“Siamo esseri sessuali. L’Eros è una forza creativa presente in ognuno di noi: dovremmo aprirgli le porte e liberarlo invece di reprimerlo e vergognarcene. Il nostro corpo è un luogo di connessione, divertimento, presenza e verità.” Xaviera Lopez
Xaviera Lopez è un artista cilena che vive a Santiago del Cile, seguitissima sui social grazie a suoi lavori unici per fantasia e originalità.
Ciò che l’ha resa ormai celebre sono i suoi brevi video con protagonista una ragazza dai capelli neri, dal viso dolce, dalle labbra rosse di rossetto, e dai capelli lunghi neri. Ragazza che in fondo è un autoritratto dell’artista, così come spesso le sue animazioni, che uniscono abilmente realtà e fantasia, rappresentano sia momenti importanti della vita di Xaviera sia profonde metafore.
La durata di ciascun video è di sei secondi e in questo piccolo lasso di tempo l’artista riesce a creare opere surreali, complete, ipnotiche.
Il talento di Xaviera le ha permesso di essere contattata da clienti importanti, come ad esempio la Coca Cola. Ammirando i suoi lavori non è difficile scoprirne il motivo.
Ogni animazione è arricchita da una una musica, parte fondamentale nel percorso creativo di Xaviera.
Il modo migliore per conoscerla e farlo tramite i suoi lavori e le sue parole, allora spazio all’intervista realizzata per noi da Alessandro Giannace.
Domanda.Le tue opere sono create con Vine. Le “restrizioni tecniche” di questo social media sono state una limitazione oppure uno stimolo per la tua creatività?
Risposta.Purtroppo Vine non esiste più da gennaio. Più che un’app, per me, era una comunità di persone veramente creative e stimolanti, un posto dove sono successe mille cose interessanti, per me e per tanti altri. All’inizio si potevano creare i propri lavori solo utilizzando l’app, ogni “tap” sullo schermo corrispondeva a un frame dell’animazione. In quel periodo facevo l’art director per la pubblicità: mi sentivo molto insicura sul lavoro e bloccata a livello creativo. Vine è stato quasi una liberazione, non solo perché mi permetteva di non utilizzare il computer, ma perché offriva un format prestabilito per creare le animazioni: a volte ci si sente sopraffatti quando si hanno troppe opzioni a disposizione. Per cui in quel periodo bisognava essere pieni di idee per postare roba carina, ma era molto divertente.
Le limitazioni di Vine e la velocità dei social media mi hanno fatto capire che non tutti i miei lavori dovevano essere perfetti: era tutto un processo di apprendimento e la cosa più importante era continuare a produrre e migliorarsi. Su Vine c’erano tantissime persone che realizzavano video stupendi, e mano a mano gli strumenti a disposizione degli utenti sono migliorati, per cui volevo fare sempre di più e meglio. E poi c’era questo sentimento diffuso, di fare parte di una grande comunità dove tutti quanti condividevano i loro “trucchi del lavoro” o davano un’opinione. Questo era un aspetto importantissimo, perché spesso nell’essere creativi si finisce a parlare solo con se stessi. Mi ricordo che stavo sempre con il telefono in mano e non volevo fare altro che postare video su Vine. Grazie a Vine e a quello che è successo lì, mi sono sbloccata, innamorata e ho smesso di essere sempre insicura delle mie opere. Mi ha fatto cambiare passo.
D.Sempre a proposito di Vine, praticamente tutte le tue animazioni sono accompagnate da una musica che va in loop. Visto che Vine consente di postare filmati di massimo sei secondi, quali sono i criteri con cui scegli la musica? Ce l’hai già in mente prima di disegnare? La selezioni dopo, scegli solo canzoni che abbiano una parte buona per essere messa in loop?
R.Di solito si tratta di canzoni che amo e che ascolto nella vita di tutti i giorni. A volte l’ispirazione mi arriva proprio dalla musica: magari un motivo mi fa pensare a delle scene, altre volte invece realizzo un’animazione e solo dopo averla vista capisco che tipo di suoni e ritmo possano andar bene. E quindi mi metto a cercare una canzone: alcune, ovviamente si prestano molto di più. Sto pensando di comporre io stessa dei loop: una volta facevo musica (come amatrice) e mi manca da morire!
D.Nella tua biografia racconti che è difficile fare l’artista in Cile. Hai mai avuto problemi per il tuo lavoro, come la censura o minacce etc etc?
R.Il Cile è un piccolo Paese in via di sviluppo, dove arte e cultura non sono delle priorità. La mentalità comune è molto pratica, ci si concentra solo su quello che è “utile” e “profittevole” nel breve termine. Tutto ciò comporta la mancanza di risorse, gallerie, musei, collezionisti etc.
Quando ero una teenager, però, credevo che la situazione artistica fosse diversa dal resto del Paese, invece sono rimasta fortemente delusa. Purtroppo ho riscontrato gli stessi problemi (soprattutto il sessismo) anche con alcune delle persone più influenti (uomini specialmente) nel mondo dell’arte cilena. Ma per fortuna ho incontrato anche gente professionale, evoluta e con tanta voglia di lavorare per migliorare. Mi ritengo fortunata per questo e per tutto quello che ho imparato nel mio percorso, anche se a volte non è stato proprio piacevole.
In Cile, se sei un artista, devi sempre fare qualcos’altro per finanziarti: hai bisogno di due o più lavori, devi essere disciplinato e quasi rinunciare alla tua vita sociale. Immagino che sia più o meno come in qualsiasi altro posto, quindi non mi lamento, anzi: le difficoltà mi hanno reso più determinata. Ma per me l’arte è fondamentale e vorrei che avesse un ruolo più importante nella società in generale.
D.Alcuni dei tuoi lavori mostrano una certa sensualità Quanto sono importanti l’eros e l’erotismo nella tua arte e, soprattutto, nella tua vita?
R.Grazie, è davvero un bel complimento! Disegnare o creare qualcosa di esplicitamente sessuale è troppo facile, i codici sono “ovvi” e diffusi dappertutto. Mi piace la sensualità e se dovessi realizzare qualche lavoro erotico (lo farò!) di sicuro cercherei di non rappresentare le donne come un oggetto del piacere maschile. È una visione maschilista a cui purtroppo il porno ci ha abituato. La sensualità è molto più sottile e imprevedibile. Non è un’equazione in cui se si somma “a+b” si ottiene sempre qualcosa di sensuale come risultato. È una forza misteriosa e magica. Come tutte le cose difficili da descrivere, è anche difficile da “catturare” nell’arte. Ci puoi provare, ma non sai se ci riuscirai e proprio per questo è così attraente. La sensualità, lo dice la parola stessa, deriva dai sensi, dalla capacità di “sentire” qualsiasi cosa. Allenarli tutti è molto importante per me. Leonardo Da Vinci parlava del concetto di “sensazione” come il continuo affinamento dei sensi, un mezzo per elevare la propria esperienza e al tempo stesso essere più presenti. È qualcosa a cui aspiro da sempre. Siamo esseri sessuali. L’Eros è una forza creativa presente in ognuno di noi: dovremmo aprirgli le porte e liberarlo invece di reprimerlo e vergognarcene. Il nostro corpo è un luogo di connessione, divertimento, presenza e verità.
D.Hai lavorato anche con importantissimi clienti, come ad esempio la Coca Cola. Come sei riuscita a coniugare la componente erotica della tua arte con le richieste dei committenti? Cosa si prova ad essere contatti da questi colossi commerciali?
R.È stato un grande onore, non solo perché sono dei marchi così famosi, ma anche perché lavorando per loro mi sono sentita rispettata e valorizzata. E così è uscito fuori il meglio del mio lato artistico e personale. In altre situazioni, invece, mi è successo di non avere nessun tipo di libertà creativa: quando è così divento triste e apatica. Negli ultimi due o tre anni i clienti hanno sempre rispettato la mia intelligenza e la mia visione creativa ed è una grande soddisfazione. Perché così il lavoro diventa davvero una collaborazione nella quale non bisogna scendere a compromessi.
D.Quanto c’è della vita di tutti i giorni di Xaviera Lopez nei tuoi lavori?
R.Non metto molto della mia vita quotidiana nelle mie opere, perché il lavoro che faccio riguarda soprattutto la mia sfera interiore, è connesso alle cose che vedo e che mi ispirano in giro per il mondo. È da quand’ero ragazzina che tengo un diario, perché mi piace prendere nota di tutto ciò che ha un significato per me, che siano immagini o parole. È per questo che ho deciso di realizzare animazioni che mettono in luce quei momenti importanti della mia via, ed è anche per questo che faccio degli autoritratti nei quali fondo la realtà con delle fantasie o delle metafore. Cerco sempre di rendere visibile l’invisibile, ricordando quelle epifanie. Disegnare, per me, è un modo di processare la realtà. La mia vita di tutti i giorni è più brutta, divertente, complessa e caotica rispetto al mio lavoro.
D.Ci sono degli artisti a cui ti ispiri, o che hanno avuto un’influenza determinante nel tuo percorso?
R.I primi artisti di cui mi sono innamorata sono stati Leonardo Da Vinci e Albrecht Dürer. La Storia e la Teoria dell’Arte erano le mie materie preferite all’università, perché studiarle era come avere degli amici (vivi e morti) lontani nel tempo e nello spazio con i quali parlare. Quando entro in un grande museo piango sempre, un po’ come quando si incontra un amore platonico in carne e ossa. Nel mio percorso artistico sono passata attraverso diverse fasi. Ognuna di queste era determinata da quello che mi ispirava al momento. Ultimamente mi attizza molto il Giapponismo Vittoriano, ma trovo l’ispirazione anche al di fuori del contesto artistico in senso stretto: internet, racconti, film, meditazione, yoga, musica etc. Mi ispiro anche alle persone, ci sono dei periodi in cui mi ossessiono con qualcuno e guardo, leggo e ascolto tutto quello che riesco a trovare su di lui. Di solito le ricerche mi portano a scoprire altre persone dalle quali poi mi arriva dell’altra ispirazione. È come una catena…
D.Nel tuo sito, concludi la tua biografia incitando le giovani ragazze a non perdere la propria voce e la propria cretività, cosa pensi della situazione della donna in Cile e nel mondo in generale?
R.Se la mettiamo in una certa prospettiva, oggi le donne vivono una condizione molto migliore rispetto a quella che hanno vissuto per millenni, in termini di libertà, opportunità, rispetto e uguaglianza. Comunque c’è ancora molta strada da fare e mi piacerebbe che le donne di tutto il mondo ne prendessero atto e facessero sentire la loro voce per renderlo un posto migliore. Il Cile è un Paese conservatore in linea di massima. Lo si vede dalla politica, in televisione, nelle conversazioni di tutti i giorni. Può essere opprimente: la mancanza di diritti sulla riproduzione, le differenze salariali tra uomini e donne, la violenza domestica sono problemi di cui si è cominciato a discutere solo di recente. Bisogna ancora fare tanto, specialmente per le ragazze e le giovani donne. Che però sono più consapevoli e non si accontenteranno. La creatività mi ha aiutato a superare i momenti difficili, è per questo che incoraggio le nuove generazioni femminili a fare qualcosa di creativo, in Cile come nel resto del mondo.
D.Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Hai un sogno nel cassetto?
R.Dovunque mi guardi intorno c’è roba che voglio fare! Un film, un murales, qualcosa che abbia a che fare con il fashion e la gioielleria. Voglio diventare un’educatrice artistica. Mi piacerebbe saperne di più su piante, astrologia, magia, misticismo. Voglio saper guarire, voglio far parte del processo. Ah, il mio sogno segreto…beh, è un segreto no?
D.Grazie di cuore per l’intervista e per la disponibilità Xaviera
R.Grazie a voi per l’intervista! È stato un piacere!
Intervista realizza per noi da Alessandro Giannace
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Condivisione Rumorosa di arte erotica ricercata e sconosciuta, di sontuosa volgarità e raffinata pornografia.
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