T-Squirt incontra – Intervista a Essequadro, ovvero Stefano Alloero

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Essequadro è lo pseudonimo di Stefano Alloero, grafico e fotografo che vive a Rovereto, in Trentino Alto-Adige.
Classe 1989, si diploma nel 2008 in Grafica, Fotografia e Arti Multimediali. Scopre tardi l’amore per la Fotografia, influenzato dall’ambiente circostante, povero di stimoli, di una piccola città del Trentino. Amplia i suoi orizzonti, conosce nuovi fotografi in giro per l’Italia, che lo ispirano e contaminano. Inizia a comprendere meglio le potenzialità comunicative ed espressive di un media che conosceva solo nella teoria e solo a livello lavorativo.

 

Essequadro, ovvero Stefano Alloero
Essequadro, ovvero Stefano Alloero

Dapprima si focalizza sull’estetica dei suoi scatti. Fortemente influenzato dai suoi studi in storia dell’arte si concentra sulla composizione, sul dare vita a scatti oscuri, a rivisitazioni, mettendo al centro del suo studio argomenti che lo affascinano, come l’oscurità dell’animo umano, la blasfemia, la decontestualizzazione dei costrutti sociali umani.
Questo approccio alla fotografia, così metodico, accademico e freddo ad un certo punto si esaurisce per trasformarsi in una ricerca più introspettiva. Gli scatti diventano un modo per comunicare con chi sta dall’altra parte dell’obiettivo, ma anche con sé stesso. I dettagli di un volto, minuscoli movimenti del corpo, una mano che si muove incerta, diventano elementi narrativi di un’ampia seduta di psicoterapia.
Dal 2020 fa parte del Collettivo Diablerie, assieme al quale fonda un magazine indipendente omonimo, che si ferma dopo quattro numeri. Con Diablerie, assieme al resto del Collettivo, condivide la sua idea di estetica, riscuotendo anche un discreto successo, seppur all’interno di una nicchia ristretta.
Da sempre a disagio con la gestione del colore, essendo daltonico, in un periodo più recente capisce che quello che ha sempre percepito come un limite, è in realtà una potenzialità. La sua personale percezione del mondo è solo sua; questo si mescola ad una rinnovata percezione emotiva della realtà, in una ricerca continua di nuovi linguaggi.
Con la rinnovata consapevolezza del suo percorso, nel 2023 fonda un nuovo Magazine indipendente, di nome Spytt, il cui motto, “Just spit it out” ne raccoglie tutto il significato: un’antologia fotografica alla ricerca di quella necessità del “buttare fuori” di quegli artisti che fanno della fotografia il loro linguaggio comunicativo.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Stefano Alloero Essequadro che ci ha donato due splendidi scattati con oggetto due delle nostre t-shirt realizzate dal nostro brand T-Squirt.

 

Fotografia di Stefano Alloero in arte Essequadro, per tsquirt. T-shirt tshirt drops of devotion
© Essequadro – T-Shirt Drops of Devotion by T-Squirt

Ciao Stefano e grazie per i tuoi scatti e per averci concesso quest’intervista.
Iniziamo subito dalla fotografia. Nonostante ci scrivi che ti diplomi in grafica, fotografia e arti multimediali il tuo amore per la fotografia è sbocciato più tardi. Qual è il motivo e quando scocca la scintilla?
A scuola avevo il difetto di vedere qualsiasi materia come una sufficienza da portare a casa e, nonostante abbia scelto coscientemente il mio percorso, non sono mai stato un amante della scuola. Fatto sta che vedevo qualsiasi lezione come una nozione da imparare e niente di più. Io disegnavo. Amavo disegnare e lo facevo durante qualsiasi lezione e a qualsiasi ora. Credo che l’amore per la fotografia mi sia nato quando ho capito che i tempi delle fasi creative del media meglio si coniugavano con la velocità a cui la mia mente partoriva e si annoiava di nuove idee. E questo non era qualcosa che a scuola, o comunque nei primi anni dopo il diploma, avevo la forma mentis per capire.

Fotografia di Stefano Alloero in arte Essequadro, per tsquirt. T-shirt tshirt mustache's pleasure
© Essequadro – T-Shirt Mustache’s Pleasure by T-Squirt

Quali sono i tuoi primi scatti? Prediligi il digitale o l’analogico?
Ho iniziato con il digitale e lo prediligo per il workflow. Si sposa meglio con le mie esigenze creative. Però ho sempre dietro una macchina fotografica analogica con un rullino caricato, perché qualche foto mi piace strapparla, così da poi rivederla in futuro, quando svilupperò, e apprezzare la grana e tutta quella sensazione di tempo sospeso che con il digitale mi perdo.

Fotografia realizzata dal fotografo Stefano Alloero in arte Essequadro
© Essequadro

Alcuni tuoi scatti sembrano dipinti. Quanto ha influito il tuo percorso creativo in questo?
Molto. Sono sempre stato un amante dell’arte e della storia dell’arte. Non solo della pittura, ma anche della scultura. Va da sé che ne sia sempre stato fortemente influenzato. Non nego che se ne avessi la pazienza, probabilmente starei su quel versante dell’arte visiva. Mi immagino, nelle vesti di pittore “Bene, ho appena impostato il progetto, è tempo di buttare tutto al vento e cominciare con un’idea completamente nuova” e ripeti. Credo non riuscirei a finire niente di quel che inizierei.

Fotografia realizzata dal fotografo Stefano Alloero in arte Essequadro
© Essequadro

Come scegli cosa fotografare, qual è il processo creativo che ti porta alla realizzazione di uno scatto? Studio preventivo? Istinto?
Parto dalle persone. Le conosco, le osservo, o le vedo ritratte da qualcun altro e mi dico: “ehi, lì c’è qualcosa che voglio vedere da un’altra angolazione”. Spesso e volentieri si tratta dei qualcosa di me che ho bisogno di ritrarre attraverso altri. Poi penso a qualcosa, a una sorta di canovaccio, qualcosa che mi è stato ispirato da quella persona, senza definire troppo i bordi. Il resto è istinto e sintonia che si va a creare con chi ritraggo. Non è automatico che si crei, a volte gli inciampi ci sono.

Fotografia realizzata dal fotografo Stefano Alloero in arte Essequadro
© Essequadro

Ci scrivi che da sempre sei a disagio con la gestione del colore, essendo daltonico. Trovo invece che l’utilizzo che ne fai è spettacolare. Qual è la difficoltà oggettiva che ritrovi nel dover gestire il colore e come ovvi al tuo daltonismo?
La cosa che mi sento dire più spesso è “attenzione che la pelle ti è venuta verdina”. E niente, io col verde proprio non ci vado d’accordo. Mi piacesse almeno come colore. Uso dei filtri sul mio computer, leggo gli istogrammi, chiedo a persone a me vicine se i colori sembrano loro “strani”. Verifico un milione di volte il bilanciamento del bianco, sia in fase di scatto che di postproduzione, perché è un valore numerico che un computer legge e aggiusta.

Fotografia realizzata dal fotografo Stefano Alloero in arte Essequadro
© Essequadro

Nel 2020 fai parte del collettivo Diablerie realizzando un magazine pubblicato in quattro numeri. Nonostante un discreto successo, cosa vi ha spinto a cessare il progetto?
Diablerie era un progetto molto complesso, che celava una mole impressionante di lavoro e andava a colpire una nicchia molto piccola di persone. Tra un numero e l’altro Instagram ha pensato bene di cassare, uno per uno, i profili di vari membri del collettivo, riducendo la nostra capacità di raggiungere quella nicchia. Poi idee discordanti sul da farsi e sul rapporto tra energie spese e risultati.

Fotografia realizzata dal fotografo Stefano Alloero in arte Essequadro
© Essequadro

Nel 2023 invece fondi Spytt, il cui motto, “Just spit it out”. Qual è lo spirito di questo magazine e qual è stata l’esigenza che ti ha spinto a crearlo?
La chiusura di Diablerie mi fa molto arrabbiare. Così decido di ascoltare la mia terapeuta e di prendere quella rabbia e incanalarla verso un nuovo progetto. Di Diablerie voglio conservare lo spirito di ribellione ai social Network e agli algoritmi, ma voglio metterci qualcosa di più mio. Spytt sarà molto più Punk, e si prenderà tutte quelle libertà che Diablerie non poteva prendersi. E’ liberatorio, è terapeutico. Spytt verrà finanziato attraverso Kickstarter e raccoglierà più di 100 fotografie di 20 artisti che condividono questo mio sentimento di rabbia e inadeguatezza. (aggiornamento il progetto è stato finanziato totalmente e sarà quindi pubblicato).

Fotografia realizzata dal fotografo Stefano Alloero in arte Essequadro
© Essequadro

Parliamo di social. Alcuni tuoi scatti, come capita a tutti e a tutte i fotografi e le fotografe che scattano nudi sono a rischio censura. Hai mai subito limitazioni da Instagram o dai vari social? Cosa pensi della censura dell’arte sui social? E cosa invece in cosa invece i social possono aiutare un giovane artista?
‘A voja, ho perso un paio di profili (e nonostante questo sono ancora uno di quelli fortunati, conosco gente oltre il decimo), e quelli attuali sono comunque in shadowban, ovvero quella pratica di Instagram che ti rende difficile da trovare nelle ricerche e non ti permette di essere suggerito. Pratica che tra l’altro fino a ieri negava categoricamente di attuare, salvo poi ora dichiararla candidamente e pubblicamente nelle impostazioni del profilo. Vuoi sapere se sei in Shadowban? Vai nelle impostazioni sotto la voce “Stato dell’Account”, mi ringrazi dopo.
Purtroppo la censura dell’arte sui Social deriva da un mero interesse economico da parte delle Multinazionali che ne fanno capo, che fanno riferimento a due ottuse leggi americane del 2020 che mirano a contrastare il sex work. La battaglia non è ideologica, è inutile e svilente combatterla perché siamo in terreni proprio diversi.
I Social per gli artisti non possono fare niente. Non è quello il loro scopo, non è per quello che sono nati e alle loro alte sfere interessa un artista solo tanto quanto è disposto a pagare per sponsorizzarsi per raggiungere una fetta di utenza un po’ più ampia.

Fotografia di Stefano Alloero in arte Essequadro, per tsquirt. T-shirt tshirt drops of devotion
 © Essequadro – T-Shirt Drops of Devotion by T-Squirt

Ci sono fotografi o fotografe che ti hanno ispirato?
Di grandi e di piccoli. Io mi lascio contaminare continuamente dalle persone che conosco e dagli artisti che stimo. Mi sono avvicinato a fotografi che mi piacevano inizialmente con un po’ di reverenzialità, salvo poi esserci diventato amico. Nei primi periodi della mia carriera fotografica mi sono ispirato ampiamente ad un artista berlinese che conoscevo di persona. Ero innamorato e rapito dalla sua mente, dal suo modo di lavorare, dal suo mondo. Probabilmente a tal punto da sfociare nel plagio (ero piccolo e cercavo di trovare la mia strada). Ora mi ha bloccato dappertutto e credo mi odi. Penso di essermelo meritato.

Fotografia realizzata dal fotografo Stefano Alloero in arte Essequadro
© Essequadro

Hai un soggetto famoso che ti piacerebbe particolarmente fotografare? Se si, hai già in mente in che contesto?.
“Famoso” significa distante, per come scatto l’idea di fotografare qualcuno di famoso non rientra proprio nel mio preset mentale.
Poi sono caratterizzato dall’essere particolarmente altalenante e dai cambi di umore improvvisi. Qualcuno che vorrei tantissimo fotografare oggi potrebbe cadermi nel baratro dell’indifferenza domani.

Fotografia realizzata dal fotografo Stefano Alloero in arte Essequadro
© Essequadro

Stefano, ci salutiamo con l’ultima fatidica domanda. Quali sono i tuoi progetti per il futuro in ambito fotografico/artistico e quali i tuoi sogni a livello personale?
Fotograficamente e Artisticamente parlando non saprei. Seguirò la corrente e andrò dove mi porterà il cuore. Faccio quello che faccio per me e me soltanto, perché mi diverto, perché conosco un sacco di gente, vedo un sacco di luoghi e perché è terapeutico. Sicuramente miro a portare avanti il progetto Spytt, più o meno per gli stessi motivi.

Contatti
Sito: essequadroartworks.com
Instagram: stefano.essequadro / stefanoalloero
Twitter: essequadro_art
Mail: info@essequadroartworks.com
Telegram: t.me/essequadro

 

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