Il 12 settembre 2012 è una data che non vi dirà niente. Eppure, le dita di molti da allora “strisciano” sugli schermi dei propri telefonini in maniera convulsiva su foto di perfetti o perfette sconosciute.
Stiamo parlando di Tinder, un’applicazione che viene descritta così da uno sei suoi fondatori, Sean Rad: “Non importa chi sei, ci si sente più a proprio agio quando ci si avvicina a qualcuno se sai che loro vogliono che sia tu ad approcciare loro”.
Il numero degli iscritti non è enorme se paragonato all’enorme flusso che frequenta i social tradizionali. Pare che nel mondo gli utenti attivi su Tinder siano oltre 50 milioni, di cui 9 milioni sfruttano gli abbonamenti a pagamento. Girovagando nel web molti sono gli articoli che ne parlano. C’è chi mette in allarme da ipotetiche truffe, chi ne esalta l’utilizzo e chi invece lo sconsiglia. Chi vi scrive ne aveva sentito parlare anni or sono, ma proprio un paio di mesi fa un amico mi “confessa” di utilizzarlo, rimanendone in parte deluso. Ecco, proprio in quel preciso momento, vedendo nel volto del mio amico la delusione di una persona a cui è stata assicurata la terra promessa per poi scoprire che non è altro che un arido deserto, ho deciso di provarla. Contatto una mia cara amica che realizza il mio profilo, con tanto di foto, nome inventato, numero di telefono del contatto e-mail nuovi di zecca. Le foto che la mia amica ha scelto per me sono di un bel ragazzo, qualche tatuaggio qui e là e fisico asciutto. Certo, non un ragazzo proprio comune ma nemmeno una bellezza impossibile. Sicuramente lontano dal mio aspetto fisico, ma va beh, fatemi sognare. Nella descrizione di questo profilo fake indico la mia professione, fotografo, e qualche frase a effetto. Età 27 anni. Soprattutto sottolineo che sono su Tinder SOLO ed ESCLUSIVAMENTE per incontri. Tutto è pronto per mettermi in piazza e sono eccitato come un bambino alle prese con un giochino nuovo. Il 5 febbraio alle ore 12:00, inizia il mio mezzogiorno di fuoco su Tinder.
Resoconto delle giornate
Il raggio di azione è sempre impostato su 50 km, omettiamo per scelta le città che ho selezionato.
Giorno 1 – 05/02/2019
Iscrizione ore 11:43. Tinder è semplice, compaiono una serie di volti in base ai parametri indicati nelle impostazioni (età dei profili che vuoi visionare, raggio d’azione rispetto alla tua posizione attuale). Puoi scegliere se mettere un cuore a un profilo che ti piace particolarmente o andare avanti. Se avviene un’affinità, ovvero una ragazza ha corrisposto il tuo interesse, puoi iniziare a scriverle. Nella versione free non puoi vedere le persone a cui piaci e c’è un limite giornaliero dei profili che puoi visionare.
Alle ore 12:00 ho già messo tutti i cuori disponibili, in maniera meccanica e sbrigativa, sinceramente sono partito molto scettico. Dopo nemmeno venti minuti sono stato contattato da una ragazza. Finito di conversare alle ore 13:00, fisso con lei un appuntamento a casa mia chiaramente per una serata di sesso, mi ha lasciato il numero di cellulare per essere contatta. Quasi non ci credo per come il tutto sia stato così veloce. Durante il giorno mi scrivo con altre ragazze con cui ho stabilito un’affinità, alcune di loro mi sembrano interessate, altre quasi infastidite dal mio atteggiamento diretto. Con tutte uso sempre lo stesso messaggio sfacciato: appena la conversazione me ne dà la possibilità, dichiaro che sono su Tinder solo per sesso.
Da mezzanotte ho potuto nuovamente mettere cuori ad alti profili, compito completato in maniera random dopo 5 minuti.
Nel frattempo, altre quattro compatibilità a cui ho inviato un messaggio di buonanotte.
Giorno 2
Ore 9:00 Ho ricevuto un messaggio da una delle ragazze compatibili della sera prima cui ho risposto alle ore 10:00.
Per il resto tutto fermo. Resto in attesa.
Alle ore 11:00 il caos, molte affinità e nuovo appuntamento con una ragazza. Vuole venire lei a casa mia, subito. Età 42 anni, decisa e diretta. Con una scusa mi defilo. Le ragazze degli altri profili rispondono alle casistiche più svariate. Come è normale che sia. Studentesse, impiegate, libere professioniste, professoresse, casalinghe, donne sposate, fidanzate o single. La maggior parte non hanno comunque un compagno. Parlo con loro, parlo di tutto. Alcune le percepisco disilluse, già pronte a rispondere allo stronzo di turno, che sarei io in questo caso. L’inizio scoppiettante di ieri e le buone premesse di stamattina iniziano ad affievolirsi.
Nel pomeriggio scrivo a tutte le ragazze con cui ho un’affinità. Sono molte e il mio profilo fake ha sicuramente aiutato. La maggior parte delle ragazze mi sembra intenzionata semplicemente a conoscere nuove persone, bere qualcosa fuori, una chiacchierata e poi si vedrà. Questo mi dicono e in effetti questo trasmettono. A tutte dico di sentirci più in là. Prendo tempo.
Giorno 3
Già al terzo giorno, mettere cuori ai vari profili diventa una cosa noiosa oltre che automatica. Un lavoro, praticamente. Dalla mattina presto iniziano a rispondermi le ragazze a cui avevo scritto la solita buonanotte la sera prima. Alla domanda “Cosa cerchi su Tinder?” rispondo a tutte in maniera chiara e inequivocabile: incontri e sesso. Alcune non rispondono più, altre la prendono a ridere e cercano di cambiare discorso. Poche, pochissime stanno al gioco. Sinceramente inizio ad annoiarmi. Tutto molto, troppo, meccanico. Inizio a pensare che sì, l’applicazione funziona ma grazie al cazzo! Ho messo la foto di un ragazzo molto carino, il “gioco” è facile così, e se avessi messo la mia vera foto? La sera continuo a inviare messaggi di buonanotte alle nuove affinità e cuori ai nuovi profili visitati. Anche per oggi ho finito.
Giorno 4
Ore 9:00 sveglia e timbro il cartellino, sono già su Tinder per la mia oretta di “lavoro”. I toni dei messaggi con alcune ragazze cambiano. Su 40/50 affinità più della metà non mi risponde più, alcune (otto ragazze) aspettano il sabato per vederci, altre vogliono bere qualcosa in serata fuori, la restante parte mi scrive tranquillamente per chiacchierate e scoprire qualcosa su di me. Forse è una mia impressione ma le trovo romantiche. Romantiche nel senso che percepisco in loro una voglia di innamorarsi o comunque di qualcosa che non sia solo aspetto fisico. Mi chiedono di tutto, sono pronte ad ascoltarmi, e io mi barcameno tra una bugia e l’altra. Per fortuna ho imparato bene il copione. Inizio a chiedermi la differenza con Facebook. Certo, c’è un nome inventato ma quasi tutte le ragazze usano le loro foto. Nel frattempo, la ragazza del secondo giorno, quella che voleva venire a casa mia continua a scrivermi, vuole venire da me in qualsiasi orario, non la controllo più. Per il resto procede tutto con calma, lentamente, noiosamente.
Giorno 5 – La giornata di ieri è stata impegnativa e ripetitiva. È così dal secondo giorno, in realtà. Decido di anticipare la chiusura del profilo, non più sette giorni su Tinder ma cinque sono più che sufficienti. La mattina rispondo a tutte le ragazze, ci sono nuove affinità a cui invio il primo messaggio standard. A chi mi scrive spiego ancora più sbrigativo di prima la mia presenza sul social esclusivamente per sesso. Nuovi appuntamenti fissati, nuove lunghe chat. Finalmente una ragazza inizia ad avere dubbi su di me. Dubita che io possa essere un profilo fake. Sono quasi sollevato da questa cosa. Mi chiede di darle il numero, con una scusa declino e lei mi invia il suo chiedendomi di inviarle subito una mia foto. Cosa che non faccio. Dopo cinque minuti, chiudo il profilo.
Ora vi chiederete se alla fine di tutto ciò Tinder funziona o meno. Se si scopa oppure no. Se è possibile trovare l’anima gemella. La mia risposta è: perché no?
Come tutti i social e applicazioni di incontri, dietro una foto e un profilo c’è una persona reale. Con i suoi dubbi, le sue fragilità. Come nella vita reale si trovano persone a cui interessa una sana serata di sesso e altre che cercano l’amore o altre ancora che non cercano nulla di tutto questo. Le probabilità di incontri è stata più alta di quanto potessi immaginare, questo sì. Ma con un profilo fake. Come sarebbe andata con una mia foto? Questo non lo so ma immagino che le possibilità sarebbero diminuite di molto. A prescindere da tutto, così come gli altri social, Tinder può avere un senso per chi lo usa con discrezione, e rischia di diventare una droga se usato in maniera convulsiva. Questo lo dico perché a volte ho avuto la sensazione di giocare a quelle macchinette che si trovano nei bar. Quelle che ti ipnotizzano tra lucine colorate e suoni ripetitivi. Un’altra cosa che ho percepito è una specie di tabù nell’usare Tinder. Durante l’iscrizione ho inserito nome e cognome fake, una ragazza mi ha fatto notare che ero l’unico su Tinder ad aver fatto una cosa del genere (ad inserire anche il cognome). Rispetto a Facebook o Instagram, social quindi non per incontri, questa è una differenza sostanziale. Su Tinder, probabilmente, esiste una consapevolezza che chi si iscrive cerca fondamentalmente sesso. Magari non tutti/e, magari non subito, però questa cosa in qualche modo si “respira” tra i vari utenti. Come se prima o poi, anche da profili meno sfacciati come il mio, ci si aspetta la richiesta di un incontro di sesso. In conclusione, visto che Tinder non ci ha pagato, purtroppo, noi vi consigliamo di farvi un giro su questa applicazione ma senza pagare l’iscrizione gold, non è necessaria se si ha pazienza. E trarre le vostre conseguenze.
Questo articolo sarà seguito da un altro articolo che riguarderà una ragazza che si è iscritta per noi è ci racconterà la sua esperienza e da un altro articolo intervista, dove chiederemo a sette persone, tra ragazzi e ragazze, alcune curiosità.
Per chiudere l’articolo nel migliore dei modi, vi comunico che mi farò una sega, pensando che una volta bastava questo per “scopare” con tutto il mondo senza muoversi da casa.
L’illustrazione presente in questo articolo è stato realizzato per noi da Hira
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