fotografe o fotografi che ami particolarmente o che ti hanno ispirato in qualche modo?
Traggo molta ispirazione da molti fotografi (soprattutto donne) con cui ho avuto anche il piacere di collaborare, oltre ad affidarmi sempre al caro Pinterest per trovare concept interessanti.
Mentre ti scrivo siamo nel mese del Pride. Nella tua biografia sui social sottolinei, anche solo scrivendolo, il tuo supporto alla comunità LGBTQIA+ e ti descrivi come transfemminista. Quanto è importante oggi schierarsi? Come hai vissuto il mese del Pride?
Penso che sia molto importante schierarsi, soprattutto in questo periodo storico. Non ci possono essere opinioni differenti quando si tratta di diritti umani. Il mese del pride negli ultimi anni lo vivo sia con gioia che con rabbia. Gioia perché sono fiera di essere parte della comunità queer, in cui ho trovato persone meravigliose e rabbia perché sono davvero stanca del bigottismo e dell’ignoranza che ci circonda.
Sara, ringraziandoti ancora per il tempo che mi hai dedicato, mi congedo da te con la classica e ultima domanda. Quali sono i progetti per il tuo futuro artistico e cosa ti auguri come fotografa e cosa a livello personale?
Ho intenzione di dedicarmi di più alla polaroid e soprattutto cercherò di ritornare a scattare nudo che è un genere che ho un po’ accantonato e mi manca tantissimo. Per il resto voglio solo godermi questa passione con tranquillità senza mettermi troppa pressione.
Contatti
Instagram: sarasachiel_gallery
Instagram: sarasachiel
Mail: sarashikinami96@gmail.com
Condivisione Rumorosa di arte erotica ricercata e sconosciuta, di sontuosa volgarità e raffinata pornografia.