Tra il profumo delle matite colorate – Intervista a Stefano Kerberos

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“L’erotismo per me è un divorare simboli che mi riconnettono ad esperienze sensuali piccole o grandi: gli odori forti delle parti meno nobili del corpo, la morbidezza del pelo, l’umidità delle mucose. L’erotismo è un moto ellittico proustiano, solo un po’ più sporcaccione” Stefano Kerberos

 

Stefano Kerberos aka Queerillia, è nato a Iglesias in Sardegna un martedì del 1986 ed è un illustratore autodidatta e web designer.
Si avvicina al mondo Queer nel 2008 e, dopo cinque intensi anni di attivismo LGBTQ isolano, decide di trasferirsi a Roma per coltivare la sua passione.
Le sue più grandi fonti di ispirazione sono il mondo della cultura pop, i videogiochi, la mitologia, l’occultismo e i giochi di ruolo.
Un artista tutto da scoprire, e noi iniziamo a farlo con le nostre domande e godendoci la visione delle sue illustrazioni.

Stefano Kerberos
Stefano Kerberos

Domanda.Stefano com’è nata in te la passione per il disegno? E quali sono stati, da piccolo, i tuoi primi scarabocchi?
Risposta.Mio padre è un architetto e un pittore, perciò sono cresciuto tra il profumo delle vernici, della sanguigna e delle matite colorate: era inevitabile che iniziassi a scarabocchiare. La prima ispirazione sono stati i geroglifici egizi che vedevo sui miei libriccini e i videogiochi! All’asilo non facevo altro che ricreare i livelli di WonderBoy, Sonic e SuperMario!

 

D.Come ci hai raccontato tu stesso sei un illustratore autodidatta, quali difficoltà hai avuto ad affacciarti in questo mondo?
R.Principalmente é la bassa autostima che mi ha spinto a scoraggiarmi e a nascondermi. Con internet è facilissimo trovare mille ispirazioni, tutorial e spazi per esporsi però è anche molto facile scoraggiarsi perché non al pari dei grandi. La frustrazione di non riuscire a riportare nel mondo fisico le immagini che si hanno in testa può essere un grande freno.
La seconda difficoltà è l’esercizio costante: dietro ogni scarabocchio c’è sempre un impegno mastodontico. È come lo sport, insomma: a volte vorresti avere risultati senza allenarti, ma non funziona così.

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© Queerilla

D.Trai ispirazione dalla cultura pop, dai videogiochi, dalla mitologia, dall’occultismo e dai giochi di ruolo. Ci incuriosisce questo lato mitologico e occulto, in che modo sazi la tua curiosità ?
R.Sono sempre stato un ragazzo molto lunare, studioso, curioso, un bel po’ alla Marzullo per intenderci. Chi cerca, trova e io ritengo di essere stato trovato. La cultura sarda è un po’ animistica, un po’ superstiziosa, ancestrale ed è facile perdercisi. Una grande guida è stata comunque il “Liber Null” di Carroll, che consiglio a chi si fosse perso sulla strada.

 

D.Molti tuoi disegni trasudano sessualità ed erotismo, ma cos’è per Stefano Kerberos l’erotismo e l’arte erotica?
R.Ogni arte è delicatamente erotica: portare allo scoperto il proprio sentire è chiaramente una volontà riproduttiva, cosciente o meno. L’erotismo per me è un divorare simboli che mi riconnettono ad esperienze sensuali piccole o grandi: gli odori forti delle parti meno nobili del corpo, la morbidezza del pelo, l’umidità delle mucose. L’erotismo è un moto ellittico proustiano, solo un po’ più sporcaccione.

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© Queerilla

D.Quando vivevi in Sardegna hai vissuto cinque intensi anni di attivismo LGBTQ, ora vivi nella Capitale da qualche mese. Differenza tra una grande città come Roma e una città, più piccolina, come Iglesias su questi argomenti?
R.La Sardegna è bella e tollerante, ma lo spopolamento massiccio di questi anni ha rallentato moltissimo i processi che stavano facendo crescere belle situazioni. Se sono a Roma è perché mi mancava l’aria. 

 

D.Il tuo impegno e i tuoi anni di attivismo rivivono in alcuni tuoi disegni, quanto pensi sia importante l’arte per spronare le persone a vivere la propria libertà?
R.Sai che il cervello registra qualunque stimolo? Anche se non ricordi colori, odori e suoni non significa che non siano comunque dentro di te. L’arte è essenziale perché libera quelle sensazioni e una volta che provi la libertà, non puoi più dimenticarla. 

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© Queerilla

D.Come hai trovato Roma, e cosa invece ti aspettavi di trovare, per quanto riguarda il movimento artistico e in modo particolare il mondo degli illustratori?
R.Sono a Roma da pochissimo e mi aspettavo di trovare un plotone di esecuzione. È proprio vero che la Capitale è una mamma che accoglie: è la qualità di Roma che preferisco e che in questo momento storico dovrebbe guidarci.

 

D.C’è un progetto artistico che avresti voluto realizzare ma che per un motivo o per un altro hai dovuto sempre rimandare? E se si quale?
R.In passato ho messo da parte l’idea di un manuale di self-help per giovani queer. Si parla pochissimo di preservativo, figurati quanto si parla di sentimenti. Non mi stupisco del fatto che la nostra società sia così egoista.

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© Queerilla

D.Stefano, noi ti ringraziamo per il tempo che ci hai concessi e per la tua gentile disponibilità, prima di congedarci un ultima domanda riguardo il tuo futuro. Cosa ti aspetti e cosa ti auguri per il tuo futuro?
R.Mi auguro quello che auguro a tutti: salute e la sensazione di sentirsi come a casa.

Contatti:
Facebook: facebook.com/queerrillaart

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